Hwasong-17, il missile «definitivo» della Corea del Nord
La mattina di venerdì 18 novembre, ora di Pyongyang, la Corea del Nord ha lanciato l’ennesimo missile a scopo sperimentale e intimidatorio in direzione delle acque della zona economica esclusiva del Giappone. Questa volta si è trattato di un razzo balistico intercontinentale (Icbm) che secondo i funzionari giapponesi aveva una portata sufficiente per raggiungere anche il territorio degli Stati Uniti. Ad alzare dubbi sullo scopo sperimentale è il fatto che il lancio sarebbe stato preceduto da altri, riguardanti però missili più piccoli e a corto raggio, come se il leader Kim Jong-un avesse voluto simulare la reazione delle sue forze armate a un ipotetico attacco. Il vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris e i leader di Giappone, Corea del Sud, Canada, Australia e Nuova Zelanda hanno condannato il lancio in una riunione di emergenza convocata venerdì a margine del vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec), mentre il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha avvertito di ulteriori lanci di missili da parte nordcoreana e, stando ai suoi servizi d’intelligence, della possibilità che Jong-un possa ordinare presto un test nucleare.
Secondo il ministro della Difesa giapponese Yasukazu Hamada il missile era in grado di volare fino a 15.000 km, mentre il segretario capo di gabinetto Hirokazu Matsuno ha affermato che l’ordigno ha seguito una traiettoria parabolica che ha avuto il suo vertice a 6.000 km di quota ma una distanza geografica dal punto di lancio di soli 1.000, scendendo a velocità ipersonica prima di cadere in mare a circa 200 chilometri a ovest dell'isola di Oshima-Oshima, nel distretto di Hokkaido. Seppure il Consiglio di Sicurezza dell’Onu abbia vietato alla Corea del Nord di effettuare collaudi di missili balistici, sanzionando il Paese per aver ignorato la risoluzione, funzionari sudcoreani e statunitensi hanno riferito che un certo numero di prove dei missili Icbm sono stati effettuati da marzo a oggi, incluso un lancio avvenuto il 3 novembre che sembra aver fallito la prova perdendosi in alta quota e quindi cadendo dove non era previsto esponendo l’arcipelago giapponese al pericolo. Gli Icbm (da Intercontinental Ballistic Missile) sono missili balistici con una portata minima di circa 5.500 km e fino oltre i 10.000, progettati principalmente per trasportare armi nucleari. Alcuni possono essere equipaggiato con una singola testata, altri ne imbarcano fino a dodici, ciascuna in grado di raggiungere un bersaglio separato impostando una traiettoria indipendente. Nel caso della Corea del Nord, essa ha condotto con successo il primo test di missile balistico intercontinentale Hwasong-14 nel luglio 2017 e ha poi lanciato la versione Hwasong-15 nel novembre dello stesso anno.
Sulla carta quindi Pyongyang potrebbe facilmente colpire la base americana di Guam, mentre fino a oggi non era certo che riuscisse a colpire il territorio continentale americano che dista circa 9.000 km. Ora è stata la volta dello l'Hwasong-17 (in nordcoreano Kn-28), un mostro con motori a propellente liquido che secondo fonti giapponesi potrebbe trasportare fino a 11 testate – per raggiungere gli Usa non potrebbe caricarne più di 3-4, per limitare il peso e far bastare il carburante) ed essere schierato mediante l’uso di un mezzo “Tel” (Transporter Errettor Launcher) a 22 ruote, non certo rapido da spostare sul territorio. Avendo un motore alimentato a liquido, la preparazione dei lanci implica tempo, almeno sei ore, e la preparazione della necessaria logistica, così i satelliti occidentali possono rilevare facilmente le fasi di preparazione dei lanci.
Lo Hwasong-17 è lungo 26 metri, ha un diametro di 2,7 m e un peso variabile secondo il carico da 80 a 150 tonnellate. Sarebbe adatto anche alla messa in orbita di satelliti, utilizzando il motore Taepodong-2-Unha-3 prodotto in Corea del Nord ma su progetto e consulenza russa. Già lo scorso mese di marzo la Corea del Nord aveva annunciato il successo di un lancio; tuttavia, il filmato del lancio diffuso dalla televisione di Pyongyang potrebbe essere stato manipolato, e gli analisti non sono stati in grado di confermare che il missile apparso fosse proprio uno Hwasong-17, a causa di incongruenze con gli oggetti sullo sfondo delle inquadrature, che corrispondevano a immagini satellitari in una data precedente al 24 marzo. Inoltre, alcune riprese video della postazione mobile di osservazione dalla quale il leader Kim Jong-un osservava la scena sembravano essere state realizzate in luoghi diversi. Per queste ragioni l'intelligence sudcoreana sostiene che il missile lanciato in quella occasione fosse uno Hwasong-15 modificato con motore più potente. Una ulteriore preoccupazione riguarda la raggiunta indipendenza nordcoreana nella realizzazione dei missili Icbm, dopo che la missilistica nazionale prese vita alla metà degli anni Novanta, quando a seguito della dissoluzione dell’Urss, Pyongyang aveva invitato gli ingegneri del Makeyev Design Bureau russo, specializzati in vettori militari, a sviluppare una copia dello R-27 Zyb, firmando un contratto con la Korea Yon’gwang Trading Company. Durante uno dei primi lanci, un missile perse la traiettoria prevista e cadde non troppo danneggiato nelle mani dei sudcoreani, i quali lo analizzarono riscontrando tracce di reazioni chimiche ipergoliche (ovvero quando l'accensione avviene in modo spontaneo nel momento in cui il combustibile viene a contatto col comburente), tipiche della componentistica russa. Da quel momento lo sviluppo di nuovi missili da parte di Pyongyang non si è mai fermato, fino all’attuale conquistata indipendenza tecnologica in fatto di meccanica e chimica. Sull’elettronica e le capacità operative complessive invece, rimangono dubbi occidentali che l’intelligence americana, sudcoreana e giapponese cercano di svelare.
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