Economia
September 17 2013
Atene alla fine s’è rassegnata alle privatizzazioni. Con quello che è stato definito il più grande piano di cessioni al mondo, il governo ellenico mette in vendita un bel pezzo di paese. Nulla è escluso: dagli immobili storici e governativi (come gli ex ministeri della Cultura e dell’Interno) alle grandi catene di alberghi, fino alla concessione di intere aree turistiche nelle più famose isole delle Cicladi.
Come in una colossale vetrina di saldi (consultabile sul sito dell’agenzia greca per le privatizzazioni, Taiped), il governo propone al miglior offerente pure le società partecipate dallo stato, come le aziende elettriche, dell’acqua e del gas naturale, porti, aeroporti, ferrovie e autostrade.
Nella svendita, a spartirsi i pezzi più importanti, a fianco di Francia e Germania, figurano soprattutto Cina, Qatar e Russia. Pechino ha già messo le mani sul porto del Pireo, lo scalo marittimo più importante del paese, e avrebbe espresso interesse per l’acquisto della Trainose (le locali Fs) e per 13 aeroporti regionali. Il Qatar, che ha già investito 300 milioni di euro nella banca greca Alpha Bank, continua a mostrare interesse per una miniera d’oro nella Penisola di Haldikiki e per la costruzione di uno stabilimento di gas naturale ad Astakos. Il fondo di investimenti del Qatar è poi uno dei quattro candidati a gestire i 623 ettari di Hellinikon, il vecchio aeroporto a sud di Atene che sarà privatizzato a partire dal 29 ottobre. Mosca è interessata al settore energetico: alla compagnia petrolifera Hellenic Petroleum e a quella elettrica Dei.
Il programma di privatizzazioni suscita grandi aspettative. Nonostante il boom turistico di quest’estate (18 milioni i visitatori), in Grecia continuano i problemi di liquidità. Ormai al sesto anno di recessione, il paese vanta il triste primato di un debito pubblico che sfiora il 160 per cento, il più alto in Europa. Dalla svendita degli asset pubblici si prevede un incasso di circa 11 miliardi di euro entro il 2016 e di 25 entro il 2020. L’amara cessione di risorse importanti potrebbe in compenso scongiurare la minaccia di un terzo pacchetto di salvataggio e di altre misure restrittive che il popolo greco non può più sopportare.
(Gabriel Vallinn Frangoulis - da Atene)