L'economia green diventa tossica, cinesi 98 pannelli solari su 100, Europa prossima alla saturazione

Come accade per il settore automotive, anche quello dei pannelli solari vede la Cina essere fortemente aiutata dal suo governo per favorire produzione ed esportazione. Nei primi giorni di settembre l'Agenzia Ansa pubblicò una nota nella quale si leggeva: “L'Italia è uno dei mercati leader delle tecnologie pulite in Europa, ospitando un numero importante di impianti di produzione di energia solare ed eolica. Quanto alla capacità di produzione, oltre il 22% dei pannelli fotovoltaici integrati negli edifici proviene dall'Italia. E' quanto emerge nel capitolo dedicato all'Italia del rapporto sullo stato dell'Unione dell'energia della Commissione Ue, che mette in evidenza come l'Italia sia tra i primi due maggiori produttori europei nel fotovoltaico.” Letta così farebbe pensare che il nostro Paese sia costruttore di pannelli per la conversione della radiazione solare in corrente elettrica, invece dalla stessa fonte giornalistica arriva oggi una doccia fredda: “Il 98% delle importazioni di pannelli solari verso l'Europa nel 2023 arrivava dalla Cina, il maggiore fornitore di Bruxelles anche di biocarburanti liquidi”. A dirlo sarebbero le stime pubblicate da Eurostat sugli scambi dei prodotti energetici verdi nell'Unione. Stando a questi calcoli lo scorso anno l'Unione ha importato da nazioni esterne pannelli solari per un valore di 19,7 miliardi di euro, biocarburanti liquidi per 3,9 miliardi di euro e turbine eoliche per un valore di 0,3 miliardi di euro. Secondo l'ufficio statistico dell'Unione, la Cina è stata di gran lunga il più grande fornitore di pannelli solari, rappresentando il 98% di tutte le importazioni. Le turbine eoliche sono arrivate principalmente dall'India (59%) e sempre dalla Cina (29%). Riguardo i biocarburanti liquidi, Pechino ha dominato con il 36%, seguita dal Regno Unito con il 13% e dal Brasile con il 12%.” Una fotografia che sottolinea ancora una volta quanto l'Ue dipenda dalla Repubblica Popolare per le componenti destinate alla produzione e all'accumulo di energia elettrica (letteralmente 98 pannelli solari su 100), ma anche per i biocarburanti liquidi, con le importazioni che rimangono superiori alle esportazioni. Dalla Ue ad altre destinazioni sono andati 0,9 miliardi di euro in pannelli solari, 2,2 miliardi di euro di biocarburanti liquidi e 2,0 miliardi di euro di turbine eoliche. Tanto che la Cina, due mesi fa, stava affrontando i limiti della sua supremazia solare: ovvero ha dovuto limitare la sovrapproduzione, le tariffe e contenere la guerra dei prezzi che ha potuto fare grazie agli investimenti massicci che le hanno permesso di dominare il mercato globale del solare. Tuttavia, questo primato si sta ora traducendo in importanti sfide economiche tra sovrapproduzione, guerre commerciali e tensioni interne. L'estate scorsa Pechino ha registrato il volume record di 120.427 Megawatt di moduli solari esportati nella prima metà del 2024, un aumento del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. Ampliando l'osservazione a un periodo più esteso, l'esportazione sarebbe stata di quasi 720.000 Megawatt di capacità in moduli solari dall'inizio del 2020. Un successo attribuibile principalmente a una significativa riduzione dei prezzi dei moduli solari, scesi a 13,7 centesimi per megawatt (MW) nella prima metà del 2024 rispetto ai 18 centesimi dell'intero 2023, rendendo i moduli solari cinesi i più competitivi al mondo. Guarda caso, l'Europa è il mercato principale rappresentando il 43% del totale delle esportazioni cinesi, ovvero compriamo 52.158 MW. All'interno dell'Europa i Paesi Bassi si distinguono come il principale paese acquirente 2024 con 23.421 MW importati, sebbene questa cifra sia inferiore del 25% rispetto all'anno precedente. Anche Spagna, Germania e Italia figurano tra gli acquirenti degni di nota, sebbene anche Berlino abbia frenato rispetto al 2023. Il secondo mercato al mondo per i moduli solari cinesi è l'Asia con 32.109 MW esportati, circa il 27% del totale. Questa regione sta vivendo una crescita rapida, +86% rispetto alla prima metà del 2023, specialmente in Pakistan e India, con importazioni rispettivamente di 10.450 MW e 8.324 MW, segnando aumenti di acquisti del 200% da un anno con l'altro. Segue il Medioriente con esportazioni che hanno raggiunto i 13.000 MW, rappresentando l'11% delle esportazioni totali della Cina. Queste riduzioni, ampiamente supportate dal governo, stanno consentendo ai costruttori cinesi di mantenere una posizione dominante nel mercato globale dei pannelli solari, esercitando anche una pressione significativa sulla capacità produttiva in altre regioni e creando una prospettiva favorevole a lungo termine per il settore, con i mercati emergenti pronti a sostenere la crescita continua e a incassare l'ormai prossima saturazione di quello europeo.

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