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July 03 2018
Ha 92 anni e non sembra affatto intenzionata a lasciare la corona al figlio Carlo, eppure il governo britannico è in apprensione per le condizioni di salute della Regina Elisabetta, tanto da aver convocato un vertice per definire e simulare le procedure da seguire quando Her Majesty scomparirà.
Un piano da seguire in caso di morte della Regina esiste già e la stampa britannica lo aveva già reso noto, svelandone anche il nome: Operazione London Bridge.
Ora, però, è il Times a far sapere che i ministri si sono riuniti - per la prima volta insieme anche al premier Theresa May - per mettere a punto le azioni da seguire quando quel giorno arriverà. Il tutto dopo che la longeva e tenace Sovrana ha disdetto un appuntamento pubblico, per motivi di salute.
La cancellazione della partecipazione di Elisabetta II a una cerimonia nella St. Paul's Cathedral, secondo una fonte del quotidiano britannico, sarebbe avvenuta perché Queen Elizabeth is feeling under the weather: insomma si sentita poco bene.
Una normale defaillace, specie se si considera l'età della Regina, che ha comunque presenziato pressoché sempre agli eventi pubblici, compreso il recente matrimonio del nipote Harry con Meghan Markle. Eppure l'assenza è stata sufficiente per far scattare le "prove" della Operazione London Bridge.
Nonostant eil riserbo, la notizia della riunione dei funzionari di governo è comunque finita sulle prime pagine dei giornali. A convocarla David Lidington, il vice Premier britannico, che ha organizzato un incontro al quale hanno partecipato anche il Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito, Sajid Javid, il leader dei Commons, Andrea Leadsom, e il segretario di Stato per la Scozia, David Mundell.
La simulazione, denominata Castle Dove, si è concentrata su quello che viene indicato in codice come il "D+1", ovvero il giorno dopo la morte della Regina, per decidere dove il Primo Ministro dovrà rilasciare le proprie dichiarazioni in pubblico in merito all'evento.
Con questa formula, secondo quanto rivelato qualche settimana fa dal Guardian, sarà comunicata la morte di Elisabetta II al Primo Ministro inglese. Sarà, infatti, Theresa May la prima ad essere informata del lutto che investirà l'intero Regno Britannico. A dare la notizia dovrà essere il segretario privato della Regina, Sir Shristopher Geidt, utilizzando una linea super sicura e diretta con Downing Street, sede del governo.
A questo punto spetterà invece al Premier informare il ministro degli Esteri, Boris Johnson, che a sua volta si metterà in contatto con le cancellerie di tutto il mondo, con un ordine di priorità ben preciso.
I primi 15 Stati ai quali verrà comunicata la notizia sono quelli dei quali la Regina esercita ancora una forma di potere. A seguire toccherà ai 36 componenti del Commonwealth. Solo a questo punto, con un comunicato ufficiale affidato all'agenzia di stampa Press Association, la notizia diventerà di dominio pubblico. Ne saranno informati i leader di Usa, Europa e presumibilmente Russia, nonostante la rottura diplomatica seguita al caso Skripal, la ex spia di Mosca avvelenata a Salisbury.
Saranno 10 i giorni di lutto che scatteranno in Gran Bretagna, a partire da quando un domestico di Buckingham Palace listerà a lutto il portone della residenza reale. Ad essere listato di nero anche il sito ufficiale della Casa reale e tutti gli account social.
La domanda che rimbalza in queste ore, però, è perché sia stato messo a punto (e ora "provato") un piano apposito per gestire l'evento luttuoso. La risposta sta soprattutto nella veneranda età della Regina, unita al fatto che Elisabetta II non sembra intenzionata ad abdicare in favore del figlio finché sarà in grado di guidare moralmente (e fisicamente) il Regno Unito.
Mentre il marito, Filippo, ha già abbandonato formalmente le scene, salvo partecipare al fianco al fianco della moglie nelle occasioni più importanti, la Sovrana sembra decisa a porre fine al suo regno solo al momento della sua scomparsa. Un decesso che i media britannici immaginano avverrà dopo una breve malattia.
Forse per questo, il malessere (un'influenza, pare) che l'ha colpita di recente, ha fatto scattare l'allarme.
Quando toccò all'ultimo monarca prima di Elisabetta II morire, il padre re Giorgio VI, venne usato un altro nome in codice, che indicava un altro monumento e luogo simbolo di Londra: Hyde Park Corner. La scelta di questo genere di indicazione cifrata è dovuta all'esigenza di riservatezza che una notizia del genere del avere.
Sempre in occasione della morte di re Giorgio VI, scomparso il 6 febbraio del 1952 alle 7.30 del mattino, la notizia venne diramata dalla BBC soltanto alle 11.15. Anche nel caso del tragico decesso di Diana la prima a diramare la notizia, il 31 agosto del 1997, fu la BBC. Ora, invece, pare che il monopolio non ci sarà più.
Subito dopo l'annuncio della scomparsa della Regina è comunque prevista una copertura da parte di tutti i media non solo delle fasi che precederanno i funerali e la preparazione della cerimonia, ma anche tramite speciali in larga parte già pronti. Tanto per fare qualche esempio, il Guardian ha già confezionato una serie di storie da pubblicare, il Times ha fatto sapere di avere materiale per coprire l'evento per 11 giorni. Sky News e ITN, che per anni hanno fatto le prove tecniche di trasmissioni usando il nome Mrs Robinson per scaramanzia, hanno già fatto firmare contratti ad esperti che potranno parlare (per ore e giorni) della Regina in esclusiva sui propri canali.
Si stima che solo i collegamenti con gli Stati Uniti terranno incollati agli schermi qualcosa come 300 milioni di spettatori. Anche le radio sono attrezzate per le dirette per coloro che si troveranno nel traffico e non potranno seguire le cerimonie e i dibattiti davanti alla tv. Pronto l'immediato cambio di programmazione anche per quanto riguarda la parte musicale: saranno trasmessi solo brani classificati come Mood 2 (tristi) o Mood 1 (i più tristi in assoluto): "Sarà il segnale che è accaduto qualcosa di terribile" scrisse già nel 2011 il produttore della BBC radio, Chris Price.