Hamas, Hezbollah, Iran, Gaza. Chi sono i protagonisti del caos in Israele e cosa vogliono

Sabato sera il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promesso di portare l'intera forza dell'Esercito israeliano contro il gruppo terroristico Hamas della Striscia di Gaza, avvertendo gli israeliani dei giorni difficili che si prospettano mentre la nazione reagisce per lo scioccante attacco a sorpresa che ha provocato centinaia di morti e trasformato tranquille città di confine in una zona di guerra. Come scrive The Times of Israel in un discorso televisivo Netanyahu ha affermato: «Le Forze di difesa israeliane agiranno immediatamente per distruggere le capacità di Hamas. Li paralizzeremo senza pietà e vendicheremo questo giorno nero che hanno portato su Israele e sui suoi cittadini. Cittadini di Gaza, uscite adesso. Saremo ovunque e con tutte le nostre forze», ha poi aggiunto, mentre migliaia di truppe di riserva si dirigevano verso le basi militari per la controffensiva ampiamente attesa. Poi Netanyahu ha affermato che il suo Paese «si sta imbarcando in una guerra lunga e difficile» voluta dai jihadisti di Hamas, che hanno compiuto un attacco senza precedenti in territorio israeliano nel quale sono morti almeno 300 israeliani, 1864 feriti e 164 ostaggi nelle mani dei terroristi palestinesi.

In un messaggio pubblicato sul suo account X, Netanyahu ha affermato: «La guerra ci è stata imposta da un attacco omicida di Hamas. La prima fase della guerra prevede la distruzione della maggior parte delle forze nemiche che si sono infiltrate in Israele e hanno ucciso civili e soldati. Israele ha anche lanciato un'offensiva a Gaza e continuerà senza esitazione e senza tregua, fino al raggiungimento degli obiettivi».

Fin da ieri mattina due cose erano state chiare; il fallimento delle due agenzie di intelligence israeliane vedi il Mossad che opera nel campo della prevenzione e del contrasto al terrorismo e non solo quello di matrice islamica, e nell'ambito delle operazioni all'estero che hanno lo scopo di raccogliere informazioni nell’interesse dello Stato e lo Shin Bet, l'agenzia di intelligence per gli affari interni dello stato di Israele. Nessuna delle due agenzie di intelligence, ritenute tra le migliori al mondo, è stata in grado di prevenire l’operazione militare di Hamas che per la sua complessità è evidente che sia stata preparata e provata nei minimi dettagli per mesi e che ora rischia di provocare una guerra in Medio Oriente proprio nel momento nel quale paesi come l’Arabia Saudita sono impegnati in colloqui che mirano alla distensione con lo Stato ebraico.

Da registrare non c’è solo il fallimento dell’intelligence israeliana ma anche quello dell’attuale governo degli Stati Uniti che invece di privilegiare il rapporto con Israele come fece Donald Trump, ha continuato a farsi prendere in giro dagli ayatollah di Teheran che sono i veri mandanti e gli organizzatori della guerra contro Israele. Un fallimento che è anche della CIA che nell’area è presente in gran numero e che ha disposizione droni e apparecchiature elettroniche capaci di cogliere qualsiasi segnale di minaccia.

Hamas

Hamas è un gruppo militante islamico palestinese sunnita che governa la Striscia di Gaza. Hamas ha giurato di distruggere Israele e ha combattuto diverse guerre con Israele da quando ha preso il potere a Gaza nel 2007. Tra queste guerre, ha lanciato o permesso ad altri gruppi terroristici di lanciare migliaia di razzi contro Israele e ha effettuato altri attacchi mortali. Israele ha anche attaccato ripetutamente Hamas con attacchi aerei e, insieme all'Egitto, ha bloccato la Striscia di Gaza dal 2007 in quello che dice sia per la sua sicurezza. Hamas nel suo insieme, o in alcuni casi la sua ala militare, è considerato un gruppo terroristico da Israele, Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito, così come da altre potenze. Hamas spende il 55% del suo budget per le forze armate e solo il 5% viene stanziato per la sua popolazione. Raccoglie 27 milioni di dollari in tasse, ma la maggior parte viene utilizzata per pagare i combattenti e i lavoratori. Si approvvigiona di materiali e tecnologia da Hezbollah in Libano. Hamas ha nel suo arsenale circa 15.000 razzi. Si tratta per lo più di missili a corto raggio del valore di 800 dollari ciascuno. Gaza ha una popolazione di circa due milioni di abitanti e il tasso di povertà è del 56%. Il 50% della sua popolazione è disoccupata. Manca di infrastrutture di base come le scuole e dispone solo di 11 grandi ospedali per l’intera popolazione e quasi l’85% di tutte le scuole di Gaza hanno doppi turni e funzionano senza elettricità.

