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January 28 2016
Da quanto si è saputo dopo le prime indiscrezioni pubblicate dal quotidiano La Repubblica e la conferma indiretta del direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, interpellata al proposito durante una manifestazione a Milano, il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza del capoluogo lombardo ha chiuso oggi un'attività di verifica fiscale su Google Ireland Ltd, una delle società del gruppo di Moutain View.
Gli importi evasi
Tecnicamente, gli investigatori stanno per trasmettere al procuratore aggiunto Francesco Greco e al pm Isidoro Palma, titolari di un'inchiesta per frode fiscale su Google, e all'Agenzia delle Entrate un "processo verbale di costatazione" (un procedimento amministrativo indicato anche con la sigla "Pvc"), nel quale la Guardia di Finanza delinea due contesti di presunta evasione fiscale: un'omessa dichiarazione Ires su redditi per circa 100 milioni di euro con una presunta imposta evasa di 27 milioni di euro (l'Ires è appunto del 27%) tra il 2009 e il 2013; un'omessa applicazione e versamento di ritenute per circa 200 milioni tra il 2009 e il 2013 con una presunta imposta evasa per gli stessi 200 milioni. Il totale ammonterebbe quindi a 227 milioni di euro.
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Ora cosa accade
Con la trasmissione della verifica fiscale all'Agenzia delle Entrate, quest'ultima - secondo quanto riferito ai media - emanerà un avviso di accertamento fiscale nei confronti di Google come primo passaggio per un eventuale accordo tra il gruppo e il Fisco italiano per chiudere il contenzioso tributario con un eventuale risarcimento. Dentro l'avviso di accertamento, potrebbero essere contestate cifre superiori agli indicati 227 milioni, perché comprensive anche di interessi legali e sanzioni.
Contestualmente a quanto sopra, anche gli inquirenti milanesi si dovrebbero basare sulle cifre indicate dalla Guardia di Finanza per chiudere le indagini, che già quasi un anno fa avevano portato a formulare l'accusa a Google di aver aggirato il fisco sugli introiti pubblicitari pagati da clienti italiani ma contabilizzati in Irlanda e alle Bermuda, passando per l'Olanda, con riferimento a una presunta frode fiscale tra gli 800 milioni e il miliardo di euro. Tuttavia, sempre secondo le prime dichiarazioni ai media, le indagini ora dovrebbero basarsi sugli importi accertati dalla nuova verifica.
Il precedente di Apple
A fine dicembre scorso, intanto, Apple Italia ha già versato nelle casse dello Stato 318 milioni di euro nell'ambito di un procedimento con al centro una presunta evasione fiscale di circa 879 milioni di euro. E altri versamenti dai colossi del digitale potrebbe arrivare in futuro, dal momento che in Procura a Milano sono aperte analoghe inchieste su Amazon e Western Digital.