Economia
January 17 2023
55 euro per Megawattora. Il prezzo del gas è in caduta libera e costante. Un valore come quello di ieri nel benchmark olandese, riferimento europeo, non si vedeva dal 2021, ben prima della guerra in Ucraina e dei tagli di forniture di gas russo. Sono 5 settimane che al mercato Ttf della Borsa di Amsterdam le quotazioni scendono. Nella seduta di ieri (16 gennaio) il ribasso ha superato il 15% e il valore del combustibile è crollato sotto i 55 euro per Megawattora. Stamattina (dopo un’apertura in rialzo) si è arrivati a 53,5 euro addirittura. “Perché? Perché ha funzionato il mercato, i fondamentali del mercato: calo della domanda e offerta abbonante”, spiega Alberto Clò economista Direttore della rivista Energia.
Il prezzo del gas ha iniziato la sua corsa al rialzo nella seconda parte del 2021, quando le economie cominciarono a uscire dalla pandemia contemporaneamente e fecero aumentare la domanda di energia e di gas. “L’Europa non capì e lesse quei forti aumenti come una crisi temporanea, dovuta alla scarsa offerta di gas causata dal crollo degli investimenti minerario dal 2013 in poi. Fu il primo errore. La crisi era strutturale e non venne capito. Arrivò poi la guerra in Ucraina e i prezzi del gas andarono alle stelle”, continua Clò. La politica nell’ultimo anno ha cercato di correre ai ripari, insistendo e ottenendo il price cap. Ma ad oggi i prezzi sono ampiamente sotto al tetto stabilito dal price cap, che entrerà in vigore dal 15 febbraio. “Si è perso un anno a discutere del nulla. Il mercato stesso, con le sue regole, ha portato al ribasso del prezzo del gas”, è convinto Clò. Dall'inizio dell'anno la riduzione è stata del 30%.
Le cause sono tante. Innanzitutto, il calo della domanda, del 10% in Europa rispetto a un anno fa. “Meno domanda per il buon clima fortunatamente non freddissimo, per l’effetto dei prezzi, per la crescita dell’uso del carbone (soprattutto in Germania) e per l’aumento dell’eolico grazie a una buona ventosità”. In contemporanea, nonostante il taglio dell’offerta russa si è assistito a un crescere dell’offerta, favorita da una conversione a fornitori alternativi a Mosca. “L’importazione di gas liquefatto seppur a prezzi alti ha ridotto la dipendenza da gas russo e sono aumentate le esportazioni di altri paesi fornitori, invogliati ad aumentare l’export dai prezzi alti. Per l’Italia l’Algeria ha sostituito velocemente la Russia per esempio”. Un altro fattore che ha aiutato a fare scendere il prezzo del gas è la situazione economica cinese. “La crisi di Pechino è un fattore che ha raffreddato la domanda di energia a livello internazionale. Bisognerà stare attenti perché con la ripresa cinese riprenderà anche la domanda”, continua Clò
Queste le cause di quel 54,40 euro per Megawattora di ieri sul mercato olandese, contro i quasi 343 euro del 26 agosto scorso. Crisi superata? “Il mercato ha mostrato la capacità di reagire e i flussi commerciali si sono riadattati (importando da Paesi alternativi alla Russi), ma il mercato del gas non è ancora alla sua piena normalità pre-crisi e bisogna fare attenzione. Si comincia già a guardare oltre, alle scorte”, avverte l’economista. Le scorte si sono dimostrate più che sufficienti, ma il problema ora è mantenerle elevate, in modo da poter affrontare anche il prossimo inverno. Bruxelles sta spingendo i Paesi Membri a organizzare acquisti comuni di gas prima dell’estate.
Con il calo del prezzo del gas si riduce così il fattore che più ha rallentato l’economia e aumentato l’inflazione. “Si rifletterà sui prezzi ai consumatori già a febbraio. Già la prossima revisione dei prezzi da parte dell’Autorità (Arera) porterà a un grosso calo dei prezzi del regime tutelato che i cittadini vedranno quindi nelle bollette. E questo si rifletterà su un calo del tasso d’inflazione. Non è una previsione, è una certezza”, assicura Clò