Generazione smartphone: qual è l’età giusta per cominciare?
Gli esperti lo chiamano ‘’telemothering’’ o ‘teleparantage’’, che non è altro che la diffusa abitudine di dotare i nostri ragazzi, o ragazzini, o addirittura bambini di telefonino cellulare.
Il problema mi si è riproposto più volte: Emma ha 11 anni quest’ anno, e praticamente al cospetto dei suoi compagni a volte può sembrare una amish, visto che è tra i rari casi di ragazzina senza telefonino. O meglio, senza smartphone, in quanto non contenti di dotare i propri figli di telefonino, generalmente i miei ‘’colleghi’’ genitori pensano ai modelli più all’avanguardia.
Il dibattito si è avviato anche a casa mia, e ho serenamente imposto un limite d’età che mi pare abbastanza ragionevole: sedici anni. Moglie e suocera hanno a lungo contestato questo mio diktat non negoziabile, fino al momento in cui Emma ha raccontato come la sua amichetta abbia aperto un profilo in Instagram all’insaputa dei genitori infarcendola di sguardi ammiccanti, oppure come un’altra abbia gettato nella spazzatura il suo telefono simulando lo smarrimento per ottenerne uno nuovo. E improvvisamente si sono accorte come il telefono cellulare in mano ad un ragazzino da strumento di ”controllo” possa diventare improvvisamente strumento di ”trasgressione senza confini”.
La mia posizione non è salutistica, tantomeno moralistica. Parto semplicemente dal presupposto che mia figlia non abbia bisogno di uno smartphone per comunicare con i suoi amici, e che il sottoscritto non abbia bisogno di controllarla, e cerco di affidarmi all’antica abitudine di credere a ciò che mi racconta, e in caso tirarle un montessoriano sganassone nel caso faccia enormi vaccate.
E lo dice uno che ha aperto la pagina Facebook del proprio cane..
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