La Germania in crisi economica mentre Scholz spegne il «semaforo»

La Germania si trova a un bivio, con un governo in crisi e una situazione economica sempre più preoccupante. Oggi pomeriggio il cancelliere Olaf Scholz incontrerà il presidente dell'Unione Cristiano-Democratica (CDU), Friedrich Merz, per discutere delle prossime tappe della crisi di governo che ha scosso il paese negli ultimi giorni. La situazione è complessa: Scholz ha escluso un voto di fiducia al Bundestag prima del 15 gennaio e punta a indire elezioni generali anticipate entro la fine di marzo. Merz, leader dell'opposizione, ha invece chiesto una decisione più rapida, sollecitando un voto di fiducia «al più tardi all'inizio della prossima settimana», per poter convocare le elezioni nella seconda metà di gennaio.

Il contesto economico che accompagna la crisi politica è altrettanto inquietante. La produzione industriale tedesca ha subito un duro colpo a settembre, scendendo del 2,5% rispetto al mese precedente, un dato molto peggiore delle previsioni degli analisti. Il calo annuo è stato ancora più marcato, con una contrazione del 4,6%. Le difficoltà nel settore automobilistico, che ha visto una flessione del 7,8% a settembre dopo un rimbalzo ad agosto, e la crisi energetica, che ha rallentato il recupero delle industrie ad alta intensità energetica, sono tra i principali fattori alla base di questa debacle. Nonostante la Germania rimanga la prima economia europea, la sua industria sembra essere in piena recessione, incapace di riprendersi da una crisi che dura ormai da mesi.

A complicare ulteriormente la situazione, le esportazioni tedesche hanno registrato un calo dello 0,7% rispetto ad agosto, con la Cina che ha ridotto i suoi acquisti dal paese, segnando una diminuzione del 3,7% delle importazioni tedesche. Al contrario, gli Stati Uniti hanno continuato ad essere una destinazione favorevole per i prodotti tedeschi, con un aumento delle esportazioni del 4,8%. Tuttavia, l’incertezza sul futuro del commercio internazionale e le difficoltà interne del paese pongono una seria minaccia all’economia tedesca, già fragile.

Gli analisti, come Jens-Oliver Niklasch di LBBW, avvertono che la Germania rischia di uscire dai binari, con un possibile prolungamento della recessione, se non si intraprendono azioni tempestive. Inoltre, la crescente preoccupazione per la politica commerciale dell’amministrazione Trump, che ha fatto delle barriere doganali uno dei suoi principali cavalli di battaglia, non fa che aumentare il livello di incertezza per le imprese tedesche.

Il quadro politico si è fatto ancor più incandescente ieri sera, con la rottura definitiva della coalizione di governo, che vedeva un’alleanza tra i socialdemocratici (SPD), i verdi e i liberali (FDP), nota come coalizione "semaforo". La crisi è esplosa dopo le dimissioni del ministro delle Finanze, Christian Lindner, leader dei liberali, che ha segnato la fine della collaborazione tra i partiti. Le divergenze sulla politica economica e il bilancio hanno minato le fondamenta del governo: se da una parte il SPD spinge per un aumento della spesa pubblica per stimolare l’economia, dall’altra i liberali chiedono tagli e maggiore rigore.

In un discorso drammatico, il cancelliere Olaf Scholz ha dichiarato che non c'è più «sufficiente fiducia» per continuare la cooperazione tra i partiti di coalizione, indicando che la situazione non può più essere sostenuta. Nonostante ciò, Scholz ha cercato di mantenere una linea pragmatica, annunciando la possibilità di un governo di minoranza che possa continuare a governare almeno per qualche mese, cercando di ottenere maggioranze di volta in volta per approvare leggi cruciali.

Il bilancio 2025, al centro della disputa che ha portato alla rottura, è ora in sospeso, e senza un accordo, potrebbe essere adottata una versione ridotta del piano. Scholz ha anticipato che, in caso di una sua probabile sconfitta nel voto di fiducia di metà gennaio, si procederà a elezioni anticipate, probabilmente entro la fine di marzo.

La crisi politica e l’instabilità economica che attraversano la Germania non solo hanno ripercussioni interne, ma potrebbero anche influire sul futuro dell'Unione Europea. Come ha sottolineato il ministro degli Esteri Annalena Baerbock, la rottura della coalizione rappresenta «un brutto giorno per la Germania, ma anche per l’Europa». In questo contesto, la Germania si prepara a partecipare a un vertice informale a Budapest, con l'Ucraina e la Turchia, mentre la crisi interna sembra compromettere la capacità del paese di affrontare sfide cruciali, sia politiche che economiche, in un momento di incertezze globali.

La strada verso il futuro rimane incerta. La Germania, storicamente considerata la locomotiva dell'economia europea, si trova ora a fronteggiare una crisi senza precedenti che rischia di scardinare l'intero sistema politico ed economico del paese. La sfida per Olaf Scholz, e per il futuro della Germania, sarà trovare una via d'uscita da questa instabilità che non solo minaccia la sua leadership, ma anche l'unità e la forza economica dell'Europa.

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