Genoa focolaio Covid: ora la Serie A trema

Adesso la Serie A trema perché per la prima volta si trova a dover gestire un focolaio dentro una delle 20 squadre del campionato, con il rischio di ricadute sul calendario molto serrato di questa stagione. Il Genoa, che già era volato a Napoli senza il portiere Perin e il danese Schoene, risultati infetti nella giornata di vigilia al sabato, ha ora dovuto comunicare che il numero dei tesserati positivi è salito a 14 ci cui 10 presumibilmente calciatori e gli altri componenti dello staff. Un autentico choc per il club ligure e per tutto il torneo, perché il rischio che il focolaio Genoa possa estendersi non è escluso a priori.

I primi ad allarmarsi sono quelli del Napoli, protagonisti nella giornata di domenica della sfida con il Genoa al San Paolo, che era stata appositamente spostata dalle ore 15 alle ore 18 per consentire ai rossoblù di effettuare un giro di test dopo la positività di Perin, leggermente sintomatico. Per i partenopei sono stati predisposti immediatamente esami così da verificare se il contagio si è esteso nel corso della partita, fatto che rappresenterebbe una prima volta da quando il calcio è ripartito a giugno dopo il lockdown scommettendo sulla capacità di mantenere sotto controllo e sani , quasi una bolla, i suoi gruppi squadra.

Con numeri di positività al coronavirus così alti è difficile immaginare che Genoa-Torino, in programma sabato 3 ottobre alle ore 18 per la terza giornata del campionato, possa disputarsi. E in caso di problemi anche nella rosa del Napoli, la criticità si estenderebbe anche a Juventus-Napoli che si deve giocare 27 ore più tardi. Poi c'è la sosta per le nazionali e una pausa di quindici giorni che paradossalmente può aiutare il torneo a non restare troppo indietro.

I tempi sono serrati e soprattutto per le grandi è difficile trovare date per eventuali recuperi. Anche per questo la Figc e la Lega continuano a discutere l'ipotesi di un piano B con i playoff e i playout nel caso non si riesca a concludere la stagione con la tradizionale formula delle 38 giornate. E' presto per giungere a conclusioni, ma il focolaio interno al Genoa dimostra che non tutto si può controllare nel mondo del calcio e arriva nel momento peggiore, con la curva epidemiologica in crescita costante (tanto che il CTS e il Governo hanno bocciato la riapertura degli stadi) e pochi giorni dopo il via libera alla riduzione dei tamponi per calciatori da uno ogni quattro giorni a uno obbligatorio nelle 48 ore prima di un impegno agonistico. Quanto accaduto nel Genoa darà forza al partito dei contrari e dei prudenti.

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