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April 09 2015
Neill Blomkamp attinge a tutta la tenerezza di cui dispone per dar vita al dolcissimo robot Chappie protagonista del suo ultimo film Humandroid(titolo originale Chappie), dal 9 aprile nelle sale italiane.
Il regista sudafricano, che nel 2009 ha conquistato tutti con District 9, dopo l'hollywoodiano Elysium torna nella sua Johannesburg e invita nuovamente il pubblico a immaginare il nostro mondo, in un futuro vicino, sotto una veste diversa da quella che conosciamo. Questa volta però farà probabilmente storcere la bocca ai cultori dello sci-fi, mentre scalderà i cuori più sentimentali. Si diverte dando vita a un robot tanto improbabile quanto intrigante nella sua emotività esasperata.
Ecco 5 cose da sapere su Humandroid.
1) Chappie, un robot più emotivo degli umani
In un futuro molto vicino Blomkamp immagina la sua Johannesburg sorvegliata da agenti robotici, con chiara ispirazione a RoboCop di Paul Verhoeven. La compagnia TetraVaal ha prodotto efficienti androidi che supportano i poliziotti umani e sono ormai il terrore dei delinquenti. I droni si chiamano Scout e sono stati ideati da Deon Wilson, interpretato finemente da Dev Patel, il ragazzino del film premio Oscar The Millionaire. È singolare che la pronuncia del suo nome, "Dion", in italiano richiami il termine Dio. Questo giovane e brillante ingegnere infatti riesce in un'impresa ancora più grande: creare un'intelligenza artificiale. Da un androide dismesso nasce Chappie, il primo robot dotato di libero arbitrio e capare di provare emozioni. Ma Chappie ha una coscienza e una sensibilità ancora tutta da formare.
"L'idea era di trovare qualcosa di inumano come un robot - in special modo un robot poliziotto - e dotarlo di caratteristiche umane, al punto di farlo diventare più emotivo degli stessi personaggi umani del film", dice Blomkamp. "Quello è il punto nevralgico dell'ironia del film: un droide poliziotto che diventa senziente e inizia a mostrare caratteristiche che sono più morali, etiche e coscienziose rispetto a quanto tendano a fare gli esseri umani".
"Papi, il vero mondo è davvero grande", dice Chappie al criminale che lo ha rapito per essere coadiuvato nei furti. Chappie è di una dolcezza straripante e di una vulnerabilità commovente. "Chappie ha spavento", ripete terrorizzato a contatto con l'umanità. "Perché voi umani fate così? Perché tante bugie?", si arrabbia sul finale. Altro che Tamagotchi, io voglio adottare un Chappie.
2) Il potere ambiguo dell'educazione
Chappie è un robot giovane dalla mente suggestionabile. Rubato al suo creatore Deon, viene cresciuto in un covo criminale da improbabili influenze. "Chappie viene trascinato ben presto nello squallido mondo della malavita di Jo'burg, cresciuto da due genitori, uno buono e l'altro cattivo", spiega Blomkamp.
"Che nessuno limiti le tue potenzialità": è l'insegnamento che Deon imprime a Chappie prima di separarsene.
Ma intanto il suo "papi" lo addestra alle armi e agli atteggiamenti da gangster, manipolando la sua fragile intelligenza artificiale.
Mentre osserviamo il "cuore" di Chappie strattonato tra dubbie lezioni di vita non può non nascere una riflessione sul ruolo dell'educazione nello sviluppo responsabile o meno di un essere umano.
3) Sharlto Copley non manca: è lui Chappie
Dopo la collaborazione con Blomkamp in District 9 ed Elysium non poteva mancare l'attore sudafricano Sharlto Copley. È lui ad aver dato movimenti ed espressività a Chappie. Copley ha recitato veramente davanti alla macchina da presa, lavorando in ogni scena di fronte agli altri personaggi del film.
In seguito, in postproduzione, Blomkamp ha operato con i maghi dello studio di effetti visivi Image Engine per portare alla vita Chappie, costruendolo digitalmente sulla recitazione di Copley. "Neill mi ha detto 'Tu fai solo il tuo ruolo poi noi ci aggiungiamo il robot'", spiega l'attore. "Il film dovrebbe funzionare anche soltanto con me vestito con la tutina grigia: la gente potrebbe comunque commuoversi vedendo il film in questa maniera".
Per avvicinarsi al suo personaggio Copley ha indossato una placca sul petto per mantenere le proporzioni tra il suo petto e la schiena, proprio come Chappie, e una tuta grigia con sensori di tracciamento per gli animatori.
La fisionomia di Chappie è stata ispirata da un robot progettato da Blomkamp ben dieci anni fa.
Per la forza di polizia costituita da 110 Scout, la WETA Workshop ha costruito 11 manichini.
L'altro robot del film è il Moose, gigante e tutt'altro che pratico: "È satirico", rivela il regista, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Terri Tatchell, collega anche di District 9. "È ciò che le forze di polizia fanno con mezzi estremamente costosi, inefficienti e ingombranti facendo pagare tasse enormi ai contribuenti".
4) Mami e papi, ovvero il gruppo rap-rave Die Antwoord
A interpretare il bislacco e selvaggio duo di gangster di basso livello, "mami" e "papi" secondo Charlie, sono Ninja e Yo-Landi Vi$$er, ovvero il duo rap sudafricano Die Antwoord, fenomeno culturale che ha dato luogo anche a una subcultura definita "Zef". Artisti pazzoidi, sfuggono a ogni definizione. Nel 2012 sbeffeggiarono Lady Gaga nel video del loro brano Fatty Boom Boom.
In Humandroid i loro personaggi hanno i loro stessi nomi. "Neill è il nostro regista preferito", ha detto Ninja, "così, quando ci ha chiesto se volevamo fare parte del film, è stato come toccare il cielo con un dito. E inoltre ci ha chiesto di recitare noi stessi, che è come veder realizzato un sogno".
Le parti sono state create ad hoc per loro. "Abbiamo detto 'Possiamo verniciare le pistole in rosa e giallo brillante? Possiamo colorare la pallottole come fossero caramelle?'", ricorda Ninja. "Ci ha chiesto quale auto volevamo ed io ho risposto, 'Posso avere la mia auto, un po' modificata?'. E Neill mi ha accontentato".
5) La collaborazione con Weaver in attesa di Alien
Il villain di turno è interpretato da un attore normalmente abituato a essere l'eroe della saga degli X-Men, Hugh Jackman. Interpreta un ingegnere frustrato, l'archetipo di bullo australiano atletico, un personaggio un po' fuori sincrono e poco amalgamato allo sviluppo narrativo di Humandroid.
Blomkamp ha avuto la gioia di dirigere anche una delle sue eroine dei film di fantascienza, Sigourney Weaver, nei panni un po' stereotipati di un capo azienda interessato solo al profitto. "Sono sempre sorpreso quando riesco a scritturare persone che stimolano i miei interessi creativi - e in qualche modo la mia infanzia - e lavorare con loro nei film che voglio fare", ha affermato il regista. "Ogni tanto mi sembrava di avere veramente Ripley (la protagonista di Alien, ndr), sul set e questo era sconvolgente".
Prove generali di intesa in vista della prossima sfida di Blomkamp: Alien. Con la benedizione di Ridley Scott, infatti, il cineasta sudafricano ha in gestazione un nuovo film che sarà la prosecuzione ideale dei due primi capitoli della saga. Sigourney non mancherà.