Dal Mondo
October 13 2021
«C'è la consapevolezza che l'emergenza umanitaria è gravissima», ha dichiarato il premier Mario Draghi, aprendo la conferenza stampa al termine del G20 dedicato all'Afghanistan. Un vertice che lo stesso Draghi ha definito un successo «perché è la prima risposta multilaterale alla crisi in Afghanistan. Si è avuta più di una conferma che le Nazioni Unite saranno protagoniste di questa risposta». E adesso che accadrà? Secondo il Primo ministro italiano dal G20 è arrivato «l'impegno a non far tornare il Paese un rifugio terrorismo e c'è gran disponibilità ad agire, c'è stata sostanzialmente una convergenza di vedute›› – ha aggiunto - ‹‹sulla necessità di affrontare l'emergenza unitaria». E così dopo il ritiro degli americani e alleati dall'Afghanistan conclusosi tra il sangue e i morti all'aeroporto di Kabul, il Paese dove ormai l'ISIS-Khorasan colpisce ogni giorno e nel quale nessuno voleva più metterci piede è di nuovo un problema globale «perché occorre impedire il collasso economico».
E chi potrà impedire che l'Afghanistan ripiombi in una guerra civile che vedrebbe contrapposti i Talebani, la Rete Haqqani, Al -Qaeda e l'ISIS-K? Sempre il premier Mario Draghi ha parlato di «un accordo, una grande disponibilità ad agire e una convergenza di vedute» sulla necessità di affrontare l'emergenza umanitaria» in modo unificato attraverso un mandato alle Nazioni Unite, di tipo generale, per il coordinamento della risposta e per agire anche direttamente». Ma davvero l'ONU da molti ritenuta un carrozzone che brucia miliardi di dollari ogni anno e che è diventata sempre più irrilevante al momento delle molte crisi scoppiate in giro per il mondo nell'ultimo decennio la soluzione per l'Afghanistan? Se guardiamo alle crisi siro-irachena e quella libica per non parlare dell'ultimi crisi israelo -palestinese -solo per citarne due- l'ONU non ha letteralmente toccato palla e non solo per suoi demeriti visto che non c'è nessuno in giro per il mondo che anche in momenti di crisi sia d'accordo di cedere la propria sovranità all'ONU che di fatto è un'istituzione sovranazionale.
Secondo il Prof. Giuseppe Gagliano, Presidente del CESTUDEC (Centro Studi Strategici Carlo De Cristoforis): ‹‹Il segretario delle Nazioni Unite non è altro che l'amministratore delegato di una società i cui azionisti sono gli Stati ognuno dei quali aderisce all'Onu senza rinunciare alla propria sovranità e soprattutto alle proprie prerogative politiche ed economiche. Proprio per questa ragione sia i poteri che le funzioni dell'Onu non sono diretti o sovrani ma sono delegati e quindi l'Onu fa ciò che i soci gli consentono di fare››.
In ogni caso la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha annunciato che per l'Afghanistan è stato stanziato 1 miliardo di dollari di aiuti visto che «Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare un grave collasso umanitario e socioeconomico in Afghanistan. Dobbiamo farlo in fretta. Oggi al G20 presenterò un pacchetto di sostegno all'Afghanistan del valore di circa 1 miliardo di euro». Il pacchetto, ha spiegato von der Leyen, si compone di «300 milioni di euro in aiuti umanitari già concordati, con supporto extra per vaccinazioni, alloggi, protezione dei diritti umani; almeno 250 milioni per sostegno humanitarian plus, per bisogni urgenti come la salute; fondi per sostenere i vicini dell'Afghanistan e migliorare la sicurezza». E chi gestirà questi soldi, con chi bisognerà confrontarsi? Con i Talebani che sono gli stessi che hanno nominato nel loro governo terroristi di Al Qaeda e della Rete Haqqani, i medesimi che trafficano droghe, mozzano le mani e i piedi ai ladri, gli stessi che impiccano e lasciano appesi per giorni gli hazara sciiti, e sono gli stessi che impediscono alle donne di frequentare le scuole e le università giusto per citare qualche loro malefatta. Ora gestiranno 1 miliardo di dollari di aiuti. Non male. A dir poco surreale il commento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden quando ha dichiarato che gli americani «restano impegnati a lavorare con la comunità internazionale per affrontare la situazione in Afghanistan e sostenere la popolazione afghana». Ma se volevano davvero sostenere la popolazione civile perché hanno consegnato l'Afghanistan ai Talebani? Nessuno glielo ha chiesto. Dello stesso tono o quasi il tweet del presidente del Consiglio Ue, Charles Michel: «Una destabilizzazione dell'Afghanistan avrebbe un impatto nell'intera regione e anche oltre. La recrudescenza del terrorismo, il traffico di essere umani e di sostanze stupefacenti sono una seria minaccia. Dobbiamo evitare una catastrofe umanitaria. L'Ue si impegnerà a fianco dell'Onu e garantirà gli aiuti mirati a favore della popolazione afghana». Il presidente del Consiglio Ue nel corso del G20 aveva anche dichiarato che le priorità sono ‹‹il rispetto dei diritti umani, un Governo inclusivo, evitare che il Paese si trasformi in un paradiso per i terroristi, permettere che le attività umanitarie possano continuare e garantire corridoi sicuri».
