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November 19 2015
Era il 2012 quando Hunger Games usciva nelle sale incassando oltre 694 milioni di dollari nel mondo e consegnandoci la nuova eroina Katniss Everdeen, una Jennifer Lawrence capace di avvinghiare un pubblico più ampio dello "young adult" a cui si rivolgeva. Da allora ogni novembre ha avuto il suo Hunger Games fino al provvidenziale epilogo con Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2, quarto film della saga dal 19 novembre al cinema. Il terzo libro della fortunata trilogia firmata da Suzanne Collins è stato infatti adattato in due lungometraggi distinti, scelta che ha pesato sulla dinamicità e sulla pienezza dei due capitoli finali.
Nonostante non manchino le scene ad alta tensione, i tormenti interiori dei protagonisti e assalti da war movie, il lungometraggio firmato da Francis Lawrence, pur facendo meglio del precedente Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1, come quest'ultimo si sforza di estendere a oltre due ore una storia un po' troppo esile, peccando in forza narrativa e capacità di coinvolgimento.
Ecco 5 cose da sapere su Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2:
1) Jennifer Lawrence, addio Katniss
Vincitrice dei diabolici Hunger Games, simbolo della ribellione dei Distretti di Panem contro Capitol City, Katniss (Lawrence) in Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1 era destabilizzata e recalcitrante a essere usata dalla presidentessa Coin (Julianne Moore) come miccia della rivolta. Ora però, conservando i suoi modi riluttanti e tutt'altro che solari, Katniss è pronta a voltare le spalle al passato e a lottare in prima linea per un futuro migliore e per eliminare il sadico presidente Snow (il magnifico Donald Sutherland). Anche lei come Bella di Twilight è in continuo dilemma amoroso: il suo cuore andrà all'atletico compagno d'infanzia e combattente Gale (Liam Hemsworth) o a Peeta (Josh Hutcherson), biondino che ha condiviso con lei le atrocità degli Hunger Games ma che ora, dopo il lavaggio del cervello subito a Capitol City, vuole ucciderla?
Jennifer Lawrence può finalmente appendere l'arco al chiodo e allontanarsi dal personaggio di Katniss, verso cui prova però un'enorme gratitudine: "È stato fantastico far parte di un film che ha avuto così tanto seguito", ha detto. "È stato un capitolo incredibile della mia vita e il modo in cui i film sono stati accolti dal pubblico è stato sorprendente".
Per la crescita artistica di Jennifer, il cui talento è un bene dell'umanità, la chiusura della saga è un toccasana. Gli ultimi due film hanno rischiato di schiacciarla in un personaggio impantanato in pene interiori e dubbi etici ripetitivi e respingenti.
Una piccola curiosità? La bionda attrice americana, come nel precedente episodio, ha fatto ricorso a una parrucca bruna, per evitare che le tinte le rovinassero i capelli come capitato dopo i primi due film.
2) Le strategie di comunicazione e i costi della guerra
Hunger Games (2012) ci ha portato nell'arena della violenza spettacolarizzata ai fini dell'intrattenimento, in una sorta di Grande Fratello estremizzato, sorprendendoci con l'esasperazione del voyeurismo mediatico. In Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2 continua la riflessione sulle strategie di comunicazione, studiate a tavolino per agganciare le masse, far leva sulla loro emotività, manipolare le reazioni. Respirando ancora echi orwelliani, sul filo de La fattoria degli animali, vediamo anche come leader democratici possano essere facilmente contaminati dalle storture del potere. Il potere corrompe. Condottieri audaci possono tramutarsi in despoti in tutto simili a quelli appena deposti.
In questo atto finale facciamo i conti con i costi della guerra sulle famiglie, sulla comunità e sulla gente comune. In guerra ogni mezzo è valido? Secondo Gale sì, per Katniss l'eticità vale anche con armi e bombe in mano.
Sono tante le sequenze d'azione, affidate ad effetti visivi assolutamente all'altezza. "Le scene d'azione nel Canto della rivolta - Parte 2 sono incredibili", ha dichiarato Jennifer Lawrence. "Alcune sono state particolarmente difficili, girando in gallerie umide e dentro e fuori dallacqua, e lottando con quasi 10 chili di attrezzatura inzuppata, ma ne è valsa la pena perché sembrerà tutto molto reale agli occhi del pubblico".
