Joe Lacob, il re Mida di Golden State campione Nba

Ci sono voluti 40 anni, ma alla fine i Warriors ce l’hanno fatta. Dopo il titolo del 1975, infatti, Curry e compagni hanno riportato il Larry O’Brien Trophy ad Oakland, chiudendo la serie contro i Cleveland Cavaliers sul 4-2. Ma le basi per il titolo appena conquistato sono state poste diversi anni fa, più precisamente nel 2010, quando una cordata formata dagli attuali proprietari Joe Lacob e Peter Guber acquistò la franchigia per 450 milioni di dollari dal vecchio presidente Chris Cohan.

Soci, ma molto diversi
Lacob e Guber sono personaggi agli antipodi, il primo più pragmatico e concreto, l’altro molto più estroso e stravagante. E non è un caso che Lacob lavori nel mondo della finanza e degli investimenti, mentre Guber abbia una casa di produzione cinematografica (al suo attivo anche film di buon livello come “Fuga di mezzanotte”). Il capofila di tutta l’operazione in quello che ora sembra un lontanissimo 2010 fu però proprio Lacob, che riuscì a riunire diversi magnati e acquistare i Warriors, giudicati allora la peggiore franchigia dell'Nba a livello di organizzazione, per trasformarli in un team vincente prima fuori e poi dentro il campo.

Già un titolo con i Celtics
Prima di approdare ai Warriors, Lacob è stato investitore della American Basketball League (ABL) - una lega femminile chiusa nel 1998 – per poi diventare nel 2006 socio di minoranza dei Boston Celtics (con i quali ha vinto un altro titolo nel 2008). Oltre a queste esperienze dirette, l’attuale proprietario dei Warriors ha diverse amicizie in ambito sportivo manageriale: su tutte quelle con due general manager di squadre della Major League Baseball come Billy Beane degli Oakland Athletics e Jeff Moorad dei San Diego Padres, che gli danno spesso consigli e suggestioni sulla conduzione della franchigia. Dettagli da poco, però, rispetto alla rivoluzione organizzativa messa in atto a partire dal 2 novembre del 2010, data di acquisizione dei Warriors, e a quella dell'ultima offseason, allorché Lacob ha deciso di licenziare coach Mark Jackson – giustificando la scelta con il poco appeal che aveva sulla squadra – per affidare la panchina a Steve Kerr, ex-stella dell'Nba alla sua prima esperienza da allenatore.

La profezia di Curry
Il cambio al timone fu fortemente criticato da molti, che ora devono solo dare ragione a questo mago tanto della finanza quanto del basket, che per i ruoli manageriali a Golden State ha anche scelto un ex giocatore di primissimo livello come Jerry West e un dirigente come Rick Welts. A livello di roster, Lacob può poi oggi vantarsi di avere pescato al draft 2011 Klay Thompson e di aver messo sotto contratto Andre Iguodala, arrivato per essere un comprimario e divenuto l'MVP delle Finals. Unico merito non imputabile all’attuale proprietario dei Warriors è la scelta nel 2009 di Steph Curry, alle cui doti di campione vanno aggiunte quelle di veggente: qui sotto, ecco infatti il tweet con cui prometteva ai tifosi dei Warriors che le cose sarebbero cambiate. Fino a che punto, però, forse non se lo immaginava nemmeno lui...

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