gino cecchettin
(Ansa)
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Gino Cecchettin, la prova che il maschio non è il solo e unico colpevole

Da giorni il maschio, l’uomo, è sotto attacco. E, devo ammetterlo, ieri sera stavo vacillando cominciando a sentirmi anche io colpevole, senza aver capito bene di cosa. Dalla morte di Giulia Cecchettin «patriarcato» è diventata parola usata ed abusata ma ieri, davvero, c’è stata un violento intensificarsi degli attacchi. A Stasera Italia, programma di Rete 4, una degli ospiti snocciolava la seguente serie di dati: «Gli uomini sono il 95% degli stupratori, degli usurai, degli spacciatori, dei frequentatori di siti pedopornografici, dei carcerati, di ladri e rapinatori….» il tutto con una cattiveria ed una convinzione profonda nel suo odio verso il maschio colpito da «violenza genetica». Si, i geni. Siamo cattivi e pericolosi, tutti noi dotati di cromosoma Y. Alle sue convinzioni un altro degli ospiti rispondeva così: «Quindi secondo lei anche un giovane come Sinner è potenzialmente pericoloso?». Risposta: «Si, geneticamente si».

Perplesso cambio canale dove raccontano di uno studio secondo il quale nelle scuole italiane ci sarebbe della discriminazione, soprattutto per la Matematica. E, anche qui, un’esperta spiegava che in «effetti la materia viene insegnata in maniera diversa ai maschi…». Ho vacillato. Poi però nei social ho trovato la risposta ed un po’ di respiro.

il 100% delle donne che seguo ha postato nelle ultime 24 ore l’immagine di Gino Cecchettin, il papà di Giulia, con le frasi sull’amore dedicate alla figlia nel giorno del funerale. Gino Cecchettin è diventato un esempio, un educatore, un ispiratore, forse il primo della classifica e nessuno può dire il contrario. Un uomo capace di parlare dopo un dolore unico ed insopportabile e di lanciare messaggi d’amore verso la società e dedicati alle donne. Siamo tutti con lui, anzi, siamo tutti Lui.

però anche il signor Gino Cecchettin è un maschio, anche lui ha quel maledetto cromosoma Y, eppure tante persone da giorni impegnate ad attaccare il maschio in quanto tale ieri lo hanno portato in palmo di mano. La contraddizione è evidente ma preferisco chiamarla «confusione».

Generalizzare è sbagliato, anzi, è semplicemente assurdo. Perché se è vero che il 90% dei delinquenti è maschio è altrettanto vero che il 90% degli uomini italiani è incensurato e che c’è tanto di buono anche in chi ha il cromosoma Y.

Da anni alla domanda «potessi scegliere una persona da intervistare chi sceglieresti?» la mia risposta è sempre la stessa: Francesco De Nardo. Si, il papà di Erika la ragazza che nel lontano ormai febbraio del 2001 uccise il figlio e la moglie del signor Francesco.. Un uomo che non ha mai parlato, mai commentato, mai gradato. È stato zitto e soprattutto è sempre stato vicino a quella figlia che gli ha distrutto la vita, uccidendogli due delle tre persone che amava; la terza è Erika che lui, è chiaro, non ha mai smesso da amare, nemmeno da assassina.

Abbiamo il compito di far si che Giulia sia davvero l’ultima e dobbiamo soprattutto lavorare sull’educazione di noi maschi. Ma buttarci addosso qualsiasi tipo di accusa non aiuta, anzi… Serve lucidità e soprattutto serve capire che non siamo nel mezzo di una guerra tra sessi ma di una battaglia culturale, sociale educativa. E tutti dobbiamo remare dalla stessa parte, che si abbia o no il cromosoma Y.

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