La Grecia, dopo avere subito l'occupazione italo-tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale, si affacciò all' Europa postbellica ulteriormente scossa da una feroce guerra civile. Anche negli anni precedenti l'attacco dell'Asse, il paese si era allontanato dai princìpi della democrazia nata nelle poleis greche. Il primo ministro Ioannis Metaxas aveva infatti abolito la costituzione, ponendosi a capo di un regime autoritario sul modello del fascismo italiano.
Cacciati i tedeschi nel 1944, però, i focolai della divisione politica del paese nacquero dai membri della stessa Resistenza. Da una parte i combattenti "regolari" che rimasero al fianco degli Inglesi e dall'altra i partigiani comunisti organizzati dal KKE. I combattimenti durarono sino al 1948 quando gli ultimi ribelli sulle alture si arresero all'esercito regolare addestrato dagli inglesi e finanziato dagli americani.
Metaxas, la guerra civile e la NATO
Getty ImagesAtene, dicembre 1944. Arresto di partigiani comunisti da parte delle truppe inglesi, che liberarono Atene nell'ottobre dello stesso anno.
Metaxas, la guerra civile e la NATO
Getty ImagesOttobre 1944. Un paracadutista britannico appunta la Union Jack sulla manica di un bambino, sotto lo sguardo dei partigiani ellenici.
Metaxas, la guerra civile e la NATO
Getty ImagesUfficiali dell'esercito greco poco prima dell'attacco al monte Khiapa durante la guerra civile del 1946-1948. Con loro, il cappellano ortodosso.
Proprio l'interesse strategico della Grecia nel panorama geopolitico della Guerra Fredda fece sì che rapidamente fosse inclusa nel Piano Marshall e quindi nel Patto Atlantico e nella NATO. Influenzata dalla politica internazionale e dagli alleati, la Grecia fu governata negli anni '50 da una coalizione di centro-destra, caratterizzata da forte instabilità politica, mentre i partiti di sinistra furono banditi.Fu soprattutto la questione di Cipro, dopo la fine del mandato britannico, a destabilizzare ulteriormente la situazione greca a causa delle sempre più forti tensioni con la Turchia riguardo al dominio dell'isola mediterranea.
La Grecia degli anni '50
Getty ImagesInsorti greco-ciprioti posano sotto la bandiera turca dopo la presa del forte di St. Hilarion posto strategicamente sulle alture sopra Kyrenia.
La Grecia degli anni '50
Getty Images1950 circa. La bottega di un fabbro a Ioannina. La Grecia degli anni '50 è un paese fortemente arretrato e privo di significanti processi di modernizzazione.
Anni '60: la crescita e la crisi della democrazia
WikicommonsIl medico e politico di sinistra Gregoris Lambrakis, leader pacifista ucciso a Salonicco da militanti di estrema destra nel 1963.
Anni '60: la crescita e la crisi della democrazia
Getty ImagesAnni '60: una spider britannica affronta la strada tortuosa di un'isola greca. I primi anni '60 videro un vero e proprio boom economico del paese .
Anni '60: la crescita e la crisi della democrazia
Getty ImagesRitratto di Kostantinos Karamanlis, leader della destra e capo del governo all'inizio degli anni'60.
Anni '60: la crescita e la crisi della democrazia
Getty Images1965, Un epoca si chiude: Onassis ospita Winston Churchill nell'ultimo anno di vita del leader conservatore inglese.
Anni '60: la crescita e la crisi della democrazia
Getty ImagesL'adorazione di un icona miracolosa nell'isola di Tinos. I governi conservatori mantennero sempre un legame con la tradizione religiosa e i riti della Chiesa Ortodossa.
Anni '60: la crescita e la crisi della democrazia
Getty Images29 agosto 1965: il leader centrista Georgios Papandreou il giorno delle sue dimissioni per i dissensi con il re Costantino II
Anni '60: la crescita e la crisi della democrazia
Getty ImagesI funerali di Saturios Petroulas il 23 luglio 1965, morto negli scontri durante una delle frequenti manifestazioni di protesta che scossero la Grecia prima del regime dei colonnelli.
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28 aprile 1967. Il giuramento della giunta dei colonnelli davanti a re Costantino. Da sx: Georgios Papadopoulos, Constantin Kollias, il re, Stylianos Pattakos, e Nikolaos Makarezos
Fu il giovane re Costantino II a far precipitare gli eventi verso la dittatura militare di tre anni dopo. Si scontrò infatti con Papandreou sulla questione del controllo dell'esercito costringendo quest'ultimo a dimettersi lasciando così la Grecia in mano a governi privi della fiducia parlamentare. Il re chiamò a sé un governo di uomini a lui fedeli, che tra i tumulti popolari durò fino alle elezioni del 1967.
