Economia
September 06 2021
Un rientro dalle ferie difficile: è quello che si prospetta per le famiglie italiane, che nei mesi autunnali dovranno fronteggiare pesanti rincari per le bollette di energia elettrica e gas. Tanto che il governo sta meditando di correre ai ripari, con una serie di interventi nel breve e nel medio-lungo periodo. Come rivela Il Sole 24 Ore, l'esecutivo starebbe studiando due tipologie di provvedimenti: uno più ad ampio raggio, una riforma degli oneri generali di sistema che punta a tagliare le voci della bolletta destinate a coprire attività di interesse generale per il sistema elettrico. Questi oneri ammontano a circa 14-15 miliardi all'anno, e pesano fino a un quarto del totale delle bollette che arrivano a casa degli utenti finali: il governo, a quanto si è appreso, avrebbe intenzione di affidare la revisione di queste voci a una delega all'interno del nuovo disegno di legge per la concorrenza, nell'ambito di una riforma più ampia della materia che dovrebbe portare a trasferire alla fiscalità generale il sostegno alle energie rinnovabili.
Nel frattempo, però, i conti degli italiani stanno già lievitando: l'ultimo aggiornamento trimestrale dell'Arera, l'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, è stato comunicato lo scorso primo luglio e prevede per il terzo trimestre un incremento del 9,9% delle tariffe dell'elettricità e del 15,3% di quelle del gas per le famiglie tipo in regime di tutela. Aumenti che, in base ai calcoli dell'Unione nazionale consumatori, se i prezzi restassero costanti su base annua si tradurrebbero in una stangata da 56 euro in più per la corrente elettrica e ben 158 in più per il gas, per un rincaro totale di 214 euro all'anno a famiglia. Per questo, il governo starebbe valutando un nuovo intervento "cuscinetto", come quello già adottato a fine giugno, per mitigare almeno in parte l'impatto dei rincari.
Gli aumenti per il trimestre in corso sarebbero stati infatti anche maggiori, nell'ordine del 20% per la bolletta elettrica, se il governo non fosse intervenuto il 30 giugno con il decreto Lavoro e imprese, in base al quale 1,2 miliardi di euro sono stati destinati alla riduzione degli oneri generali di sistema: le risorse sono state reperite utilizzando una parte del gettito ricavato dalle aste del mercato europeo dei permessi di emissione di anidride carbonica. Sempre da qui potrebbe arrivare una boccata d'ossigeno anche per i trimestri successivi: il cantiere "è aperto", come ha fatto sapere in una recente intervista il presidente di Arera Stefano Besseghini. La prossima data da segnare in agenda è quella del primo ottobre, quando l'Autorità per l'energia aggiornerà nuovamente le tariffe: e le prospettive non sono positive. Da mesi è infatti in atto una costante tendenza ai rincari che ha molte cause: in primis la crescita delle quotazioni delle materie prime energetiche, poi l'aumento della domanda di metano e gli alti prezzi dei permessi di emissione di anidride carbonica, le cui quotazioni in un anno sono praticamente triplicate, passando dai 20 euro a tonnellata di alcuni mesi fa ai circa 60 euro attuali.