Lifestyle
June 12 2017
Geneticamente modificati, di Stefano Bertacchi, è la nuova uscita dei Microscopi di Hoepli, una felice collana di divulgazione scientifica che porta in libreria testi di giovani autori che raccontano in modo semplice e alla portata di tutti argomenti di ambito tecnologico e scientifico.
Bertacchi, con taglio didattico e facilmente fruibile, racconta un argomento che ci riguarda da vicino, ma che spesso colleghiamo solamente alle celebri polemiche sui vegetali geneticamente modificati: le biotecnologie. Si tratta di una scienza che ha fatto capolino nei primi del Novecento, occupandosi dei metodi della produzione di nuove sostanze attraverso l’utilizzo di organismi. La strada percorsa dalle biotecnologie in neanche un secolo è molto lunga e ormai tocca i più disparati settori, da quello medico a quello agrario, da quello industriale a quello ambientale.
Una storia antica
Alle biotecnologie, Geneticamente modificati si avvicina step by step, partendo dalle basi, dai legami del carbonio e dalle cellule, per arrivare all’argomento centrale, il re della questione: il DNA, il più prezioso contenitore di dati che conosciamo. Le sue mutazioni, spontanee o indotte, possono portare vantaggi adattativi o svantaggi (basti pensare ai tumori) e l’uomo stesso compie dalla notte dei tempi una selezione artificiale – una vera e propria modificazione genetica – nelle cose che mangia o negli animali di cui si serve. Insomma se guardate con sospetto alle nuove tecnologie, e pensate che le carote siano sempre state arancioni e il mais con dei grandi chicchi gialli, sbagliate.
Frutta e verdura, praticamente tutta quella che ospitiamo ogni giorno nel nostro frigorifero, è frutto di millenni di selezione: basti pensare che le prime carote addomesticate sono afghane e vecchie di 5000 anni. Lo stesso, naturalmente, vale per gli animali: le razze dei cani domestici che conosciamo oggi sono diverse dai loro predecessori selvatici, così come le pecore e i cavalli, i gatti e i pesci. Tutti sono stati allevati in base a determinate necessità dell’uomo, fossero esse alimentari, di trasporto, o di compagnia.
Chi ha paura del pomodoro-pesce?
Le biotecnologie non sono rivolte solamente alle modificazioni genetiche dei viventi, ma è pur vero che il legame tra queste e gli OGM è fondamentale. Abbiamo però appena visto che la gran parte delle cose che mangiamo è geneticamente modificata, nel senso di selezionata attraverso l’intervento attivo dell’uomo secondo i suoi bisogni: allora cosa si intende davvero per OGM?
È quello che spiega uno degli ultimi capitoli di Geneticamente modificati, con una serie di casistiche specifiche e accurate. Un esempio? Spesso si parla dei veleni di alcuni ortaggi OGM, si tratta però di veleni innocui per l’uomo, il cui scopo è allontanare i parassiti infestanti.
Bertacchi si sofferma anche sul problema della divulgazione scientifica, particolarmente difficile, anche a causa della complessità di molti argomenti, e soggetta molto spesso a bufale tanto clamorose quanto, nell’era della comunicazione istantanea dei social network, difficili da estirpare. È certamente vero che quella degli OGM è una tecnologia relativamente recente e che di conseguenza le osservazioni sono ancora in corso, ma questo non elimina un fatto importante: che la loro cattiva reputazione sia dettata per larga parte da una narrazione sbagliata, che evoca senza alcuna correlazione reale immagini di malattia e morte.
Comunicare le innovazioni è sempre un compito arduo, così come è arduo, per chi è digiuno di una materia, approcciarsi ad essa in modo critico. Geneticamente modificati e la collana Microscopi di Hoepli, vogliono essere uno strumento per sopperire a questa difficoltà, e spiegare, in modo semplice ma sempre dettagliato e preciso, le grandi sfide e i grandi cambiamenti che ci circondano. Anche sugli scaffali del supermercato.
Stefano Bertacchi
Geneticamente modificati
Hoepli, 2017
144 pp., 12,90 euro