Difesa e Aerospazio

Al via la Giornata nazionale dello spazio

Oggi, 16 dicembre 2024, si terrà la quarta edizione della Giornata nazionale dello spazio, evento dedicato a celebrare il lancio del San Marco 1, il primo satellite italiano, avvenuto il 15 dicembre 1964. Questo traguardo segnò un momento fondamentale per l’Italia, che diventò la terza nazione al mondo a raggiungere l’orbita terrestre, dopo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. L’Agenzia Spaziale Italiana ospiterà presso la sua sede di Roma Tor Vergata un evento intitolato 60 Anni dell’Italia nello Spazio: Dal Lancio del Satellite San Marco alla Corsa alla Luna e a Marte, iniziativa rivolta agli studenti delle scuole superiori e delle università pensata per ispirare e coinvolgere i giovani nelle sfide e nelle opportunità offerte dal settore spaziale. L’evento non è solo un tributo al passato, ma un invito a guardare avanti, mettendo in evidenza il ruolo di primo piano dell’Italia nell’esplorazione spaziale e il suo contributo alla ricerca scientifica e tecnologica globale.

In Italia il mercato della Space Economy è stimato poter arrivare a quasi 3 miliardi di euro e punta a espandersi grazie a investimenti di oltre 7 miliardi previsti per i programmi spaziali fino al 2026. A oggi si contano oltre duecento aziende e più di 50.000 addetti; nello Stivale vantiamo competenze tecnologiche avanzate nello sviluppo di lanciatori e microsatelliti, ma occorre spingere sulle tecnologie emergenti e allargare l'accesso ai grandi mercati internazionali. Tra le principali tendenze attuali, la crescita degli investimenti privati nel settore, l’aumento delle attività dei lanci, l'intensificarsi della competizione internazionale e il progresso nell’integrazione dell'intelligenza artificiale nelle operazioni spaziali.

Nel mondo il mercato dell'economia spaziale viene oggi valutato 630 miliardi di dollari, con proiezioni che lo vedono crescere fino a 1.800 miliardi entro il 2035. Ma soprattutto il settore della cosiddetta “Space Economy” dimostra grande slancio, alimentato da un crescente interesse verso tecnologie innovative quali l'IA e i sistemi autonomi, che attirano solidi investimenti sia pubblici sia privati. Nell'anno che sta per chiudersi il settore ha visto un'impennata degli investimenti privati, con le startup spaziali che hanno raccolto 6,5 miliardi di dollari nel primo trimestre, più del doppio rispetto all'anno precedente. Anche l'industria spaziale italiana mostra ottime prospettive: aveva raggiunto un valore di circa 2,9 miliardi di euro già nel 2021 ed è oggi destinata a espandersi anche grazie agli investimenti, pari a circa 7,3 miliardi di euro, previsti per i programmi spaziali fino al 2026.

Non mancano però le sfide, tra cui la necessità di affrontare i lunghi tempi di ritorno sugli investimenti, che hanno comunque visto un rallentamento dopo il 2021, e una competizione sempre più accesa a livello internazionale. A fare il punto del settore e ad analizzare il ruolo dell'Italia in occasione della Giornata Nazionale dello Spazio è Aiko, realtà torinese che sviluppa software avanzati basati su IA e automazione per applicazioni spaziali dal 2017 e che oggi vede impegnati circa 40 esperti tra Italia e Francia. Lorenzo Feruglio, tra i fondatori e oggi Ceo e di Aiko, spiega: “L'industria spaziale italiana sta attraversando un momento di grande fermento, alimentato da un crescente interesse per l'innovazione tecnologica e una forte spinta verso l'automazione e l'intelligenza artificiale. Nonostante le sfide legate ai lunghi tempi di ritorno sugli investimenti e alla competizione internazionale, l'Italia ha un'opportunità unica di consolidare il suo ruolo, soprattutto nell'ambito delle tecnologie spaziali avanzate. L'emergere di nuove fonti di finanziamento e la collaborazione tra pubblico e privato sono fondamentali per superare queste sfide e sfruttare il potenziale del settore”.

Nonostante un rallentamento globale degli investimenti nel 2021, nell'ultimo triennio il settore ha visto emergere nuove fonti di finanziamento e un crescente coinvolgimento di attori non tradizionali, che insieme offrono nuove possibilità di crescita. Il 2023, per esempio, è stato un anno record per le attività di lancio, con 223 tentativi e 212 successi, posizionando oltre 2.800 satelliti in orbita, un incremento del 23% rispetto al 2022 e un aumento del 50% nelle attività commerciali di lancio. La competizione internazionale nel settore si è intensificata, con nuovi attori che hanno stimolato innovazione e riduzione dei costi. Il 2024 è stato un anno da record per l’Agenzia spaziale europea (Esa), che ha avuto a disposizione fondi per 7,8 miliardi di euro, cifra senza precedenti nella storia dell’ente, e il 10% in più rispetto al 2023. Il 2024 ha segnato anche importanti passi avanti, con la crescente applicazione dell’IA nello spazio che ha visto progressi significativi nell’autonomia operativa dei satelliti e nella gestione dei dati direttamente a bordo. Ciò consente di ottimizzare la qualità dei dati, l’acquisizione e la trasmissione a terra, risolvendo la sfida di gestire flussi enormi di informazioni generati da missioni spaziali.

Di grande impatto anche il mercato dei servizi di osservazione della Terra, che ha raggiunto i 230 milioni di euro nel 2023, con un +15% rispetto al 2022. Il posizionamento dell'Italia nel panorama internazionale della "Space Economy" è particolarmente interessante, come dimostrano i dati: nel 2022 sono stati investiti circa tre miliardi di euro per partecipare alla riunione del Consiglio dell'Agenzia spaziale europea, posizionando il nostro Paese terzo dopo Germania e Francia nei programmi obbligatori e prima nei programmi opzionali. Inoltre, sono stati stanziati ulteriori due miliardi per i programmi spaziali del Pnrr, con convenzioni firmate tra l'Agenzia spaziale italiana e quella europea.

Tra i punti di forza della "Space Economy" italiana spiccano competenze tecnologiche avanzate, evidenti nei settori dei microsatelliti e dei lanciatori, dove vantiamo un alto livello di specializzazione. Un altro aspetto decisivo è rappresentato dalla forte collaborazione tra le aziende e le istituzioni italiane, una sinergia che ha facilitato lo sviluppo di tecnologie all'avanguardia e sostenuto l'Italia nel partecipare a progetti spaziali internazionali di grande portata. Secondo Aiko, tuttavia, ci sono dei punti che devono ancora essere rafforzati, a partire dalla dipendenza del settore spaziale italiano dagli investimenti pubblici, fatto che può limitare la flessibilità e l'agilità delle imprese. Inoltre, le imprese italiane si trovano di fronte alla sfida dell'accesso ai grandi mercati internazionali: in questo senso, è urgente investire in tecnologie emergenti per posizionarsi come leader in un mercato sempre più competitivo e innovativo. L'AI, i sistemi autonomi e il deorbiting, ovvero le tecnologie per la rimozione sicura dei satelliti fuori uso, sono aree che stanno rapidamente guadagnando rilevanza, offrendo nuove opportunità per rivoluzionare vari aspetti delle operazioni spaziali e i prossimi anni si preannunciano ricchi di opportunità e sfide per il settore aerospaziale.

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