Televisione
November 09 2020
Impegno civile, crime e sentimento. È un mega di generi Gli orologi del diavolo, la mini serie di Rai 1 che segna il ritorno di Giuseppe Fiorello e al tempo stesso il suo debutto in un progetto più lungo del tv movie, in questo caso quattro puntate. Liberamente ispirato a una storia vera, la fiction racconta la storia di un motorista nautico che si ritrova a indossare i panni di infiltrato speciale costruendo e guidando barche dedite al traffico di droga: ma qualcosa va storto, durante un'operazione viene arrestato e lo Stato sembra averlo tradito. Ecco cinque cose da sapere sulla serie, che debutta con un doppio appuntamento lunedì 9 e martedì 10 novembre.
Un anno e mezzo dopo il successo clamoroso del suo ultimo film tv, Il mondo sulle spalle ( ispirato alla storia dell'operaio Enzo Muscia, nominato Cavaliere del lavoro dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella), Giuseppe Fiorello torna in tv con Gli orologi del diavolo, la mini serie in quattro puntate liberamente ispirata all'omonimo libro di Gianfranco Franciosi e Federico Ruffo, co-prodotta da Rai Fiction, Picomedia e Mediaset Espana. Il «re Mida» della fiction italiana - non ha sbagliato un colpo e ha trasformato in grandi ascolti tutto ciò che ha interpretato - questa volta si cala nei panni di Marco Merani e racconta la difficile storia di un uomo comune diventato per caso un infiltrato in una organizzazione criminale di narcotrafficanti,che perde tutto per fare la cosa giusta.
Marco Merani (Giuseppe Fiorello) è un meccanico di grande abilità che viene contattato da alcuni criminali che gli commissionano degli scafi per il narcotraffico. A quel punto chiede consiglio a un suo amico poliziotto, Mario (Fabrizio Ferracane), che gli offre protezione in cambio della collaborazione con la Polizia italiana: le cose però non vanno come previsto e Marco si ritrova legato ad Aurelio (Alvaro Cervantes), il capo dell'organizzazione che lo tratta come fosse un fratello e il legame tra i due diventa pericoloso come l'abbraccio di un serpente. Durante un'operazione in mare, Marco viene arrestato, finisce in carcere in Francia e lo Stato lo abbandona: a quel punto sa che se parla o dichiara la sua vera identità è un uomo morto e non gli resta che affrontare con coraggio l'inferno delle galere francesi. Quando torna in Italia la sua reputazione è distrutta, la sua vita familiare è a pezzi e si sente tradito da chi non l'ha tutelato. Alla sua porta torna a bussare Aurelio ma anche la polizia gli chiede un ultimo sacrificio, poi riceverà tutto il sostegno per ricominciare a vivere. Cosa farà Marco? Il meccanico sa che per uscire da questa trappola potrà contare solo sulle sue forze.
Oltre a Giuseppe Fiorello nel cast c'è anche Nicole Grimaudo, nei panni di Flavia, la moglie di Marco: donna pragmatica e dura, non sopporta l'entusiasmo e la leggerezza di suo marito e davanti alle accuse perderà fiducia in lui tanto da lasciarlo. Claudia Pandolfi è invece Alessia, la donna che ruberà il cuore di Marco quando tutti, compresa la moglie, gli volteranno le spalle. Alvaro Cervantes incarna il giovane boss Aurelio, un cattivo molto poco convenzionale, camaleontico e imprevedibile: sensibile quanto spietato, si affezionerà a Marco arrivando a considerarlo una sorta di fratello almeno fino al giorno in cui non scoprirà la verità. Un ruolo chiave lo interpreta Fabrizio Ferracane, nei panni dell'agente di polizia Mario, che fa da collegamento tra Marco e la polizia: diviso tra il senso del dovere e la propria morale, pur di incastrare Aurelio accetterà di «usare» Marco ma tenterà in tutti i modi di proteggerlo.
Gli orologi del diavolo è liberamente ispirato all'omonimo libro edito da Rizzoli e scritto dal giornalista Federico Ruffo e Gianfranco Franciosi. Quest'ultimo è il protagonista della storia, realmente accaduta a metà degli anni 2000: meccanico navale di grande talento tra Sarzana e La Spezia, viene avvicinato per farsi aggiustare un motoscafo da un personaggio che gli consegna una mazzetta da 50mila euro. Lui denuncia tutto alla Polizia, che gli chiede di diventare un agente infiltrato nel mondo dei narcos. Viaggia in Sudamerica, partecipa a trasporti di cocaina, guadagna un orologio di valore per ogni «affare» concluso (da cui il titolo del libro e della mini serie), ma poi viene arrestato e perde tutto. Nel febbraio del 2009 suo contributo porta al più grande sequestro di cocaina mai effettuato in Europa, 12 tonnellate : Franciosi entra nel programma testimoni ma ancora oggi la sua vita è sospesa.
Liguria, Roma, Spagna, Venezuela, fino alle dune di Punta Tarifa, il sito più estremo d'Europa, sospeso tra Mediterraneo e Africa. È ambientata in tre nazioni e due continenti Gli orologi del diavolo e «ha mantenuto le lingue dei luoghi per non rinunciare all'immediatezza e al realismo», spiega il regista, Alessandro Angelini. La difficoltà maggiore nel girare la serie? «Trovare uno stile che tenesse insieme in maniera armonica le differenti anime del progetto, dato che Gli orologi del diavolo ha nel suo Dna almeno tre diversi generi: impegno civile, crime, sentimentale nel senso più vasto del termine, quello in cui gli affetti rappresentano il solo approdo sicuro in un'esistenza messa a soqquadro dagli eventi», aggiunge il regista.