Nel frattempo i vertici dell'esercito si organizzarono per la presa del potere, inscenando la minaccia di una imminente rivolta filocomunista. Furono gli ufficiali di rango inferiore, capitanati dal colonnello Georgios Papadopoulos a dare il via al golpe, che si consumò nella notte tra il 20 e il 21 aprile 1967. Il regime dei colonnelli instaurò la legge marziale, mise al bando i sindacati, applicò la censura alla stampa e iniziò la persecuzione dei simpatizzanti di sinistra tramite l'uso sistematico della tortura per mano della polizia militare (Elliniki Stratiotiki Astynomia-ESA). Il 13 agosto 1968 Papadopoulos subì un attentato da cui uscì illeso. Fu arrestato l'esecutore, Alexandros (Aleikos) Panagoulis, un intellettuale e attivista che si era battuto fin dall'anno precedente contro i colonnelli. Incarcerato, fu lungamente torturato dalla polizia segreta. Inizialmente condannato a morte, la pena fu commutata in ergastolo che, dopo un tentativo di fuga, avrebbe dovuto scontare in totale isolamento (nella "tomba", come fu chiamata la cella dallo stesso Panagoulis). Durante il regime dei colonnelli molti furono i fuoriusciti, specie studenti, che sensibilizzarono l'opinione pubblica mondiale sulle violenze del regime di Atene. Uno degli esempi più famosi fu il suicidio a Genova dello studente greco Kostas Georgakis che il 19 settembre 1970 si diede fuoco urlando "Viva la Grecia libera!".
Nei primi anni 70 la crescita economica della Grecia rallentò sensibilmente fino alla crisi internazionale del 1973.
1967-1974: la dittatura dei colonnelli
Getty ImagesIl colonnello Georgios Papadopoulos, ispiratore del colpo di stato del 21 aprile 1967. Muore ad Atene nel 1999 dopo il carcere e una lunga malattia.
1967-1974: la dittatura dei colonnelli
Getty ImagesCarri armati dell'esercito presidiano le strade di Atene nei giorni del golpe dei colonnelli. 27 aprile 1967.
1967-1974: la dittatura dei colonnelli
Getty ImagesUn poster apparso a Copenhagen dopo il golpe del 1967 avvisa i turisti della situazione instabile della Grecia.
1967-1974: la dittatura dei colonnelli
Getty Images24 agosta 1973. Liberazione di Aleikos Panagoulis dopo la dura incarcerazione e le torture. Fu esecutore dell'attentato fallito a Papadopoulos del 1968 e compagno per alcuni anni di Oriana Fallaci.
1967-1974: la dittatura dei colonnelli
Un ritratto dello studente greco Kostas Georgakis. Si diede fuoco a Genova il 19 settembre 1970 in segno di protesta contro la giunta dei colonnelli.
1967-1974: la dittatura dei colonnelli
Getty ImagesPolitecnico di Atene, 20 novembre 1973. Mezzi blindati dell'esercito prendono posizione per la repressione della protesta studentesca che costerà la vita a 9 dimostranti.
1967-1974: la dittatura dei colonnelli
Getty ImagesAtene. I resti della battaglia del Politecnico il 20 novembre 1973. La dittatura di Papadopoulos si avviava al termine.
L'inizio della distensione internazionale suggerì a Papadopoulos di concedere riforme e allentare la morsa della repressione. Il colonnello non poté però mettere in atto il suo programma in quanto fu destituito da uno dei suoi compagni di golpe, l'oltranzista Dimitrios Ioannidis. Dopo la rivolta del Politecnico di Atene del novembre 1973, il nuovo capo del governo usò il pugno di ferro. Con un altro colpo di mano decise di occupare militarmente l'isola di Creta, cacciando l'arcivescovo Makarios III esostituendolo con la reggenza fantoccio di Nikos Sampson. La Turchia non stette a guardare e il 20 luglio l'isola fu invasa dall'esercito turco, che riportò Makarios al potere. La giunta, sconfitta, si dissolse rapidamente. Per la transizione fu richiamato Karamanlis, esiliato dal 1963, e tornò anche Papandreou. Dai leader nacquero i partiti che governarono la Grecia degli ultimi 30 anni, Nea Dimokratia e il Pasok.
La crisi di Cipro e il ritorno alla democrazia
Getty ImagesCipro, 22 luglio 1974: la guardia nazionale greca a difesa della città di Nicosia dopo la destituzione dell'arcivescovo Makarios III e la nomina del governatore fantoccio Nikos Sampson per volere del colonnello Ioannidis, successore di Papadopoulos.
La crisi di Cipro e il ritorno alla democrazia
Getty ImagesDimitrios Ioannides durante la crisi di Cipro. Fu l'ultimo atto della giunta militare prima della sua destituzione e conseguente arresto per i fatti del Politecnico di Atene.
