"Grazie Giulio, per avermi insegnato tante cose. Resta nel mio cuore l'energia del tuo pensiero. Il tuo pensiero, per amare, comprendere, costruire tolleranza. Con affetto, la mamma". È stata l'ultima di tante testimonianze di affetto durante i funerali di Giulio Regeni e viene dalla mamma Paola. Un messaggio letto sull'altare da un ragazzo.
Poco prima, don Luigi Fontanot, parroco di Fiumicello, il paese d'origine del giovane studente ucciso brutalmente in Egitto per cause ancora sconosciute, aveva detto: "Giulio è entrato nella Resurrezione. Come diceva Paolo VI, bisognerebbe mettere una quindicesima stazione alla via Crucis, quella della Resurrezione".
Il riferimento alla via Crucis prende spunto dai due quadri della prima e ultima (quattordicesima) stazione, che sono stati appesi ai lati della Croce, nell'altare allestito nella palestra, tra le spalliere per gli esercizi ginnici. "Indosso questa stola - ha aggiunto - che viene dal Sud America, dove ci sono desaparecidos, per Giulio". Al suo fianco il sacerdote copto che benedisse la salma di Giulio al suo arrivo all'ospedale del Cairo.
Il feretro, con sopra fiori bianchi, è stato portato a spalla in palestra, seguito dalla famiglia e dagli amici più cari. La messa viene celebrata in parte in inglese per consentire la comprensione agli amici stranieri
I tre grazie del parroco
"Grazie per questo compito di testimonianza che ci coinvolge tutti. Grazie, grazie e ancora grazie" ha detto il parroco di Fiumicello, don Luigi Fontanot, rivolgendosi al suo amico personale Giulio Regeni, nel corso dell'omelia ai funerali.
Il parroco ha definito "Giulio una persona speciale, per l'entusiasmo, per la voglia di conoscere" ricordando i concetti di libertà e di amicizia che aveva espresso: "Libertà è la possibilità di esprimere te stesso in un certo contesto; amicizia è un rapporto incondizionato tra due persone".