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April 17 2019
Al suo arrivo alla Stazione ferroviaria (niente aereo o macchina, inquinano) ad attenderla c'erano i fotografi. Poi si è diretta in Piazza San Pietro, dove c'era un posto in prima fila. Poi ecco l'incontro ravvicinato con Papa Francesco, con tanto di dialogo, risatine, strette di mano, foto, post su twitter ed immediata intervista sulla stampa: "Il Papa mi ha detto di andare avanti...".
Domani poi prima il Senato, poi magari anche alla Camera e chissà cos'altro, tra personaggi più o meno pubblici, aziende, testimonial.
A leggerla sarebbe l'agenda perfetta della visita nella capitale di Xi Jinping, il presidente cinese. Oppure di Donald Trump o chissà quale altro leader mondiale. Invece no. Tutto questo è dedicato ad una ragazzina. Lei, la nuova leader mondiale e simbolo di ogni lotta e persona vicina all'ambiente: Greta Thunberg.
Per la 15 enne svedese abbiamo visto in queste ore di tutto. Ci sono politici (Tajani, tanto per fare un nome) che l'hanno ricevuta in pompa magna, promettendo impegni ufficiali con una vicinanza all'aria, piante ed animali davvero encomiabile (potere della campagna elettorale...).
Tutti prostrati, tutti a sorridere con lei, sopra gli hashtag che seguono ad ogni sua comparsata. Un'esagerazione che sfiora la psicosi.
La cosa è stata ed è talmente dirompente che non può non essere sospetta. Da settimane, da quando la giovane Giovanna D'Arco ha conquistato le luci della ribalta ci si chiede chi sia Greta, o, meglio. Chi ci sia dietro e con lei. Chi l'abbia aiutata a scrivere il suo libro, chi la gestisce, chi organizza gli incontri e gli appuntamenti. A nome di chi parla.
Risposte? Nessuna. E quando non ci sono le risposte i dubbi non possono che crescere.
Sarà la storia a dirci se sia stata questa ragazzina con le treccine ad usarci o il sistema ad usare lei.