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August 13 2015
"Alberto Stasi ha brutalmente ucciso la fidanzata, che evidentemente era diventata, per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo 'per bene' e studente 'modello', da tutti concordemente apprezzato".
E' questa l'ultima verita' sancita dai giudici della Corte d'Assise d'Appello nel processo d'appello bis per l'omicidio di Chiara Poggi, trovata uccisa nella sua abitazione di Garlasco (Pavia) esattamente otto anni fa, il 13 agosto del 2007.
Otto anni nei quali l'unico imputato per il delitto è stato l'allora fidanzato, Alberto Stasi, ex studente alla Bocconi che ora è in attesa del processo in Cassazione, che comincera' l'11 dicembre, e che potrebbe porre fine alla vicenda costellata da polemiche sulla conduzione delle indagini da due assoluzioni, un annullamento con rinvio da parte della Suprema Corte e una condanna a 16 anni in appello.
La famiglia di Chiara ora chiede all'imputato un milione di euro, come disposto dai giudici d'appello, ma i difensori di Stasi - che hanno presentato ricorso in Cassazione, così come la Procura generale - definendo la sentenza "gravemente viziata, oltre che costellata da macroscopiche violazioni sia dei diritti fondamentali dell'imputato che della delle processuale penali", intendono attendere il verdetto della Suprema Corte.
Proprio in questi giorni, peraltro, dopo le continue proteste dei clienti, che non gradivano più essere seguiti da un condannato per omicidio, lo studio commercialista in cui Stasi era impiegato ha deciso di porre fine al rapporto di lavoro.