La crisi di Cipro e il ritorno alla democrazia
Getty ImagesCipro, 20 luglio 1974. Paracadutisti turchi invadono l'isola in reazione al colpo di mano del colonnello Ioannides.
La crisi di Cipro e il ritorno alla democrazia
Getty ImagesDicembre 1974. Il ritorno trionfale dell'arcivescovo ortodosso Makarios III alla presidenza di Cipro dopo il golpe di Ioannidis e l'invasione turca del luglio precedente.
La crisi di Cipro e il ritorno alla democrazia
Getty ImagesAndreas George Papandreou, torna in Grecia dopo la fine della dittatura dei colonnelli, pronto a guidare i socialdemocratici del Pasok.
La crisi di Cipro e il ritorno alla democrazia
Getty Images24 luglio 1974. La piazza festeggia la caduta di Ioannides e della giunta militare dei colonnelli.
Quest'ultimo partito fu al governo per tutti gli anni '80 quando entrò in crisi per una serie di scandali politici legati alla figura dell'imprenditore greco-statunitense Georgios Koskotas, magnate della Banca di Creta e dei nuovi media greci. Lo stesso leader del Pasok, Papandreu, fu coinvolto e dovette ritirarsi dalla politica. Ritornò alcuni anni più tardi per un altro decennio di governo, in cui furono varate diverse riforme amministrative e in cui la Grecia entrò definitivamente nell'orbita dei paesi dell'Eurozona. Nel 2004 il Pasok cede il passo alla destra di Nea Demokratia fino al 2007 con il ritorno del Pasok di George Papandreou.
Il 2009 segna l'inizio della gravissima crisi economica e finanziaria tuttora in corso. Declassata alle soglie del default, la Grecia fu costretta a ricorrere a due grandi salvataggi da parte dell'Europa. L'instabilità politica e le mancate riforme, nonché un tasso di disoccupazione in crescita vertiginosa crearono nel paese forti tensioni sociali che sfociarono in duri scontri di piazza. Il governo filoeuropeo del conservatore Samaras non riuscì a impedire i crescenti movimenti politici antieuropei e contrari al regime di austerità imposto dalla "troika" UE-BCE-FMI. All'estrema destra crebbe il partito xenofobo filonazista di "Alba Dorata", a sinistra la coalizione di sinistra "Syriza" guidata dal giovane Alexis Tsipras, già leader del partito Synaspismos, insieme a formazioni di ecologisti e filocomunisti. Nata nel 2004, la coalizione è cresciuta costantemente negli anni della crisi fino alla vittoria alle politiche del 25 gennaio 2015 e alla formazione del primo governo apertamente critico nei confronti dell'Europa e dell'austerità imposta a Bruxelles e caldeggiata soprattutto dalla Germania di Angela Merkel.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty ImagesLa vittoria di Nea Demokratia che darà vita al governo di Antonio Samaras, pro-salvataggio e filoeuropeo.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty ImagesAtene 24 febbraio 2010. La crisi è ai massimi livelli, con il paese a un passo dal default e un tasso di disoccupazione a crescita esponenziale. Scioperanti durante gli scontri con la Polizia.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty ImagesLa manifestazione degli "indignati" greci in piazza Syntagma ad Atene. 2011.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty ImagesScontri ad Atene tra gli studenti e le forze dell'ordine in occasione del terzo anniversario della morte di Alexis Grigouropoulos lo studente antieuropeo ucciso dalla polizia nel 2008.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty ImagesIl primo ministro George Papandreou, l'ultimo leader del Pasok alla guida del paese durante i colloqui per il primo salvataggio del paese per opera della BCE e dell'FMI.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty ImagesL'ex ministro delle finanze Evangelios Venizelos durante il tentativo di costituzione, poi fallito, di un governo di unità nazionale per far fronte alla profonda crisi del paese.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty ImagesL'ultimo governo costituito dai partiti tradizionali spetta a Antonis Samaras, di Nea Demokratia. Dovrà sciogliere le camere e indire le elezioni anticipate che vedranno la vittoria di Tsipras.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty Images2014. Manifestazione del partito di estrema destra "Alba Dorata", cresciuto negli anni della crisi economica.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty ImagesMilitanti di Syriza attendono il verdetto del voto del 25 gennaio 2015.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty Images25 gennaio 2015. Tsipras saluta i suoi elettori in festa per la vittoria di Syriza, che diviene il primo partito di Grecia.
Dagli anni '80 al trionfo di Syriza
Getty ImagesIl leader del partito di centro destra degli Indipendenti greci Panos Kammenos, dopo un incontro con Tsipras. Assieme al leader di Syriza ha formato la coalizione di governo dopo le elezioni del gennaio 2015.