Economia
January 08 2024
Compra ora e paghi dopo. È boom, ma con ombre all’orizzonte. Il 43% degli europei acquista online in questo modo e un italiano su tre lo fa. Un giro d’affari mondiale di oltre 300 miliardi di dollari. Gli acquisti natalizi hanno spinto ulteriormente il Buy Now Pay Later (Bnpl), ma è scattato l’allarme. Il mercato del credito è scosso, pressato dall’innalzamento dei tassi di interesse e le autorità di vigilanza e le banche centrali avvertono: il rischio è l’indebitamento, soprattutto di una fascia di consumatori più giovani e con un profilo di credito più rischioso. E l’aumento delle insolvenze porta con sé la possibile esposizione di piattaforme e servizi finanziari hi tech che potrebbe creare criticità all’intero sistema economico internazionale.
I numeri. Dal 2019 ad oggi il Buy Now Pay Later è aumentato di 6 volte e copre ormai il 5% dei pagamenti. Il 43% degli europei ha usato questo metodo per comprare e in Italia l’incremento è stato del 22% in due anni. Nel nostro Paese nel 2022 è valso 2,3 miliardi di euro e le previsioni sono di 3miliardi entro il 2026 (Osservatorio innovative payments del Politecnico di Milano). Svezia e Australia sono i Paesi dove è più sviluppato questo tipo di pagamento. Seguono Stati uniti, Gran Bretagna, Cina e Europa. Il consumatore paga il prodotto o il servizio in tre/quattro rate senza interesse e il venditore riceve subito l’intero importo, la piattaforma finanziaria guadagna commissioni preziose. Un giro d’affari globale da 300 miliardi di dollari che soddisfa, nel breve termine, consumatori e clienti. Ma che, alla lunga, ha delle criticità secondo gli organi di vigilanza.
Il rischio è che i clienti facciano ricorso al Bnpl oltre le proprie disponibilità. Infatti, si tratta di un prestito, di importi frazionati quindi non esosi, ma con una somma finale che spesso è fuori dalla portata del compratore, nella maggior parte dei casi giovane, a basso reddito e con poca istruzione. E quando la somma finale non riesce ad essere coperta ecco che scattano commissione, spese maggiori o insolvenze. Hanno alzato la testa le autorità statunitensi, preoccupate che il sistema del Bnpl infici le politiche di limitazione dell’indebitamento attuate in questi anni su prestiti, mutui e carte di credito. La Banca d’Italia parla di “criticità”, la Banca d’Irlanda ha lanciato avvertimenti ai consumatori. E a fare le pulci al sistema è stata tra le altre anche la Banca dei Regolamenti Internazionali che promuove la cooperazione tra le Banche Centrali. La Banca dei Regolamenti Internazionali ha messo nero su bianco la necessità di maggior trasparenza e informazioni a disposizione dei consumatori, unito al monitoraggio più stretto delle piattaforme finanziarie. E c’è una direttiva europea di ottobre 2023 che riguarda anche i micro-prestiti sotto i 200 euro (deve essere recepita nei prossimi mesi dai vari Paesi) e che allarga le tutele dei clienti per evitare o ridurre il rischio insolvenza. Banche e finanziarie devono consegnare al cliente un riassunto delle caratteristiche del prodotto e il suo costo complessivo, prima della firma. E la direttiva introduce anche la valutazione del merito creditizio per i clienti del “compra ora e paghi dopo” (cioè per importi ridotti), per mettere in luce se ci sono posizioni debitorie attive nel passato del consumatore.