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January 05 2015
Papa Francesco ha annunciato dunque i nomi dei nuovi cardinali che verranno nominati nel nel concistoro del prossimo 14 febbraio.
Nella lista ci sono 15 elettori e 5 non elettori.
Questi i 15 nuovi cardinali elettori:
1 - Mons. Dominique Mamberti, Arcivescovo titolare di Sagona,
Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.
2 - Mons. Manuel José Macario do Nascimento Clemente, Patriarca
di Lisbona (Portogallo).
3 - Mons. Berhaneyesus Demerew Souraphiel, C.M., Arcivescovo di
Addis Abeba (Etiopia).
4 - Mons. John Atcherley Dew, Arcivescovo di Wellington (Nuova
Zelanda).
5 - Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo
(Italia).
6 - Mons. Pierre Nguyên Van Nhon, Arcivescovo di Hanoi (Viet
Nam).
7 - Mons. Alberto Suarez Inda, Arcivescovo di Morelia (Messico).
8 - Mons. Charles Maung Bo, S.D.B., Arcivescovo di Yangon
(Myanmar).
9 - Mons. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, Arcivescovo di
Bangkok (Thailandia).
10 - Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento
(Italia).
11 - Mons. Daniel Fernando Sturla Berhouet, S.D.B., Arcivescovo
di Montevideo (Uruguay).
12 - Mons. Ricardo Blazquez Pérez, Arcivescovo di Valladolid
(Spagna).
13 - Mons. José Luis Lacunza Maestrojuan, O.A.R., Vescovo di
David (Panama).
14 - Mons. Arlindo Gomes Furtado, Vescovo di Santiago de Cabo
Verde (Arcipelago di Capo Verde).
15 - Mons. Soane Patita Paini Mafi, Vescovo di Tonga (Isole di
Tonga).
Questi invece i 5 non elettori:
1) mons. José de Jesus Pimiento Rodriguez, arcivescovo emerito
di Manizales (Colombia).
2) mons. Luigi De Magistris, Arcivescovo titolare di Nova,
Pro-Penitenziere Maggiore emerito.
3 - Mons. Karl-Joseph Rauber, Arcivescovo titolare di
Giubalziana, Nunzio Apostolico.
4 - Mons. Luis Héctor Villalba, Arcivescovo emerito di Tucuman.
5 - Mons. Julio Duarte Langa, Vescovo emerito di Xai-Xai.
Sono nomi, che, secondo gli osservatori vaticani, confermano l'orientamento della Chiesa voluta da Papa Francesco.
I cardinali devono essere pastori della Chiesa universale
Perché i cardinali non servono solo ad eleggere i papi, ma fanno la collegialità della Chiesa. Non devono ricoprire incarichi in curia considerandoli un potere. I cardinali devono essere pastori che aiutino il Papa a reggere la Chiesa universale, fatta delle voci e delle persone, del mondo, delle culture, dei vizi e delle virtù degli uomini dai cinque continenti.
Le "nazionalità" ridimensionate
Giocoforza tale orientamento ridimensiona il peso delle diverse "nazionalità" o lobby, prima fra tutte quella dei "curiali".
Dai nomi annunciati oggi è evidente che Papa Francesco non limita il ruolo dei porporati alla elezione dei papi, e che se avrà tempo di modellare sempre più il collegio cardinalizio secondo questa prospettiva, anche un prossimo nuovo Papa potrà contare su un cambiamento irreversibile nel governo e nella essenza della Chiesa.
Trentuno gli elettori creati da Bergoglio
Per il momento, comunque, con i 15 elettori che saranno creati il 14 febbraio, saliranno a 31 gli elettori creati dal primo Papa latinoamericano e primo gesuita della storia millenaria della Chiesa, accanto a 60 creati da Benedetto XVI e a 34 creati da Giovanni Paolo II.
I non elettori creati da Francesco saliranno a 8. Con determinazione e creatività Papa Francesco si è mosso tra tradizioni, norme canoniche e regole non scritte, qualcuna l'ha rispettata qualcuna un po' meno.
Prima regola: il numero degli elettori. Per un eventuale conclave le norme canoniche prevedono che ce ne siano 120. A febbraio 2015 Francesco aveva disponibili 12 "posti liberi" da elettore, ne nominerà invece 15, sforando di tre posti, che però nel giro di pochi mesi verranno riassorbiti dal raggiungimento degli 80 anni.
La norma canonica è sostanzialmente rispettata, secondo il metodo che usavano anche i precedenti papi. Sempre più disattese invece le regole non scritte delle "sedi cardinalizie" e del peso dei curiali. Nel primo concistoro di Francesco fece scalpore la porpora all'arcivescovo di Perugia Bassetti, lasciando al palo Moraglia e Nosiglia a Venezia e Torino.
Agrigento e Ancona
Ebbene, oggi è la volta di Agrigento e Ancona di lasciare al palo ancora Venezia e Torino, grazie alla designazione di Montenegro e Menichelli, pastori estranei alle carriere.
Francesco Montenegro, la chiesa della carità verso i migranti
In particolare la porpora a Francesco Montenegro premia la Chiesa italiana della carità verso poveri e i più poveri dei poveri, gli immigrati.
Una nomina italiana che parla a tutto il mondo, come fu con il primo viaggio del pontificato di Francesco, a luglio 2013 a Lampedusa, che diventò in un attimo da periferia dimenticata a prima frontiera d'Europa.
Franco Montenegro è arcivescovo di Agrigento, ma a Lampedusa tutti, a cominciare dal sindaco Giusi Nicolini, lo chiamano "don Franco", messinese nato nel '46, è uno degli animatori della accoglienza alle migliaia di immigrati che dal mare sbarcano sull'isola cercando una nuova possibilita' di vita. Era presente a fianco di papa Francesco nel primo viaggio del pontificato, nel luglio 2013 a Lampedusa, con il quale il Papa indico' alla Chiesa italiana e alla Chiesa di tutto il mondo, il suo sogno di una Chiesa dalle porte aperte, presente e accogliente in tutte le periferie del mondo.
Un collegio cardinalizio sempre meno curiale
Altra regola disattesa: non tutti i capidicastero possono aspirare alla porpora, a Mamberti non si poteva non darla, come prefetto del Tribunale della Segnatura, ma sono pochi i posti di curia in cui Bergoglio voglia un cardinale.
Dopo il picco raggiunto con Benedetto XVI prima del 2012, e ridimensionato da Ratzinger stesso con il suo ultimo concistoro, nel 2012, Bergoglio si muove per un collegio cardinalizio sempre meno curiale, e sempre più internazionale.
Universalità
La universalità delle provenienze geografiche e culturali dei nuovi cardinali disattende altre tradizioni non scritte: l'America del Nord resta al palo sulle stesse posizioni dell'anno scorso, salgono zone dimenticate del mondo, sei nuove porpore vanno a sedi che non avevano mai avuto un cardinale; si premia l'apporto alla Chiesa di antiche diocesi africane, come Capo Verde.
Nuova regola non scritta del pontificato Bergoglio è invece, certo, quella della pastoralità: sia gli elettori che gli emeriti sono persone apprezzate per il ruolo di pastori che hanno svolto o svolgono, servendo la Chiesa, ha detto il Papa, sia nella diplomazia che nelle diocesi.
(Ansa)