Belle parole se non fosse che non ci sarà nessun Governo inclusivo in Afghanistan, non c'è e non ci sarà mai nessun rispetto dei diritti umani e a proposito di ‹‹evitare che il Paese si trasformi in un paradiso per i terroristi›› il presidente del Consiglio Ue si metta pure comodo, lo è già e continuerà ad esserlo. Infine, al lettore consigliamo di mettere da parte questo articolo perché il 31/12/2021 gli americani lasceranno definitivamente l'Iraq e tempo qualche mese sarà l'occasione per un nuovo G20 dove ripetere e poi rileggere le stesse vuote parole.
Nel dramma del popolo afghano finito in mano ai talebani c'è addirittura chi ci specula. Infatti abbiamo scoperto che qualcuno ne approfitta cercando di vendere la speranza di fuggire dalla terra degli orrori per una manciata di dollari. A raccontarci di questo Najma una ragazza afghana che cerca di fuggire con la sua famiglia da Kabul. Najma ad agosto nei giorni caldi della fuga disperata dall'Afghanistan ci aveva chiesto aiuto ed oggi ci scrive nuovamente per segnalare forse qualcosa di ancora più grave: «Un uomo mi ha contattato su Messenger e mi ha garantito il suo aiuto in cambio di denaro per fuggire da Kabul»
A scriverle su Fb infatti è stato un uomo presentatosi come un avvocato esperto di immigrazione di Montreal Quebec in Canada: «Io sono il tuo personale agente capo immigrazione ufficiale D.F, sono qui qui per guidarti e assisterti fino a quando raggiungi il visto canadese, permesso di lavoro e occupazione. La tua soddisfazione è la mia priorità. I tempi previsti sono tra i 7 e 14 giorni. 1200 i clienti che lo hanno ottenuto con successo. Ora è tutto nelle tue mani una volta che tu mi invii i tuoi documenti io procedo».
Ma come c'era da aspettarsi tutto ha un prezzo compresa la fuga anche se irrealizzabile. Infatti dopo la presentazione il sedicente avvocato canadese le ha proposto il suo tariffario variabile di prezzo da adulti a bambini. Per il costo del trattamento della domanda il Richiedente principale dovrà pagare $416. Il Coniuge/partner di diritto comune $416Un Dipendente adulto (×2 fratelli) $630Figli a carico (×2 Minori) $200. Il Costo totale è di $ 1,662.
Per risultare più convincente l'uomo ha poi mostrato le foto di alcune delle 1200 persone che avrebbe fatto entrare in queste settimane in Canada, insieme a delle foto delle sua famiglia. Najma nella sua ingenuità ed estrema difficoltà ci ha chiesto di verificare se si trattasse di una persona affidabile. Ma è evidente che si tratta di un truffatore. Non è un caso che nei in paesi in difficoltà si presentino questi personaggi per speculare che chiedono delle cifre anche più alte. Inoltre in Canada è ancora più difficile ottenere il visto perché hanno una politica dell'immigrazione che richiede numerosi requisiti. Najma da settimane si nutre di pane secco ed acqua, ha quattro figli piccoli e suo marito è un militare afghano che ha lavorato nelle basi italiane. Su di lui pende un mandato di cattura. I talebani lo cercano per giustiziarlo in piazza.
Per Najma gli afghani sono diventate le "bambole del mondo" e se dovesse morire spera che l'Italia continui a cercare di aiutare la sua gente. Assistere al genocidio di un popolo a cui è stata promessa per vent'anni la democrazia e adesso si ritrova abbandonato e perseguitato non è bastato. Oggi abbiamo scoperto che esiste anche chi cerca di fare affari con tutto questo. Questa brutta storia però serve a ricordarci che ci sono ancora migliaia di persone che vogliono lasciare l'Afganistan e su cui la comunità internazionale fa finta di non vedere, mentre tratta con i Talebani.