Chi truffa sul web 500 euro e chi un miliardo
Sono più importanti un miliardo di dollari o 500 euro? Vi pongo questa domanda perché la mia scelta sul tema di questa settimana ha oscillato tra questi due estremi. Da un lato parlare del sequestro di un miliardo di dollari in bitcoin avvenuto ad opera del Dipartimento della Giustizia statunitense nell'ambito del caso Silk Road (per quanti non lo sapessero si tratta di quello che era il più grande black market sul dark web chiuso nel 2013 dai federali), una vicenda che ha portato alla condanna a due ergastoli del suo creatore Ross Ulbricht. Una storia che mi avrebbe permesso di parlare di dark web e altre "pericolose amenità".
D'altra parte mi sono imbattuto, tramite amici, nell'ennesima variante di truffa on line che avrebbe privato di una piccola collezione di monete una gentile signora del valore di circa 500 euro. Alla fine ho scelto gli euro, non per partigianeria geo-valutaria, ma perché ho visto dispiegare una serie molto interessante di tecniche truffaldine (quelli bravi parlerebbero di social engineering).
Tutto inizia con la nostra protagonista che mette in vendita su un sito di aste on line qualche moneta antica. Le hanno suggerito un sito particolare perché di solito le vendite sono "di prossimità", cioè tra persone che non abitano distanti. Passano due minuti dal post dell'annuncio e subito viene contatta da un compratore che, non soltanto è interessato, ma chiede se ha altre monete e la signora gli invia le immagini di altri pezzi, e da poche decine di euro si arriva a una vendita da 500 euro per l'intera collezione.
Adesso arriva il momento di discutere le modalità di pagamento e di consegna. Considerando la situazione il compratore dice che, pur abitando a pochi chilometri, preferisce utilizzare un corriere. Tra l'altro lo spedizioniere dispone anche di un sistema particolarmente evoluto che permetterebbe a lui di pagare in anticipo la merce che poi verrebbe ritirata. Passano una decina di minuti e la signora riceve una email che sembra provenire proprio dal corriere, tra l'altro si tratta di un nome ben noto, ma la signora si insospettisce. Non soltanto la comunicazione è scritta in un italiano non perfetto, ma chiede anche di fornire tutti i proprio dati anagrafici e gli estremi completi di una carta di credito. Infine proviene da un indirizzo di posta "gmail.com" e questo risulta ancora più strano, perché lo spedizioniere in questione è talmente grande che userebbe di certo una casella con il suo nome a dominio.
La venditrice è dubbiosa, ma dopo altri cinque minuti viene nuovamente contatta dal compratore che domanda se ha ricevuto la comunicazione del corriere e le annuncia di avere già effettuato il pagamento. Il dubbio diventa sospetto e quindi la nostra protagonista chiede di cambiare il metodo di pagamento e si sente rispondere che potrebbe andare bene anche un bonifico, di cui gli avrebbe prontamente inviato via email la ricevuta, e quindi le viene richiesto il suo IBAN. Tuttavia resta il fatto che deve compilare il modulo ricevuto per il ritiro delle monete.
Un respiro profondo e la simpatica signora alza il telefono e mi chiama. Rapidamente mi racconta quanto sta accadendo e mi inoltra la email ricevuta dallo spedizioniere. Devo dire che ero già certo si trattasse di una truffa, ma proprio a scanso di equivoci, chiamo il numero verde del corriere e ottengo la conferma dei miei sospetti. Trattativa chiusa e tutto è bene quel che finisce bene. Nell'ordine la signora ha salvato la sua collezione di monete (sarebbe stata ritirata da un complice del truffatore), si è sottratta a un possibile furto di identità (compilando quei moduli avrebbe fornito tutti i suoi dati al criminale) e ha evitato di essere derubata attraverso l'uso fraudolento della sua carta di credito o del suo IBAN.
Raggiri di questo tipo si susseguono a ritmo incessante e la somma delle poche centinaia di euro moltiplicata per la quantità delle vittime produce cifre che ormai sono molto vicine a quel miliardo di dollari. Nello specifico, poi, quei 500 euro avevano per me un valore particolare. Vi domandate perché? La simpatica signora in questione è mia madre.
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