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Cyber Security

IA: tutti la vogliono senza un perché

L’entusiasmo che circonda l’intelligenza artificiale è ancora altissimo. Lo conferma una recente ricerca di Jabra, azienda specializzata nelle soluzioni audio e video professionali. Dalle interviste effettuate su un campione di 1.800 decision maker di 6 Paesi diversi emerge che l'85% esprime grande interesse per l'IA e l'84% ripone una forte fiducia nelle sue capacità. Fino a questo punto sembra una “non-notizia”, ma, eccola la notizia: la stragrande maggioranza (82%) non ha chiaro come l'IA possa migliorare l'efficienza sul posto di lavoro. Non di meno dei 4.200 dipendenti intervistati in 14 Paesi solo il 27% dichiara di utilizzare l'IA al lavoro, mentre una percentuale altrettanto bassa (26%) la utilizza nella vita privata. Questi curiosi fenomeni tendono a ripetersi sempre più spesso quando partono nuovi “hype digitali” più meno duraturi e questo indipendentemente dal loro potenziale. Lo abbiamo visto con la blockchain che doveva cambiare per sempre il mondo e poi con i metaversi, che di mondo dovevano regalarcene uno nuovo. Chi vuole introdurre le novità nella sua organizzazione non sa bene come e chi dovrebbe utilizzarle non ci riesce o non è capace. Sembra che il genere umano abbia sviluppato un processo di digestione delle tecnologie afflitto da un’incurabile bulimia. Personalmente ho la sensazione che i cicli economici e sociali si siano adattati al digitale e non viceversa, complice la forza delle big tech che ormai dettano i tempi all’intero sistema economico mondiale. Se accettiamo questo assunto, viene da chiedersi per quali ragioni realtà come Microsoft, Google, Amazon stiano “bruciando” con tanta rapidità il futuro. Senza dubbio ci sono ragioni finanziarie (le capitalizzazioni di borsa non fotografano il presente, ma un futuro più o meno remoto), ma a pensare male si potrebbe anche ipotizzare uno scenario diverso. Siamo in un momento storico unico, in cui ci sono delle “entità” che in termini di denaro e potere sono paragonabili se non superiori agli stati nazionali. Tecnologie come IA, blockchain, realtà aumentate e forse la computazione quantistica, saranno quelle decisive per il futuro e “bruciarle” in fretta ha l’effetto collaterale di impossessarsene. Forse sono un po’ troppo complottista…

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