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May 04 2015
Non è solo per il 4-0 rifilato ai Pelicans nel primo turno di playoff, e nemmeno per la gara 1 vinta senza troppi problemi (101-86) contro gli acciaccati ma pur sempre coriacei Memphis Grizzlies. C'è un motivo per cui oggi i Golden State Warriors si trovano nel posto giusto, al momento giusto; quello in cui tutti i Gm delle trenta francighie Nba vorrebbero essere. Ovvero con una squadra di talento, giovane e allo stesso tempo matura per giocarsi le sue chances di vittoria finale. O magari riprovarci il prossimo anno.
Gli highlights di gara 1 tra Golden State e Memphis
Il perché è presto detto: Golden State è una squadra sorprendentemente economica, considerato il livello degli attori. Basti pensare che il fenomeno Stephen Curry, fresco della nomina di Mvp della stagione in corso, percepisce 10,6 milioni di dollari l'anno, che lo piazzano al 51esimo posto della classifica dei giocatori più pagati.
E non è solo una questione di soldi. I Warriors pagano il miglior giocatore della lega come una seconda o terza punta di una qualsiasi squadra Nba, ma lo hanno messo sotto contratto fino alla stagione 2016/2017 – in cui percepirà poco più di 12 milioni di dollari –, così come hanno fatto con Andrew Bogut, Andre Iguodala, Harrison Speights e Shaun Livingston, che costituiscono l'asse portante del sistema di gioco di Steve Kerr.
La tabella con gli stipendi dei giocatori di Golden State divisi per stagione.
Per Klay Thomposon gli Warriors hanno firmato un rinnovo per 4 anni a 69 milioni, con un salario iniziale di 15 milioni a partire dalla prossima stagione. Questo significa che Golden State per quest'anno pagherà uno dei migliori tiratori della lega – classe 1990... – poco più di 3 milioni di dollari, essendosene assicurata i servigi per altri 4 anni a una cifra in aumento che verrà "calmierata" dalla progressiva crescita del salary cap – merito soprattutto dei nuovi accordi televisivi in vigore dal 2016 –; il che vorrà dire altro spazio salariale per firmare nuovi giocatori.
La sostanza è che grazie all'accurata gestione del suo GM Bob Myers, Golden State ha confermata la sua ossatura almeno fino al 2017, con la sola "grana" del rinnovo di Draymond Green, altro talento classe 1990 (come Thompson), in uscita dal contratto da rookie da 915 mila dollari. Riuscire a trattenere l'ala da Michigan State, ottimo tiratore dal perimetro e difensore di rara durezza, è di fondamentale importanza per i Warriors che per lui non vedrebbero l'ora di sacrificare David Lee, attualmente l'unico vero tallone d'Achille della perfetta strategie manageriale dei Warriors che dovranno versare al lungo ex New York Knicks, ormai al di fuori delle rotazioni di Kerr, 15 milioni per un'altra stagione.
Nel caso Golden State non dovesse riuscire a sbarazzarsi di Lee nella prossima estate si ritroverebbe sì a pagare la luxury tax – la tassa per chi eccede il monte salari –ma per un solo anno, in attesa dell'innalzamento del salary cap dovuto appunto all'entrata in vigore dei nuovi accordi televisivi; poca cosa per chi vuole tentare la scalata al titolo. O chissà, magari provare ad aprire un ciclo dopo la prima vittoria...