GCAP, caccia Tempest a Tokyo l’incontro decisivo
(Ansa)
Difesa e Aerospazio

GCAP, per il caccia Tempest tra un mese a Tokyo l’incontro decisivo

Mantenere il passo ed evitare ritardi e qualsiasi indecisione politica, così il segretario della Difesa britannico Ben Wallace ha sintetizzato l’importanza del programma Gcap (Global Combat Air Program), durante una conferenza organizzata la scorsa settimana presso l'ambasciata del Regno Unito in Italia, alla quale era presente anche il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto. La preoccupazione di Wallace sta nelle «disastrose» conseguenze che avrebbe una falsa partenza del programma oppure un ripensamento da parte di un partner a fase operativa iniziata.

Il Gcap è l’evoluzione del programma chiamato Tempest, il nuovo caccia di sesta generazione, per il quale nel mese di marzo è previsto un importante incontro in Giappone per definire i prossimi passi essenziali per la realizzazione del “sistema di sistemi”, come viene definito tecnicamente. Wallace ha dichiarato: «Politicamente, l'importanza di questa collaborazione è che non possiamo deluderci a vicenda; tutti e tre i Paesi hanno bisogno di nuove capacità di combattimento verso la fine del prossimo decennio», aggiungendo: «Come diciamo noi inglesi: “In for a penny, in for apound", letteralmente dentro per un centesimo, dentro per una sterlina». Il pensiero non è tanto nei confronti dell’Italia, con la quale i Regno Unito ha già realizzato due importanti programmi aeronautici in passato, ovvero lo Mrca Tornado e l’Eurofighter Typhoon, quanto al grande cambiamento in termini di politica della Difesa che la partecipazione al Gcap impone al Giappone a causa della sua costituzione, nata dopo la Seconda guerra mondiale e figlia della resa incondizionata. Wallace ha anche sottolineato: «Questo dimostra che il mondo sta cambiando. Se il Giappone cambia significa che il mondo sta cambiando», ha detto, alludendo al grande rispetto che la popolazione del Sol Levante ha per le sue tradizioni e la sua storia. Nell’occasione romana il ministro Crosetto ha ricordato che il Giappone, tra le tre nazioni partecipanti, ha il requisito più urgente per un nuovo aereo da supremazia aerea che pertanto dovrebbe ricevere le prime consegne già nel 2035. Tokyo qualche mese fa ha rivisto la sua strategia in fatto di sicurezza nazionale considerando in tutta la sua pericolosità sia l’atteggiamento espansionista cinese, sia le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina. Secondo Pechino, Tokyo potrebbe diventare «l’Ucraina dell’Asia» e questa affermazione da parte cinese ha scatenato reazioni per nulla intimorite del governo guidato da Fumio Kishida, che guida un esecutivo deciso a rendere la Difesa nazionale ancora più efficace.

Gcap per il Giappone rappresenta anche una riduzione della dipendenza del Paese dall’acquisto di armi prodotte negli Usa o su licenza, una mossa che non è affatto ostacolata da Washington nell’ottica di portare le tre nazioni partecipanti al progetto ad assumere maggiori responsabilità militari aumentando la condivisione degli oneri di Difesa tra gli alleati, partendo proprio dal controllo degli approvvigionamenti e dalle capacità industriali e tecnologiche. Di conseguenza, il riarmo di Tokyo preoccupa Pechino poiché Giappone più forte può aiutare gli Usa in Asia a tenere sotto controllo la situazione nel Pacifico e diventare un alleato per la difesa dell’indipendenza di Taiwan. In fatto di flotta aerea, oltre ai 155 esemplari di F-15 Eagle prodotti da Mitsubishi con le 62 unità di F-2A, praticamente la copia fatta su licenza dello F-16, entrambi velivoli maturi e per talune caratteristiche superati, in fatto di caccia di quinta generazione Tokyo dispone soltanto di 34 F-35 in versione A e B su un ordine totale di 123 da completare nei prossimi 15 anni.Tuttavia, gli Usa anni fa si rifiutarono di vendere al Giappone gli F-22, ovvero caccia da supremazia aerea per sostituire gli F-15. Per il programma Gcap, come già avvenuto per lo F-35 ma sotto la guida Usa, Mitsubishi dovrebbe quindi collaborare con la britannica Bae Systems e l’italiana Leonardo, con queste ultime due che sono anche partner di Mbda, che svilupperà i sistemi missilistici e altra tecnologia.

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