Dal Mondo
March 03 2023
Lo scorso 22 febbraio le forze di difesa israeliane durante un blitz denominato Operazione Nablus, a Shechem (Nablus), hanno ucciso 8 dei 12 terroristi palestinesi membri dei gruppi terroristici Lions' Den, Jihad islamica palestinese e del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), mentre altre due operazioni si sono svolte nel campo profughi di Aqbat Jaber vicino a Gerico e nel campo profughi di Jenin. Dopo il blitz israeliano che ha scatenato la rabbia dei media palestinesi e di quelli internazionali vicini alla causa palestinese, da Gaza sono iniziati consueti lanci di missili contro Stato ebraico.
Come scrive Yoni Ben Menachem, analista senior del Medio Oriente presso il Centro per gli affari pubblici di Gerusalemme, «con queste operazioni, le Forze di Difesa israeliane e l'Agenzia per la sicurezza israeliana (Shin Bet) inviano un messaggio all'Autorità palestinese e alle organizzazioni terroristiche: il raggio d'azione di Israele è lungo. Non ci sono città di rifugio per i terroristi in Giudea e Samaria, e l'Esercito israeliano (IDF) colpirà qualsiasi terrorista che abbia intenzione di uccidere civili e soldati israeliani». Quello che è certo è che i gruppi terroristici finanziati dall’Iran hanno giurato vendetta per le operazioni israeliane così come è certo che l'Autorità palestinese non farà nulla per impedire nuove stragi di civili. A proposito di questo va ricordato che dall'ultima operazione dell'IDF a Gaza, nel maggio 2021, le cellule terroristiche hanno iniziato a formarsi anche nel nord della Samaria, senza che l'Autorità Palestinese abbia fatto qualcosa per combatterle.
I servizi segreti israeliani sono a conoscenza dei piani di Hamas e delle altre organizzazioni terroristiche che pianificano di intensificare gli attacchi durante il mese del Ramadan (22 marzo-20 aprile 2023) come inizio della terza Intifada. Lo scorso 23 febbraio il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha pubblicato una dichiarazione in cui ha affermato: «Gli arabi palestinesi non permetteranno a nessuno di sopprimere l'Intifada» che si sta sviluppando nella Cisgiordania, e ha aggiunto che «la campagna contro il nemico sta entrando in una fase di forte disperazione di Israele e sta spezzando gli occupanti espellendoli dalla terra dei nostri padri e nonni». Secondo le stime di Palestine Arab Street, entro poche settimane sarà possibile parlare di una nuova intifada in Cisgiordania: «Con l'aumentare delle morti di arabi palestinesi, aumenterà anche il numero di coloro che si uniranno alla nuova Intifada».
I terroristi di Hamas si stanno organizzando per lanciare un’escalation durante il Ramadan e il tempo sta lavorando a loro favore. Per Yoni Ben Menachem «il potere dell'Autorità palestinese è in continuo declino (il vertice in Giordania è un tentativo di resuscitarlo), mentre in Israele il nuovo governo è in uno stato di confronto diplomatico con la comunità internazionale e in una crisi politica interna». Aspetto non certo secondario è quello relativo alla giovane generazione arabo-palestinese ormai scoraggiata dall'Autorità palestinese corrotta ad ogni livello e, non avendo ricordi delle precedenti lotte armate contro Israele, vuole a tutti i costi un confronto armato con Israele. La macchina di propaganda arabo palestinese ne approfitta e i social network incoraggiano i giovani a lanciare attacchi terroristici in modo da diventare «eroi» di TikTok. Mentre altre piattaforme di social media limitano o censurano l'incitamento agli arabi palestinesi, TikTok, una società cinese, non fa assolutamente nulla.
Dato che l'Autorità palestinese (abbondantemente finanziata anche dal Qatar) non fa nulla contro i gruppi terroristici in violazione degli Accordi di Oslo, l'IDF sarà costretto a lanciare ulteriori operazioni in profondità nel territorio. A questo proposito è opportuno ricordare che la stragrande maggior parte degli arabi palestinesi che vivono in Cisgiordania non sono interessati a una nuova Intifada. Si stima che circa 160.000 arabi palestinesi lavorano in Israele e vogliono continuare a sostenere le loro famiglie.
Tuttavia, la crescente violenza e i recenti attacchi terroristici alla fermata dell'autobus Ramot, nella Città Vecchia di Gerusalemme, Shuafat e Huwara, complicano la situazione. Fino ad oggi la violenza finora non si è trasformata in una vera Intifada su ampia scala per diversi motivi: la divisione interna tra Fatah e Hamas, l' Autorità palestinese che si rifiuta di sponsorizzare le attività terroristiche dei gruppi armati, e inoltre la maggior parte degli arabi palestinesi della Cisgiordania e quelli di Gerusalemme est non partecipano alle violenze.
I terroristi di Hamas da tempo pianificano una nuova Intifada a Gerusalemme est e in Giudea e Samaria utilizzando nella loro narrativa due elementi principali che possono suscitare la strada araba palestinese: i prigionieri di sicurezza nelle carceri israeliane e la moschea di al-Aqsa. Come scrive Yoni Ben Menachem il piano d'azione di Hamas e di altri gruppi terroristici per il Ramadan è il seguente: i prigionieri nelle carceri hanno già annunciato la loro intenzione di iniziare uno sciopero della fame all'inizio del Ramadan, proclamazione della disobbedienza civile nei quartieri arabi a Gerusalemme est, lanciare una guerra di logoramento contro le forze israeliane e i civili israeliani da Nablus e Jenin, lanciare di razzi da Gaza per sostenere la nuova Intifada. La propaganda dei terroristi suoi social network in particolare su Tik Tok chiede ai lupi solitari di «lanciare attacchi contro soldati e civili israeliani ovunque si trovino» esattamente come fa lo Stato islamico. Inoltre gli arabi israeliani vengono invitati a sconvolgere il tessuto della vita in Israele.