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Genova, le colpe per quei lavori non eseguiti

Vi prego, risparmiateci l’ipocrisia.
Che cosa abbiamo? Un governatore della Liguria, Claudio Burlando, ai vertici del potere ligure da una vita e forse due, che c’informa: "Se lunedì mi dicono di procedere, io procedo". Lunedì, due giorni dopo, perché di mezzo c’è il fine settimana.

E procedere a cosa?
A avviare i lavori di consolidamento del territorio per scongiurare le conseguenze tragiche delle inondazioni. Sempre a chiuder la stalla quando i buoi sono scappati. Sempre a fare i decisionisti quando il momento della decisione è passato e la frittata combinata. Sempre a evitare le dimissioni, l’autocritica, le scuse.


Genova alluvionata: 3 cose da fare subito


Chiedere perdono
Burlando avrebbe dovuto solo chiedere perdono per l’incapacità a imporsi nel braccio di ferro con gli avvocati e i magistrati del Tar che hanno bloccato i lavori per via dei contenziosi dopo le gare. I soldi per i lavori c’erano e ci sono, nessuno li ha spesi perché "pende" una causa.

Gli angeli del fango

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Al lavoro i giovani di Genova

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Volontari al lavoro per liberare le strade dal fango dopo l'alluvione che ha colpito Genova, 11 ottobre 2014

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Giovani volontari al lavoro per liberare le strade dal fango dopo l'alluvione che ha colpito Genova, 11 ottobre 2014

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"Non c'è fango che tenga" dice la maglietta del giovane volontario al lavoro a Genova - 11 ottobre 2014

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Il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco sui luoghi dell'alluvione che ha colpito il capoluogo ligure

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Volontari al lavoro per liberare le strade dal fango dopo l'alluvione, nella zona di Borgo Incrociati, Genova, 11 ottobre 2014

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Secchi, ramazze, stivaloni in plastica e tanta forza nei giovani volontari di Genova

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Volontari al lavoro a Genova, 11 ottobre 2014

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Volontari al lavoro a Genova - 11 ottobre 2011

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Lavori di sgombero dalle macerie a Genova, 11 ottobre 2014

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Volontari della protezione civile a Genova, 11 ottobre 2014

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I lavori di sgombero delle macerie a Genova dell'11 ottobre

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Lo sgomento di un cittadino di genova davanti al disastro post alluvione

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Un volontario della Protezione civile a Genova

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Cittadini e volontari lavorano per sgomberare le macerie sulle strade accumulatesi a causa dell'alluvione a Montoggio, nell'entroterra genovese, 11 ottobre 2014

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Cittadini e volontari lavorano per sgomberare le macerie sulle strade accumulatesi a causa dell'alluvione a Montoggio, nell'entroterra genovese, 11 ottobre 2014.

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Cittadini e volontari lavorano per sgomberare le macerie sulle strade accumulatesi a causa dell'alluvione a Montoggio, nell'entroterra genovese, 11 ottobre 2014

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Cittadini e volontari lavorano per sgomberare le macerie sulle strade accumulatesi a causa dell'alluvione a Montoggio, nell'entroterra genovese, 11 ottobre 2014.

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Ruspe al lavoro per rimuovere il fango dalle strade dopo l'alluvione.

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Un momento dei soccorsi ai passeggeri del treno deragliato vicino a Genova

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Genova: l'acqua ha ancora una volta travolto tutto

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Genova di nuovo in ginocchio dopo l'alluvione del 2011

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Un angolo di Genova al risveglio, dopo le violente piogge che nella notte hanno provocato un morto e allagamenti in varie parti della città.

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Un uomo attraversa un ponte pieno di detriti a Genova, dopo le violente piogge che nella notte hanno provocato un morto e allagamenti in varie parti della città.

Gli angeli del fango

Auto accatastate, fango e devastazione: Genova è di nuovo in ginocchio per il maltempo.
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Intanto a Genova la città è messa in ginocchio dalla pioggia (torrenziale, certo, ma insomma, sempre pioggia è). Ha avuto il coraggio di pronunciarsi pure Marta Vincenzi, sindaco dal 2007 al 2012 (cinque anni!), per sottoscrivere le parole del capo della Protezione civile, il prefetto Franco Gabrielli, contro il vezzo e vizio di scaricare il barile e prendersela coi capri espiatori.

I fondi disponibili
È per la mancata correzione di quegli errori, e a dispetto dei fondi disponibili (decine di milioni), che adesso Genova si ritrova sott'acqua come tre anni fa e come prima e prima ancora. Una emergenza continua. Passerà la nottata, passerà questo periodo, la stagione delle piogge finirà e ci ritroveremo nel silenzio dei corridoi di tribunale, fra scartoffie e contenziosi e con Burlando che ha un titolo che non merita: Commissario straordinario.

Non lo merita perché due sono le cose: o aveva i poteri di commissario straordinario e non li ha usati, oppure non li aveva e allora che commissario straordinario è…

È per la mancata correzione di quegli errori, e a dispetto dei fondi disponibili (decine di milioni), che adesso Genova si ritrova sott'acqua

Ma Gabrielli non si riferiva alla Vincenzi, che fa parte ormai della storia della città, ma ai meteorologi che hanno sbagliato le previsioni o magari al sindaco Marco Doria successore della Vincenzi.
Lei, la Vincenzi, non è neppure un capro espiatorio, e non può presentarsi come una vittima. A parte le indagini che la riguardano per i disastri del 2011, ha avuto la responsabilità di prima cittadina per troppi anni. Qualche colpa, di grazia, ce l’ha o no? Dice il prefetto Gabrielli che Genova è una città "che ha 50 chilometri di fiumi tombati, che ha avuto uno sviluppo urbanistico, per scelte anche secolari, sbagliato, e c’è un problema strutturale".

Il ruolo dei magistrati
Forse l’esondazione ciclica di ruscelli, torrenti e fiumi insinuerà qualche dubbio sul ruolo che i magistrati svolgono in questo paese: invece di garantire la giustizia e raddrizzare le situazioni storte, contribuiscono a negare il diritto rinviando il giorno delle sentenze (perfino su questioni che implicano la vita e la morte) e intanto si crogiolano nell’esercizio di un potere pressoché assoluto, indifferenti alle conseguenze delle proprie lungaggini, a volte anche delle proprie astruse battaglie ideologiche, e della cecità verso tutto ciò che non sia codicillo e regolamento.

Democrazia è anche prendere decisioni
Il mio spirito liberale m'impedisce di saltare alle conclusioni estreme, cioè alla constatazione che forse è necessario qualche meccanismo autoritario per garantire la sicurezza dei cittadini. Ma la democrazia non funziona se non assicura la possibilità di prendere decisioni, e se l’equilibrio dei poteri si risolve in paralisi.
Mi stupisce che non vi sia un sollevazione popolare contro le pastoie burocratiche e l'incapacità degli amministratori. Questi hanno invece il coraggio di parlare e pretendere d'andare avanti (di lunedì, mi raccomando) come nulla fosse.

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