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October 02 2014
Ma chi sono i leader della rivolta che sta infiammando Hong Kong? Chi tira le fila di questo movimento urbano e giovanile che chiede a gran voce al capo dell'esecutivo locale, Chun-ying Leung, di lasciare l'incarico se vuole evitare l'occupazione di tutti gli edifici governativi? Chi sta animando insomma la rivolta democratica e nonviolenta di Occupy Central? E quali sono i loro obiettivi, oltre a quello di potere eleggere a suffragio universale gli uomini chiamati a governare l'ex colonia britannica? A queste domande prova a rispondere Foreign Policy, il bimestrale del Washington Post dedicato alle relazioni internazionali: uno squarcio sulla composizione del movimento che sta togliendo il sonno ai leader di Pechino.
Il professore di legge
Benny Tai è un professore associato di diritto all'Università di Hong Kong, dove si è sempre formata la classe dirigente locale. È considerato il fondatore di Occupy Central with love and peace, il movimento che sta infiammando l'ex colonia britannica. Fu lui per primo, nel gennaio 2013, quando ancora sembrava regnare l'ordine, a scrivere sull'autorevole Hong Kong Economic Journal un articolo che auspicava la nascita di una grande mobilitazione di disobbedienza civile. Il 27 settembre dopo i primi violenti scontri tra gli studenti e la polizia cinese, ha annunciato la nascita ufficialmente del movimento nonviolento che aveva auspicato, sostenendo che non si sarebbe sciolto fino alle dimissioni di Leung.
Il sociologo
Sociologo, insegna alla Chinese University di Hong Kong. Dopo il suo coinvolgimento nel movimento, Chan-Kin-Man si è volontariamente dimesso ad agosto dal suo ruolo di direttore dell'autorevole centro studi dell'Università per evitare critiche di parzialità e rischi repressivi contro il campus dove lavorava. È considerato per questo dai suoi ex studenti un esempio di integrità patriottica e rigore intellettuale.
L'uomo di Chiesa
Storico attivista dei diritti civili, 70 anni, Chu Yiu-Ming è cresciuto in Cina conoscendo le asprezze del drammatico periodo della Rivoluzione Culturale. Ha aiutato molti reduci di piazza Tienanmen a fuggire dal Paese dopo la violenta repressione che il Pcc scatenò all'indomani della rivolta del 1989. Considerato uno dei leader di Occupy Central, nonostante dica di temere fortemente la ferocia del Partito comunista cinese, si affida alla fede, «perché se non crediamo perderemo tutto».
Il leader teenager
17 anni, Wong è il fondatore del movimento Scholarism nel 2012 come risposta alla decisione del governo filocinese di Hong Kong di introdurre nelle scuole superiore il corso obbligatorio di educazione patriottica. Il movimento che ha fondato, portando in piazza fino a 130 mila studenti a protestare davanti ai palazzi dell'esecutivo locale, è stato accusato dai membri più vicini a Pechino di prendere soldi dagli Stati Uniti, un'accusa che a Hong Kong equivale a essere considerato venduti agli imperialisti. Il 26 settembre scorso, mentre la piazza si ingrossava per chiedere le dimissioni di Leung, è stato arrestato dopo aver tentato di arrampicarsi con alcuni suoi compagni sulla facciata di un palazzo del governo. Rilasciato tre giorni dopo senza cauzione è ritornato in piazza.
Il capo degli studenti
24 anni, Alex Chow è il segretario generale dell'Hong Kong Federation of Students (HKFS), una grande organizzazione studentesca che ha lanciato il movimento di boicottaggio nelle scuole e nelle università. Qualche giorno fa ha denunciato all'Harbour Times, un quotidiano bilingue di HK, di essere costantemente pedinato e avere il cellulare sotto controllo. Pur non avendo una grande esperienza politica e organizzativa, il successo del movimento di protesta che ha infiammato le scuole e i campus di Hong Kong ha trasformato questo studente di letteratura dell'Università in uno dei volti più amati (e odiati) di Occupy.
L'altro leader studentesco
Studente in scienze politiche presso l'Università di HK, Lester Shum non ha una grande esperienza politica e organizzativa alle spalle ma come Alex Chow, con cui ha condiviso l'esperienza del carcere durante gli scontri della scorsa settimana, è salito subito alla ribalta, diventando uno dei punti di riferimento dei giovani democratici dell'ex colonia britannica. Recentemente ha confessato di essersi politicizzato su un forum di studenti di Hong Kong.