Cultura e passione. Così la GenZ impara le lingue

Le lingue straniere hanno da sempre rappresentato un ponte fondamentale per connettere culture diverse, facilitare il dialogo e promuovere lo scambio di idee. In un mondo globalizzato, la padronanza di più lingue è vista non solo come una risorsa professionale, ma anche come un arricchimento personale, aprendo nuove porte verso esperienze e conoscenze che trascendono i confini nazionali. Inglese, francese e spagnolo sono le lingue straniere più conosciute dagli italiani, ma negli ultimi anni si sta assistendo all’ascesa di lingue come il cinese e il coreano, in particolare tra i giovani, segno di una maggiore apertura culturale e curiosità verso paesi lontani.

In occasione della Giornata europea delle lingue, che si celebra il 26 settembre, Samsung ha colto l’opportunità per presentare i risultati del nuovo Trend Radar “Gli italiani e le lingue straniere”, realizzato in collaborazione con Human Highway. L’indagine esplora il rapporto degli italiani con le lingue straniere, con uno sguardo particolare alle modalità di apprendimento e all’influenza sempre più significativa delle tecnologie digitali.

La ricerca evidenzia un panorama linguistico eterogeneo, con significative differenze tra le varie generazioni. L’inglese, come prevedibile, si conferma la lingua straniera più diffusa: oltre l’80% della GenZ e dei Millennials afferma di padroneggiarla, contro il 50% della generazione dei Boomers. Un dato che rivela come l'inglese sia ormai percepito come una competenza imprescindibile per le nuove generazioni. In particolare, il 66% della GenZ dichiara di avere una conoscenza molto buona o addirittura di livello madrelingua.

Il francese, storicamente molto studiato in Italia, è conosciuto dal 35% degli italiani, con una maggioranza tra i Boomers (45%), evidenziando così un contesto culturale e scolastico differente rispetto a quello attuale. Lo spagnolo, invece, è particolarmente diffuso tra la GenZ, con un picco del 33%, confermando la crescente popolarità di questa lingua a livello globale.

Un dato interessante riguarda l’affacciarsi di lingue emergenti come il cinese e il coreano, con il 5% e il 4% della GenZ che le conosce rispettivamente. Questo fenomeno riflette l’interesse dei giovani italiani per le nuove tendenze culturali globali, come la k-culture e il k-pop. Complessivamente, solo il 17% degli italiani afferma di non parlare alcuna lingua straniera, e tra questi, oltre il 60% vorrebbe imparare l'inglese.

Il rapporto mette in luce il ruolo sempre più centrale della tecnologia nell'apprendimento delle lingue. Se la scuola resta il luogo principale dove avviene il primo approccio alle lingue straniere, la GenZ si distingue per l'utilizzo di canali digitali ed extrascolastici. Circa il 20% dei giovani segue corsi online, un segno della dimestichezza con le nuove tecnologie. Ma il vero cambio di paradigma riguarda l'apprendimento attraverso hobby e tempo libero: il 40% dei giovani dichiara di aver migliorato il proprio inglese grazie alla musica, seguita dalla visione di film e serie TV (32%) e dai viaggi all'estero (31%).

Anche per lo spagnolo, il 40% della GenZ afferma di aver appreso la lingua tramite la musica, e il 31% attraverso serie TV con sottotitoli, un dato che conferma la crescente importanza dei media digitali nel consolidare le competenze linguistiche.
La tecnologia, e in particolare lo smartphone, svolge un ruolo cruciale nel superare le barriere linguistiche. Quasi un italiano su due (47%) utilizza il proprio telefono per comunicare in paesi di cui non conosce la lingua, facendo affidamento soprattutto sui servizi di traduzione simultanea. Queste soluzioni digitali, utilizzate da circa il 20% degli intervistati, si rivelano particolarmente utili durante i viaggi, permettendo conversazioni in tempo reale e una comprensione immediata dei testi.

Oltre alla traduzione, i social network (29%) e i servizi di traduzione online (38%) rappresentano ulteriori strumenti a cui si ricorre per l'apprendimento e la comunicazione, confermando come la tecnologia stia ridefinendo il concetto di multilinguismo. Anche il gaming (12%) e l’intelligenza artificiale (12%) emergono come nuovi strumenti di apprendimento, grazie all’interazione immersiva e personalizzata che offrono.

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