Musica
July 14 2022
Considerato a ragione uno dei migliori dischi live di sempre, Seconds Out è la testimonianza della golden age dei Genesis senza Peter Gabriel. Spettacolare la tracklist e spettacolare la performance dei musicisti sul palco che vede coinvolti oltre ai quattro membri originali (Steve Hackett lascerà il gruppo poco prima dell'uscita del disco), anche i batteristi Chester Thompson e Bill Bruford (soltanto nel brano The Cinema Show), chiamati a sostituire Collins, diventato frontman e vocalist della band.
Registrato in gran parte al Palais des Sports di Parigi nel 1977, Seconds Out è un viaggio lungo 95 minuti nel repertorio del gruppo (numerosi critici scrissero che i brani presenti nel disco tratti da Trick of the tail e Wind and Wuthering erano infinitamente migliori delle versioni originali in studio). Un viaggio da gustare al meglio nell'edizione in vinile da 180 grammi del 2019, frutto di una brillante rimasterizzazione eseguita nei leggendari Abbey Road Studios di Londra.
Nei Genesis di Seconds Out viene meno l'approccio teatrale di Gabriel, mentre, al contrario, viene esaltata l'anima jazz rock che si fonde virtuosamente con l'attitudine progressive. La vetta del disco è Supper's ready, lasuite i sette atti che occupa un'intera facciata del doppio vinile. Non da meno The Lamb lies down on Braodway, The Carpet Crawl, The Musical Box, I know what I Like (dal mitico Selling England By The Round) e Firth of Fifth nella sua versione migliore di sempre. E poi, ancora, Afterglow e, per finire, Dance on a Volcano e Los Endos. In definitiva, un album praticamente perfetto, che, alla genialità delle canzoni e dei musicisti, abbina una produzione impeccabile e una qualità sonora eccezionale, inimmaginabile fino a quel momento per i live album degli anni Settanta.