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September 05 2016
La necessità di sostenere la crescita economica, in un momento di stagnazione globale, è stata l'argomento principe del G20 di Hangzhou, in Cina.
Ma la grande novità del summit è stato soprattutto l'impegno del G20 - inserito nella bozza conclusiva - a stendere una lista nera dei paradisi fiscali contro i qualici saranno adottate anche "efficaci misure di ritorsione" al fine di realizzare una "lotta concreta ed effettiva" all'elusione fiscale. "I capi di stato - ha dichiarato il ministro dell'Economia francese Michel Sapin - approvano il lavoro svolto dall'Ocse per stabilire i criteri con cui saranno individuati, entro il luglio 2017, tutti quei Paesi non conformi alle norme internazionali sul riciclaggio".
I riflettori erano puntati nella mattinata anche sull'incontro, al margine dei lavori, fra Obama e Putin sulla guerra in Siria, conclusosi secondo la Cnn senza accordi, così come fallimentare era stato il summit fra i rispettivi ministri degli esteri Kerry e Lavrov, svoltosi nelle ore precedenti.
Crescita economica
I governi dei 20 paesi più potenti della terra, nella bozza di stesura definitiva dell'incontro, si sono impegnati a "stimolare una crescita inclusiva, solida, sostenibile e l'occupazione" per superare l'attuale congiuntura internazionale segnata da una ripresa fiacca o peggio dalla rfecessione. Mettere in campo tutti gli strumenti "possibili", per sostenere la crescita e quindi l'occupazione, è uno degli imegni solenni presi dai Capi di Stato e di governo in Cina.
Su questo punto lo stesso presidente cinese Xi Jinping ha però esortato i colleghi ad "evitare discorsi vuoti". Il punto chiave per rilanciare la crescita, secondo il G20, è un mix di "riforme strutturali, commercio, investimenti e Pil", obiettivi cui devono fornire anche il loro contributo anche le grandi organizzazioni internazionali. Tutti, secondo la bozza sonclusiva, sono chiamati a "identificare modi e mezzi per promuovere una crescita inclusiva, robusta, sostenibile" su commercio e investimenti, inclusi i miglioramenti del modello economico attuale di commercio, la segnalazione di misure restrittive, la promozione e la facilitazione degli investimenti, l'aumento di "coerenza e complementarietà" tra commercio e regime di investimenti.
I vertici dell'Ue, da parte loro, parlano di un'Europa che punta quest'anno all'1,8%, si pone come modello - grazie anche al piano Juncker da 315 miliardi (il 37% già operativo) per gli investimenti - e cresce, spiegano, più di Usa e Gb. L'importante è che ci sia il superamento della sola austerity attraverso una crescita che però deve essere "equa, evitando le disuguaglianze", sottolinea Matteo Renzi, parlando del rischio "paura" anche in chiave derive populiste.
Il nodo Apple
Dopo la maxi multa arrivata dalla Commissione europea che ha imposto all'Irlanda di recuperare 13 miliardi di euro di tasse non pagate dal colosso di Cupertino e la proteste americane che denunciano "l'attivismo di Bruxelles contro le aziende Usa", il nodo Apple è un altro dei temi caldi e di difficile soluzione del summit in Cina.
Migranti
A Hangzhou l'Unione europea ha messo sul tavolo anche l'emergenza migranti. Chiarissime da questo punto di vista le parole del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, apparso insieme al presidente della Commissione, Jean Claude Juncker. "L'Europa è al limite della possibilità di accoglienza": il problema secondo Tusk - è globale, ci sono 65 milioni di persone in fuga nel mondo, di cui 4 milioni dalla sola Siria, e tutti "devono assumersi la responsabilità" di gestire il fenomeno.
L'Europa - come aveva già fatto al G7 di Ise-Shima in Giappone, solo tre mesi fa - torna così a chiedere a tutti a collaborare. La proposta dell'Europa è il Piano esterno (il Migration Compact) che deve combattere le rotte dell'immigrazione clandestina, aiutando i Paesi di origine. Con fondi pubblici che attraggano quelli privati.
Un piano fortemente spinto dall'Italia e da Renzi che, però, non condivide fino in fondo il rischio 'collasso' evocato da Bruxelles (i numeri sono più o meno in linea con il passato, rimarca il premier) e invita l'Ue a farsi carico direttamente del problema dei rimpatri di chi non ha il diritto di restare. "Dobbiamo salvare tutti" in mare "ma non possiamo accogliere tutti", ha spiegato.
Brexit e crisi internazionali
Rimbalza anche il nodo della Brexit, con Theresa May che, al suo primo G20, avverte come il suo Paese si prepari ad affrontare "tempi difficili" e l'Ue che rassicura sui rapporti con Londra e la tenuta dell'Unione. Ma i riflettori restano puntati anche sui grandi scenari di crisi internazionali.
Con Barack Obama, al suo ultimo vertice da presidente degli Stati Uniti, che incontra per la prima volta il presidente turco Erdogan dopo il tentato golpe di luglio rassicurandolo sul fatto che "i responsabili pagheranno".
Parole lette da alcuni come un'apertura all'estradizione di Fethullah Gulen, l'ex imam in esilio volontario in Pennsylvania: un nodo che vede ad alto rischio i rapporti tra i due paesi.
Questioni sul tappeto
In una Hangzhou blindata e tirata a lucido non sono mancate però anche le polemiche e il rischio di un corto circuito diplomatico tra Cina e Usa. Al centro della querelle il tappeto rosso, che è mancato sulla scaletta dell'Air Force One di Obama. Un episodio rimbalzato sui media a stelle e strisce come uno sgarbo.
E un altro sgarbo al cerimoniale - riferisce chi c'era - sarebbe stato far sedere a cena Xi Jinping con Obama da un lato e Putin dall'altro, infrangendo la regola che vuole invece il posto di destra riservato al prossimo presidente di turno del vertice, in questo caso la cancelliera Angela Merkel.