Il braccio armato della Fratellanza musulmana

Hamas è di fatto il braccio armato della Fratellanza musulmana tanto che l’articolo 2 del suo statuto recita: «Il Movimento di Resistenza Islamico è una delle branche dei Fratelli Musulmani in Palestina. Il movimento dei Fratelli Musulmani è un’organizzazione mondiale, uno dei più grandi movimenti islamici dell’era moderna. È caratterizzato dalla profonda comprensione, da nozioni precise, e da una totale padronanza di tutti i concetti islamici in tutti i settori della vita: nelle visioni e nelle credenze, in politica e in economia, nell’educazione e nella società, nel diritto e nella legge, nell’apologetica e nella dottrina, nella comunicazione e nell’arte, nelle cose visibili e in quelle invisibili, e comunque in ogni altra sfera della vita». La distruzione dello Stato ebraico è l’obbiettivo congiunto di Iran e Qatar grandi finanziatori del terrorismo globale senza dimenticare gli Hezbollah libanesi.

Mandanti e finanziatori

Dal 2018, ogni mese dal viene versata una somma di 15 milioni di dollari in contanti dal Qatar sunnita ai leader della Striscia di Gaza. Gaza è l’esempio perfetto di una terra povera con governanti ricchi. Hamas è il terzo gruppo terroristico più ricco del mondo. L'agenzia di stampa ufficiale del Qatar ha affermato che il denaro donato va a beneficio di 27.000 dipendenti pubblici sugli oltre 40.000 dipendenti pubblici assunti da Hamas dal 2007. Il terrorismo sponsorizzato dallo Stato è una politica distintiva del Qatar e lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ministro degli Esteri del Qatar, ha più volte incontrato e ospitato a il leader di Hamas Ismail Haniyeh nella capitale Doha. L’Iran sciita invece paga circa 70 milioni di dollari all’anno, l’equivalente di 6 milioni di dollari al mese. Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha rivelato nel 2022 che l'Iran ha pagato un totale di 70 milioni di dollari al gruppo palestinese per aiutarlo a sviluppare missili e sistemi di difesa.

L’Iran nelle scorse ore ha elogiato apertamente e direttamente Hamas tanto che i parlamentari iraniani hanno cantato Morte a Israele durante la sessione serale. Mentre il consigliere del leader supremo dell'Iran, il generale Rahim Safavi, ha dichiarato: «Staremo con i combattenti palestinesi finché la Palestina e Gerusalemme non saranno liberate». Il portavoce di Hamas, Ghazi Hamad, alla Bbc ha affermato: «L’Iran ci ha dato sostegno per lanciare l'attacco a sorpresa».

