Holostem, ridare la vista con la ricerca sulle staminali
Il primato per il primo prodotto ricavato dalle cellule staminali approvato in Europa è italiano. Appartiene alla Holostem Terapie Avanzate di Modena, spin off universitario nato dall’incontro tra l’azienda farmaceutica Chiesi e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Holoclar, così si chiama il tessuto che ricostituisce la parte trasparente del bulbo oculare, sarà lanciato all’inizio del 2016 in tutta l’Unione Europea.
“Si tratta di un prodotto ottenuto coltivando le cellule staminali adulte del limbus, la parte trasparente della cornea. E serve a riparare l’occhio bruciato da ustioni o da contaminazione con agenti chimici” spiega l’amministratore delegato Andrea Chiesi, componente anche del board dell’azienda di famiglia.
In poche parole, Holoclar è in grado, una volta stabilizzato il danno e placata l’infiammazione (anche dopo anni) di ridare la vista. “L’effetto può essere immediato in caso di danni lievi oppure Holoclar può predisporre a un trapianto di cornea davvero efficace. Si tratta infatti di un intervento che spesso non riesce proprio perché il pool di cellule staminali della cornea non è integro”.
Quando la famiglia Chiesi è entrata in contatto, attraverso il preside della Facoltà di Biotecnologie di Modena, con ricercatori di fama mondiale nel campo delle staminali come Graziella Pellegrini e Michele De Luca, si è capito subito che le intenzioni erano serie. “Abbiamo messo insieme il loro storico know how nella ricerca, la loro passione e la nostra forza commerciale” continua Chiesi. E questo ha portato prima alla nascita del Centro di Medicina Rigenerativa e quindi al primato europeo.
“Il Centro è stato finanziato per oltre 10 milioni di euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, cui si è aggiunto in un secondo tempo anche il sostegno economico di Chiesi tramite Holostem. Oggi abbiamo uno dei più importanti centri di ricerca europei, con 50 ricercatori dipendenti e altri 50 collaboratori esterni”.
Il battesimo del mercato, come già detto, è atteso per il 2016, circa un anno dopo la registrazione del prodotto. “La procedura è infatti molto lunga. Dopo la registrazione occorre uniformarsi alla legislazione dei singoli Paesi, che sono 29 e diversi e poi ci sono le trattative sul prezzo. Il primo lancio sarà nei Paesi nordici, che sono più rapidi. E spero, visto il merito,che si riesca anche in Italia”.
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