Gay Pride: cos'è, cosa significa oggi e com'è nato - Fotostoria
Simona Santoni
Il 9 giugno per le vie di Roma si muove il Gay Pride 2018, che si infila in una girandola di cortei di orgoglio LGBT sparsi per l'Italia.
Proprio a Roma, nel 1994, si tenne il primo Gay Pride nazionale ufficiale, dopo che dimostrazioni pubbliche in difesa dei diritti degli omosessuali si svolsero in Italia sporadicamente e localmente già dagli anni '70: la prima manifestazione avvenne il 5 aprile 1972 a Sanremo, come protesta contro il "Congresso internazionale sulle devianze sessuali" voluto dal Centro italiano di sessuologia, di matrice cattolica.
Se oggi le parate del Gay Pride sono feste colorate in cui, rivendicando i diritti della comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) intanto si gioca con la sessualità, con corpi in mostra, perizoma esibiti, muscoli lucidati ed esposti, esprimendo intanto anche la "normalità" dell'amore senza schemi predefinti, con famiglie etero e arcobaleno sorridenti a sfilare pacatamente, all'origine di questa parata ci sono episodi di violenza, i cosiddetti moti di Stonewall. E la voglia di ribellarsi alla persecuzione.
Ecco cos'è il Gay Pride e come nasce.
Cosa sono i moti di Stonewall
Lo "Stonewall Inn" è un bar gay in Christopher Street nel Greenwich Village di New York. Nella notte tra venerdì 27 giugno e sabato 28 giugno del 1969 la polizia irruppe nel bar. La polizia era solita effettuare "retate" in night club e locali gay, annotando le generalità dei presenti (e spesso pubblicandole sui giornali), trovando ogni motivo per fare arresti con accuse di "indecenza". Capitò anche quella notte, ma in quell'occasione gli avventori si ribellarono. Si creò una mischia. Quando i poliziotti uscirono con gli arrestati la folla attorno si animò e sopraffece le forze dell'ordine costringendole a ritirarsi nel bar.
Diversi gay vennero isolati e picchiati dalla polizia. Bottiglie e pietre furono lanciate dai dimostranti, al grido dello slogan "Gay Power!". Furono arrestati 13 manifestanti, feriti 4 agenti e un numero imprecisato di manifestanti.
Com'è nato il Gay Pride
I moti di Stonewall avevano scoperchiato la pentola a pressione. Il malessere della comunità LGBT per le continue angherie della polizia era esploso e stava prendendo una coscienza politica e organizzata.
A fine luglio 1969 a New York si formò il Gay Liberation Front (GLF), il movimento di liberazione omosessuale, che ispirò simili organizzazioni nel resto del mondo (in Italia si dovette aspettare il 1971).
A un anno dalla rivolta di New York, in città, in commemorazione dei moti di Stonewall il GLF organizzò una marcia dal Greenwich Village a Central Park, a cui parteciparono tra le 5mila e le 10mila persone. Era la nascita del Gay Pride.
Il 28 giugno è stato eletto come Giornata mondiale dell'orgoglio LGBT. E da quel 1969 molti cortei del Gay Pride in tutto il mondo si svolgono a giugno, proprio per celebrare la ribellione alla persecuzione degli omosessuali.
Cos'è il Gay Pride
Le parate e le marce che si tengono a giugno celebrano il "Gay Pride", ovvero l'orgoglio ("pride") di essere gay, opposto alla vergogna e allo stigma sociale. Si sottolinea un'accezione positiva contro la discriminazione e la violenza nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Lo scopo è promuovere l'autoaffermazione e la dignità LGBT, i diritti all'uguaglianza, aumentare la visibilità LGBT come gruppo sociale, costruire una comunità e celebrare la diversità sessuale e la varietà di genere.
Il simbolo di questo orgoglio è la bandiera arcobaleno, che differisce da quella della pace per la disposizione speculare dei colori.
Oggi però si preferisce parlare di "Pride", piuttosto che di "Gay Pride", per comprendere così non soltanto gli omosessuali ma tutta la realtà arcobaleno.