Calcio
March 06 2024
Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, è iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma. Da vittima del dossieraggio oggetto di inchiesta da parte dei magistrati di Perugia, il numero uno del calcio italiano si trova nella scomoda posizione di chi deve rispondere dell'ipotesi di reato di autoriciclaggio. La formale iscrizione nel registro è avvenuta contestualmente con l'inizio dell'interrogatorio voluto dallo stesso Gravina "per chiarire la propria posizione" in una vicenda emersa nelle pieghe della documentazione sottratta con accessi abusivi e che rimanda alla trattativa per la cessione dei diritti televisivi della Lega Pro nel 2018, periodo in cui Gravina era presidente della stessa Lega.
Diritti ceduti alla società Isg dalla quale, secondo quanto ricostruito dall'inchiesta, sarebbe nato un giro di denaro alimentato da due preliminari di vendita, poi non conclusa, per la collezione di libri antichi di Gravina: 250mila euro almeno rimasti nella disponibilità dell'attuale numero uno della Figc e che in parte sarebbero poi confluiti nell'acquisto di un appartamento a Milano da intestare alla figlia della compagna. Vicenda tutta da chiarire e inchiesta che ha una genesi di cui si sta occupando invece la Procura di Perugia, al lavoro sul dossieraggio che ha coinvolto centinaia di persone pubbliche e che imbarazza il mondo politico.
Gravina si era presentato spontaneamente ai magistrati romani come vittima di quanto sta emergendo. "In ragione delle intollerabili strumentalizzazioni e delle ricostruzioni distorsive della verità dei fatti che lo hanno chiamato in causa negli ultimi giorni, pur non risultando indagato, questa mattina Gabriele Gravina ha chiesto di essere ascoltato per chiarire la sua posizione e le circostanze di cui è stato vittima " hanno fatto sapere i suoi legali, gli avvocati Leo Mercurio e Fabio Viglione: "La decisione è stata maturata al fine di tutelare la sua immagine e in virtù della piena fiducia che ripone nei magistrati che stanno seguendo il caso. Il nostro assistito è una persona offesa, per questo auspica si faccia luce quanto prima su quella che si sta profilando come una vera e propria attività di dossieraggio, rispetto alla quale si augura anche l'individuazione dei mandanti”.