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January 02 2017
L'attentato di Capodanno alla libreria Il Bargello di Firenze, nel quale è rimasto gravemente ferito un artificiere della Questura, è solo l’ultimo di una serie di episodi di matrice anarchica, che si sono verificati nel capoluogo toscano negli ultimi dodici mesi.
La libreria, associazione culturale di destra vicina a Casapound e a cui fanno riferimento circa 150 soci, infatti, è da tempo nel mirino delle proteste dell'antagonismo fiorentino e degli ambienti anarchici che si stanno opponendo alla sua presenza e stanno tentando, attraverso un'escalation di atti violenti, di farla chiudere. Ma chi c'è dietro questi movimenti?
I precedenti
Già nel 2015 la libreria era stata presa di mira: il 23 gennaio un gruppo di antagonisti fiorentini lanciò vernice e petardi imbrattando, con scritte come "Casapound assassini", l'edificio di via D'Annunzio vecchia sede del negozio.
Il 18 aprile un corteo con 400 militanti della sinistra antagonista si voleva opporre all'apertura del negozio e marciò con lo striscione "Fuori i fascisti dai nostri quartieri". All’epoca la Questura organizzò un imponente servizio d'ordine che scongiurò il contatto tra le due fazioni.
Il 14 gennaio 2016, poi, una ventina di "incappucciati" devastarono la libreria quando era ancora ubicata nel zona periferica di Coverciano. I manifestanti, che gli investigatori individuarono come esponenti dell'area antagonista, si radunarono davanti al piccolo negozio che all’epoca era di circa 18 metri quadri, intonarono slogan e poi lanciarono contro l'edificio pezzi di mattone, sassi e altri oggetti. Fu danneggiata la porta a vetri. Non ci fu nessun ferito tra i tre volontari dell'associazione che erano all'interno.
Pochi giorni e ancora un nuovo attacco. Sempre in via D'Annunzio, davanti alla sede della libreria, la notte tra il 2 e il 3 febbraio 2016, esplose una bomba-carta: fu danneggiato il bandone del negozio e il vetro di un'auto in sosta. Sul muro di un palazzo sul lato opposto della strada fu lasciata una scritta a favore della liberazione di tre anarchici che avevano incendiato, nel Parmense, la casa di un militante di Casapound.
Solamente lo scorso settembre, il centro culturale Il Bargello ha cambiato sede e ha aumentato gli spazi, da 18 a 40 metri quadri, da via D'Annunzio in via Leonardo da Vinci, strada molto più vicina al centro del capoluogo fiorentino.
La mappa delle organizzazioni anarchiche in Italia
Per gli investigatori la matrice dell’attentato del 1 gennaio scorso così come degli episodi precedenti, è anarchica. Ma i gruppi anarco-insurrezionalisti, ormai da alcuni anni, hanno cambiato le loro strategie operative e organizzative: meno centri sociali, molta più attività sul web. Ed è proprio in Internet che, tra siti più o meno palesi, viaggiano messaggi eversivi e inviti alla violenza, è lì che nascono e vengono pianificate le strategie di "attacco" allo Stato.
Tuttavia non mancano gli spazi che vengono tenuti sotto controllo dalle forze di polizia.
A Firenze sono tre quelli che le forze di polizia stanno monitorando: Spazio Liberato, 400 colpi, Collettivo Scienze Politiche.
"Garage anarchico", invece, si trova a Pisa, città universitaria toscana che in passato aveva visto la presenza del circolo anarchico Il Silvestre, già al centro di numerosi blitz e arresti dei carabinieri del Ros.
In Lombardia, nella città di Milano sono tre i centri considerati il punto di riferimento di gruppi eversivi: Il Cantiere, Bottiglieria occupata, Latteria Occupata. Nel 2015, la polizia fece sgomberare due centri sociali in via Ravenna: il Corvaccio al civico 30 e lo spazio anarchico occupato "Rosa nera" al 40.
In Piemonte, a Torino sono 5 i centri sociali al centro dell'attenzione delle forze di polizia: Askatasuna, Gabrio, Col.Po (Collettivo Politecnico), El Paso, Il porfido e Asilo occupato.
Nella città di Genova i gruppi più attivi sono quelli dei centri Aut Aut, Buridda, Zapata, Terra di Nessuno, Caos.
Nella Capitale, invece, ci sono: Acrobax, Bencivenga Occupato, Ex Snia Prenestina, CS 32.
Nel Nordest attualmente è considerato “a rischio” il centro sociale “Pedro” a Padova, “Spazio anarchico” a Verona, e “El Tavan” a Trento mentre nel Sud, a Napoli, ci sono il centro sociale Insurgencia, Collettivo Autorganizzato Universitario e Centro Studi Libertari L.Michel.
Anche nella città di Bologna ce ne sono 3: Crash, Aula C, TPO (Teatro Polivalente Occupato)
Gli anarchici e il calcio
In alcune occasioni gli scontri tra gruppi anarco-insurrezionalisti e le forze dell’ordine, sono stati supportati da frange estreme delle tifoserie violente di alcuni Club calcistici: Livorno Calcio, Il Cosenza, il Venezia, la Roma, la Lazio e il Bari. Tra tutte queste tifoserie quella più "calda" è quella toscana del Livorno Calcio.