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February 05 2014
Ma chi sono le persone che domenica scorsa hanno commentato su Facebook lo pseudosondaggio di Beppe Grillo su Laura Boldirni:“Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?”.
Gente in carne ed ossa con le foto delle vacanze pubblicate sul Diario oppure famigerati fake? Attivisti convinti, uomini e donne consapevoli di quello che dicono e soprattutto scrivono, o solo dei complessati preda di deliri notturni?
Preparati a beccarci la nostra parte di insulti, abbiamo deciso di contattare gli autori delle aberranti, e per questo irripetibili, dichiarazioni.
Alle 13 di lunedì scorso abbiamo dunque inviato loro il seguente messaggio e ci siamo messi in attesa.
Questo il testo:
“Gentile...sono Claudia Daconto, giornalista di Panorama.it. Avendo letto il suo nome tra coloro che hanno pubblicamente commentato il post comparso sulla pagina facebook di Beppe Grillo “Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?”, la nostra testata vorrebbe domandarle se ritiene di confermare o meno il pensiero da lei espresso e se ritiene che la signora Laura Boldrini meriti davvero di ricevere il trattamento da lei indicato. Conto in una sua risposta. Grazie. Claudia Daconto”.
Sapendo che i messaggi inviati da persone che non si trovano nella lista degli “amici” non vengono immediatamente segnalati al destinatario bensì archiviati da Facebook in un'apposita cartella, per aumentare le possibilità che il nostro venisse invece letto, abbiamo inviato richieste d'amicizia prontamente accettate da quattro persone su dieci mentre, dopo 48 ore, il messaggio era stato sicuramente visualizzato dalla metà dei destinatari.
Peccato che solo in tre dei dieci che avevamo tantato di contattare, hanno accettato di risponderci.
Guido Candela, l'autore del commento che ha ricevuto il maggior numero di apprezzamenti (34 mi piace) – quello che suggeriva di portare la Boldrini in un campo rom pe run incontro ravvicinato con il capo villaggio – lo ha fatto postando nella nostra casella il video in cui il vice-presidente della Camera Luigi Di Maio elenca tutte le inesattezze pronunciate in questi giorni dalla terza carica dello Stato. Alle nostre obiezioni ha replicato testualmente “il vice-presidente è la risposta alle sue domande le piaccia o no e cortesemtne le chiedo di non importunarmi saluti a lei e al suo editore”.
Carmela Bonafiglia, infermiera di Sesto Campana molto impegnata nel denunciare il malfunzionamento della sanità molisana e propensa a “riempire di botte” la Boldrini, ci ha scritto: “confermo piu' di prima il mio pensiero, visto soprattutto la sua superbia e la sua ignoranza (riferito a Laura Boldrini, ndr). Non credo ke possa occupare la terza carica dello stato! Gradirei parlare con lei in privato x quanto riguarda la sanita' molisana. Grazie in anticipo!”.
Infine, Andrea Tedone, il più tempestivo nell'inviarci la sua risposta. Consulente editoriale, è colui che ha dato alla presidente della Camera della “mignotta”, “frase sicuramente impegnativa e vaga” ma che, nella sua lunga e articolata risposta alla nostre domande, rivendica il diritto di esprimere. “Amo a dismisura, mettere alla prova quello che dicono le persone, siano esse semplici operai o grandi politici – ci ha scritto - Da molto tempo sento in giro, vere o presunte minacce di "repressione" del web o di chi lo utilizza per diffamare l'integrità morale di una persona. Poichè il terzo Reich è finito, come è finito lo Stalinismo, penso che in Italia ci possa essere quella libertà di pensiero che tanto andiamo vociferando. La mia presa di posizione se non ricordo male (non mi risulta più nel registro attività), era: "Impossibile, io non vado a mignotte!" frase sicuramente impegnativa e vaga, ma che non può essere usata contro di me, dato che io sono libero di pensare quel che voglio di chiunque, sino a quando questo "chiunque" non mi dimostra che mi stavo sbagliando. Io non ho usato nessun tipo di "trattamento" verso la Boldrini e, non la tratterei mai come una prostituta se intende questo con "trattamento"; ho solo scritto una provocazione nella speranza che venisse recepita da qualcuno. Penso che la Boldrini faccia gli interessi di "chi l'ha messa li" ma che funga anche da specchietto per le allodole (senza nulla togliere alla carica che ricopre), così da far scostare lo sguardo dai veri problemi del paese. Dopo il suo interessamento al mio commento, le ripeto, messo volutamente e con il secondo fine di vedere se il web era controllato da gente seria o meno, auspico con tutto il cuore che la sua testata giornalistica abbia mandato la stessa mail a tutti gli italiani che hanno, come me, commentato il post di Grillo. Lo spero, perchè la libertà di informazione è unica e sacrosanta e divulgare ciò che la popolazione mormora, è un obbligo dal quale non dovete esimervi. Io collaboro con un giornale locale e nel nostro piccolo, ci proviamo”.