3) Il bilancio dei quattro film
Nel 2012 Hunger Games di Gary Ross apriva la saga cinematografica facendoci calare in un futuro distopico accattivante nella sua cinica brutalità. Indimenticabili le parrucche e i look leziosi dei sadici abitanti di Capitol City, il loro lusso eccentrico e le buone maniere ipocrite, la lotta all'ultimo sangue dei Tributi spettacolarizzata come un grande reality show. Nel 2013 Hunger Games: La ragazza di fuoco di Francis Lawrence accendeva ancor più il coinvolgimento, iniziando a infiammare l'ardore della ribellione e portandoci di nuovo nell'arena degli Hunger Games, per la speciale edizione della Memoria. Nel 2014 Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1 ha fatto un evidente passo indietro. Dividere il romanzo Il canto della rivolta in due film è stata un'operazione vincente a livello commerciale, ma è stata penalizzante sul fronte narativo: i tentennamenti e le macchinazioni in seno al Distretto 13 hanno minato il ritmo del racconto. Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2 paga ancora questa scelta. Lontani dal brio colorato dei cappellini delle signore di Capitol City, siamo ammantati da un'atmosfera lugubre emanata dal viso cupo di Katniss, dalle divise grigie e tutte uguali dei ribelli, da una prima parte incolore e poco stimolante.
Ad oggi i primi tre film hanno incassato insieme oltre 2 miliardi e 314 milioni di dollari. Alla fine di tutto la Lionsgate potrà con ragionevole certezza festeggiare i 3 miliardi. Un autentico successo.
4) Philip Seymour Hoffmann, per l'ultima volta
Philip Seymour Hoffmann è morto il 2 febbraio 2014. Aveva finito di girare Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I ma non Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte II, per cui restava ancora una settimana di riprese. In un primo momento si era pensato di "ricrearlo" digitalmente, ma poi Francis Lawrence e il suo team hanno preferito evitare ogni CGI e performance finta e hanno riscritto la sceneggiatura, assegnando alcune delle sue battute ad altri personaggi. Nella parte dello stratega Plutarch Heavensbee, Hoffman mostra tutta la sua abilità da fine e acuto giocatore. Il regista ha detto: "La collaborazione con Phil nei film di Hunger Games è stata un'esperienza fantastica per tutti noi – anche solo per aver avuto la possibilità di vederlo lavorare e imparare da lui - e il suo ritratto di Plutarch è particolarmente commovente".
L'attore aveva lasciato incompiute alcune scene di dialoghi e una manciata di apparizioni. È stata la scrittrice Suzanne Collins, che ha dato un rilevante contributo al lavoro sul set, ad aver l'idea della lettera di Plutarch consegnata a Katniss da Haymitch (Woody Harrelson).
In questo ultimo capitolo possiamo rivedere e salutare anche due personaggi amatissimi e emblematici della saga, seppur per brevi momenti: l'esuberante Effie Trinket (Elizabeth Banks) e il maestro di cerimonia degli Hunger Games Caesar Flickerman (Stanley Tucci). Tucci ha ammesso che sarebbe stato triste non apparire nell'ultimo film.
5) Effetti speciali e location
Atlanta ha ospitato gran parte della produzione, ma per portare in vita Capitol City in un modo nuovo lo scenografo Philip Messina ha usato location storiche e futuristiche in Francia e in Germania. Appena fuori Parigi, vicino Versailles, la tenuta aristocratica del 1903 Château de Voisins ha rappresentato porzioni della villa del presidente Snow.
I palazzi post-moderni di Noisy-Le-Grand chiamati "L'espace Abraxas", massiccie strutture in pietra squadrate, circondate da pilastri, piazze e archi trionfali, costruite negli anni '50, '60 e '70, hanno fatto da sfondo alla scena della fuga dall'ondata nera della Squadra 451 con Katniss, Finnick (Sam Claflin), Cressida (Natalie Dormer) & Co.
Per l'esterno del negozio di Tigris (Eugenie Bondurant), Messina ha optato per un altro progetto di edilizia pubblica francese: le otto costruzioni triangolari di Jean Renaudie e Renée Gailhoustet a Ivry sur-Seine.
La fabbrica tedesca abbandonata a Rudersdorf fa da sfondo a Katniss e Gale durante l'attacco a un hovercraft di Capitol City. Le location di Berlino includono l'aeroporto di Tempelhof, uno dei più antichi aeroporti superstiti del mondo ed ex centro della potenza aerea nazista nella seconda guerra mondiale, già visto nel Canto della rivolta - Parte 1.
La sfida più grande è stata però la costruzione del set più complicato del film: il tunnel buio e fradicio dove la Squadra 451 si ritrova faccia a faccia con un esercito di "lucertole mutanti"; descritte nel libro come "un mix tra lucertola, uomo e chissà cos'altro", sono state create tramite attori e CGI.
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2 è in 3D, non necessario ma per nulla fastidioso.