Soldi dall’Europa e dall’UE

I media israeliani hanno riferito che gli attivisti di Hamas che risiedono in Germania, Paesi Bassi, Austria e Italia inviano ogni anno decine di milioni di dollari ai leader dell’organizzazione terrorista. Non si contano più di casi dove sono coinvolte associazioni europee gestite dalla Fratellanza Musulmana che vengono finanziate dall’Unione Europa per «progetti contro l’islamofobia». Tutti soldi che servono poi per ammazzare i civili israeliani. Lo scorso 26 giugno un padre e una figlia sono stati arrestati nei Paesi Bassi con l'accusa di aver finanziato l'organizzazione terroristica palestinese Hamas con circa 5,4 milioni di dollari. Come scrive NGO Monitor che pubblica ricerche basate sui fatti e analisi indipendenti sulle organizzazioni non governative (ONG), sui loro finanziatori e su altre parti interessate, principalmente nel contesto del conflitto arabo-israeliano sono molte le ONG che fanno il gioco dei jihadisti palestinesi e che vengono finanziate dall’UE. L'analisi delle sovvenzioni alle organizzazioni palestinesi e internazionali che operano in Cisgiordania e a Gaza nel 2022 evidenzia i continui finanziamenti dell'UE alle ONG legate all'organizzazione terroristica designata dall'UE, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP) e/o che glorificano la violenza. Inoltre scrive NGO Monitor che l’UE ha finanziato ONG che delegittimano Israele, lo accusano di «apartheid», fanno campagne per screditare la definizione operativa dell’IHRA sull’antisemitismo e promuovono campagne discriminatorie contro Israele. In particolare, l’UE è uno dei principali sostenitori delle agenzie delle Nazioni Unite e delle ONG associate che conducono uno sforzo concertato per generare sanzioni internazionali contro l’Esercito israeliano.

Gli Hezbollah provano a sfruttare il momento

Mentre scriviamo le Forze armate israeliane stanno attaccando con colpi di artiglieria il Libano dopo che numerosi colpi di mortaio sono stati lanciati verso Israele. L’ Esercito israeliano in una nota conferma l’accaduto: «Sono state adottate misure in preparazione di questo tipo di possibilità e continueremo a operare in tutte le regioni e in qualsiasi momento necessario per garantire la sicurezza dei civili israeliani». Come scrive Counsil of Foreign Affair, Hezbollah è un partito politico musulmano sciita e un gruppo militante con sede in Libano, «noto per il suo vasto apparato di sicurezza, l'organizzazione politica e la rete di servizi sociali che hanno contribuito a creare la sua reputazione di uno Stato nello Stato». Fondato durante la lunga guerra civile libanese, il gruppo sostenuto dall'Iran è noto per la sua opposizione a Israele e per la sua resistenza all'influenza occidentale nel Medio Oriente. A causa dei suoi attacchi terroristici globali, alcune parti di Hezbollah, e in alcuni casi l'intera organizzazione, sono state designate come gruppo terroristico dagli Stati Uniti e da molti altri paesi. Negli ultimi anni, le sue alleanze con l'Iran e la Siria l'hanno coinvolto nella guerra civile siriana, dove il suo sostegno al regime di Bashar al-Assad ha aumentato la sua forza militare.

Come finirà

Mentre scriviamo sono almeno 313 i palestinesi che sono stati uccisi e 1.900 i feriti nell’azione di ritorsione militare israeliana denominata «Operazione Spade di Ferro». Il Contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce dell'Esercito israeliano, ha reso noto che l'esercito di Gerusalemme «ha ucciso più di 400 terroristi palestinesi nel sud di Israele e nella Striscia di Gaza, e ne ha catturati altre decine, durante i combattimenti cominciati ieri, dopo l'attacco di Hamas». Stamattina il tenente colonnello Richard Hecht, durante un briefing con la stampa ha affermato che le Forze di difesa israeliane «stanno al momento affrontando i militanti di Hamas in otto aree di Israele». Hecht ha poi spiegato che le Forze di difesa israeliane «hanno ripreso il controllo di 22 località nel sud che erano state invase dai militanti di Hamas, ma li stanno ancora affrontando in otto località. L’obiettivo principale è quello di confermare che quelle comunità sono libere da terroristi». Ora mentre i carri armati israeliani si dirigono verso la Striscia di Gaza è evidente che Hamas e i palestinesi pagheranno un prezzo altissimo per quanto fatto che è però servito all’Iran per allontanare almeno per il momento, la pace tra Israele e Arabia Saudita tanto che da Riad ieri il ministero degli Esteri saudita ha dichiarato: «Il Regno chiede l’immediato arresto dell’escalation tra le due parti, la protezione dei civili e la moderazione”. Per poi mettere una pietra sui Patti d’Abramo: « Il Regno ricorda i suoi ripetuti avvertimenti sui pericoli dell’esplosione della situazione a seguito delle continue occupazioni, della privazione del popolo palestinese dei suoi diritti legittimi e del ripetersi di provocazioni sistematiche contro i suoi luoghi santi».

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