Purtroppo (o per fortuna) non abbiamo potuto esaudire la richiesta di Andrea Tedone e inviare la stessa mail a tutti gli italiani che hanno commentato il post di Grillo. Ci siamo riusciti infatti solo con quelli che è stato possibile rintracciare grazie allo screenshot della pagina effettuato prima che i gestori del blog di Beppe Grillo la rimuovessero.
Mentre ci rimane il dubbio se per il signor Tedone Laura Boldrini sia e resti una “mignotta” visto che egli si sente “libero di pensare quel che voglio di chiunque, sino a quando questo "chiunque" non mi dimostra che mi stavo sbagliando”, oppure se, non essendolo affatto, non la tratterebbe “mai come prostituta”.
Nel frattempo, mentre sul web gli attivisti del M5s iniziano a litigare tra di loro spaccandosi tra chi rivendica e difende la linea dell'insulto libero (meglio se di natura sessista) e chi invece ne denuncia la dannosità, irresponsabilità e inutilità, dopo gli ultimi fatti (oltre alla vicenda Boldrini, ci sono le offese del cittadino deputato De Rosa rivolte alle parlamentari del Pd e il "boia" rifilato dal collega Sorial a Giorgio Napolitano) tra gli eletti la voce del dissenso ha cominciato a risuonare più forte e chiara di prima. “Il Paese non ha bisogno di questo” ha detto Tommaso Currò, il deputato che stava per essere cacciato per via di un emendamento alla legge di stabilità firmato insieme alla forzista Stefania Prestigiacomo. La collega padovana Gessica Rostellato ha minacciato di non votare il M5s alle prossime europee e chiarito che non è lei a dover lasciare il Movimento bensì coloro che ne stanno stravolgendo la missione iniziale. Il collega Ivan Catalano se l'è presa con i cosiddetti “consulenti di programmazione neuro linguistica” imposti dal duo Grillo-Casaleggio. Dura anche la senatrice Ornella Bertorotta che su Facebook ha espresso la sua solidarietà a Laura Boldrini “per le squallide e inaccettabili offese ricevute...Chi ha scritto certe frasi non è degno di vivere in un paese civile”. A dissociarsi dagli attacchi sessisti alla presidente della Camera anche i colleghi Lorenzo Battista, Laura Bignami, Monica Casaletto e Luis Alberto Orellana che in una nota chiedono “agli autori della comunicazione del M5s di essere maggiormente responsabili e consapevoli dei contenuti pubblicati e del loro inquadramento professionale”. Un fuoco di fila che alla fine ha suggerito a Claudio Messora, esecutore materiale della strategia dettata da Gianroberto Casaleggio, di fare un passo indietro e scusarsi almeno per il post in cui, replicando a quanto dichiarato a “Che tempo che fa” dalla stessa Boldrini sui “potenziali stupratori”, la invitava a tranquillizzarsi perché anche se nel Movimento ce ne fossero sul serio, “tu non corri nessun rischio”. Un post apparso e scomparso come quello attribuito alla presidente della Camera sempre sui "potenziali stupratori", opera, con ogni probabilità, di un fake. D'altra parte Messora non è nuovo alla rimozione postuma dei suoi scritti. Accadde anche con un post del 2010 in cui l'auto-censore riportava un suo sogno erotico con Mara Carfagna, Stefania Prestigiacomo e Maria Stella Gelmini. Impegnato a vergare e cancellare senza tregua, si capisce perché Messora non abbia mai tempo di rispondere alle domande dei giornalisti. Lunedì scorso Panorama.it tentò infatti di contattarlo per chiedergli se “in qualità di responsabile della comunicazione del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle” lui rivendicasse l'adeguatezza delle scelte effettuate in queste ultime settimane da alcuni esponenti dei gruppi e dai lei stesso con particolare riferimento al suo tweet sulla presidente Boldrini. “Vorremmo capire da lei – gli scrivemmo - se si tratta di una strategia in vista delle prossime elezione europee oppure no e in tal caso se non ritiene di doversi scusare con la signora Boldrini”. Le scuse alla presidente della Camera sono arrivate, la risposta alle nostre domande ancora no.