Tendenze
April 06 2023
Il settore della gioielleria continua a brillare. Mentre il valore dell’oro ha raggiunto i 2.031 dollari l’oncia, superando il massimo registrato ad agosto 2020, il tasso di crescita previsto per il mercato globale sfiora l’8.5% con un possibile raggiungimento dei 518 miliardi di dollari di fatturato entro il 2030.
I maggiori gruppi e aziende operanti nel lusso stanno investendo in maniera sempre più massiccia sul mercato dei gioielli. È di poche ore fa la notizia secondo cui Gismondi 1754 avrebbe acquistato Vendorafa, storico marchio artigianale italiano, per 662.600 dollari. LVMH ha invece acquisito The Pedemonte Group, un conglomerato di laboratori di produzione indipendenti in Italia e Parigi noti per la loro combinazione unica di tecnologia e artigianato tradizionale. Prada ha scelto, lo scorso anno, di lanciare sul mercato la sua prima collezione di alta gioielleria: un’offerta genderless composta da quasi 50 pezzi realizzati esclusivamente con oro riciclato 100% e pavé di diamanti certificati, verificabili e tracciabili. Bulgari e Tiffany hanno fatto il loro debutto dell’universo degli NFT e Sotheby’s ha battuto all’asta un diamante blu per poco meno di 57.5 milioni di dollari, uno dei prezzi più alti mai pagati per un diamante all’asta.
Il lusso continua così a mostrare la sua resilienza, ma con un occhio sempre più vigile sul mercato che si trova in un’importante fase di cambiamento, data principalmente dall’arrivo di una nuova generazione di clientela. Secondo Équité, società di strategie di brand di consumo: «Se le vendite della Generazione Z non raggiungeranno il 10-15%, alcune aziende diventeranno obsolete entro la fine del decennio».
Quali sono allora le tendenze che le aziende devono fare proprie nel più breve tempo possibile? La prima ha a che fare con uno dei termini più dibattuti degli ultimi anni, sostenibilità. Gli standard di qualità si stanno facendo sempre più elevati, i consumatori sono sempre più istruiti e interessati all’impatto sociale dei beni di lusso, e la maggior parte di loro è disposta a pagare prezzi più alti a fronte di un investimento duraturo.
Un altro aspetto importante è l’approccio genderless, ormai imprescindibile per le nuove generazioni, che si unisce a un rifiuto del convenzionale che sfida i confini dell’avanguardia artistica. Viene naturale fare un cenno all’universo moda, più precisamente al lavoro di Daniel Roseberry per Schiaparelli, con le sue incantevoli armature di metallo dorato.
Un nuovo concetto di «surrealismo» che i brand giovani riescono a interpretare alla perfezione. Ne è un esempio Bea Bongiasca, con i suoi gioielli dalle forme e dai colori inusuali che si attorcigliano sulle dita in un fantasioso Eden. Si ispira alla natura anche la collezione più iconica di Pasquale Bruni, «Giardini Segreti» che per questa primavera si amplia con nuove referenze ancora più eteree. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda ha incontrato la danza, più precisamente il Flamenco, l’essenza più profonda del movimento e dell’evoluzione della forma, in un anello dalla forma unica.
Sempre in equilibrio tra nostalgia e futuro, Tiffany ha presentato la nuova linea di gioielli genderless «Tiffany Lock». Un omaggio all'heritage della Maison fondata a New York 1837 da Charles Lewis Tiffany, la collezione - composta da bracciali, anelli, orecchini e collane - presenta un design innovativo con un meccanismo girevole che consente ai gioielli di aprirsi e chiudersi.
Per promuovere il lancio di questo nuovo capitolo del brand, Tiffany ha scelto Rosè delle Blackpink, la girl band più popolare al mondo (oltre ad aver annunciato Jimin dei BTS come nuovo ambassador) a dimostrazione del bisogno di avvicinare un pubblico più giovane al marchio.
Ed è sempre dai giovani che prende vita un nuovo importante trend, quello di mixare materiali diversi, in un contrasto di colore e materia. «L'oro giallo è sempre stato considerato tradizionale, storicamente associato alle cerimonie, ma c'è un crescente desiderio di essere più sperimentali e meno tradizionali» racconta la designer di gioielli Ananya Malhotra. Sono della stessa opinione Chiara Capitani e Romy Blanga, fondatrici di Eéra, che con i loro orecchini a moschettone hanno fatto il giro del mondo.
Per Recarlo, i contrasti d’oro bianco e oro giallo, abbinati a diamanti rotondi, taper e baguette sono alla base della linea «Anniversary MORE», che racconta come un inno al glamour che consente di esprimere il proprio stile al massimo delle potenzialità, in maniera moderna, personale e unica.
Per Marco Bicego, la creatività audace e senza tempo del brand si racconta attraverso l’uso di gemme naturali che con le loro forme e colori «riescono a emozionare e suggestionarmi» dando vita a una storia fatta d’oro e artigianalità, design e ricerca, da cui prendono forma gioielli esclusivi, unici e irripetibili.
Le pietre sono anche al centro dell’universo Chopard che durante l’ultima settimana della Haute Couture di Parigi ha presentato diamanti, rubini, zaffiri e tormaline d’eccezione, pronti per essere sublimati e trasformati in creazioni uniche.
Nell’ottica della sostenibilità “preziosa”, Dodo - brand nato da una costola di Pomellato - ha inserito nelle sue collezioni granelli in ceramica blu, che riprendono tutte le sfaccettature del mare, rondelle in plastica riciclata e pietre sintetiche, come il rubino realizzato in laboratorio che arricchisce lastrica collezione «Cuore» donandole una nuova veste più moderna.