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Ma Ibra non lo rivedremo più così. Ecco perché...

Una bella suggestione e nulla più. Le parole di Ibrahimovic, che dal ritiro della Svezia ha aperto a un clamoroso ritorno al Milan, non sono destinate a cambiare la storia dello svedese. Nessuno prenderà un volo da Milano in direzione Parigi per cercare di riportare a casa Zlatan e nessuno alzerà il telefono per chiamare l'onnipresente Mino Raiola che, infatti, ha già provveduto a gettare acqua sul fuoco spiegando che quello di Ibra era solo un complimento alla società che lui ritiene essere la migliore in cui ha militato.

Il rientro a Milano di Ibrahimovic è impossibile per almeno due ragioni di motivi. La prima è di carattere economico e risiede nell'assoluta necessità del Milan di mettere in ordine i conti del bilancio. Galliani lo ha spiegato con chiarezza nelle scorse settiimane: la cessione di Ibra e Thiago Silva ha consentito di chiudere il prossimo esercizio in pari o al massimo con un disavanzo di 5 milioni di euro come indicato da Berlusconi.

La mossa decisiva è stata l'abbattimento del monte stipendi da 150 a 100 milioni di euro. Ibra guadagnava 12 milioni netti (fino al 2014) e al Psg ha strappato un contratto da quasi 15 milioni che nessun club in Italia e in Europa è in grado oggi di pareggiare. Tanto meno il Milan dell'austerity che ha in progetto una gestione societaria che non preveda più sforzi eccessivi da parte dell'azionista di riferimento per il quale si parla anche dell'intenzione di cedere una parte delle azioni a soci stranieri (russi?).

C'è poi una questione squisitamente tecnica. Il Milan del futuro sta andando da un'altra parte e un rientro di Zlatan non è nei piani. Berlusconi ha chiesto a Galliani di provare ad affidare la rifondazione a Guardiola che con Ibra non ha legato e che è il simbolo di un calcio corale in cui lo svedese non si è inserito. Impossibile, insomma, che la stessa società compia nello stesso momento due scelte così divergenti.

E' evidente che le parole di Ibra hanno fatto piacere soprattutto a Galliani che aveva raccontato di aver tradito una promessa fatta allo svedese cedendolo in estate. Sono parole che arrivano in un momento difficile per il Milan e che a via Turati sono state apprezzate. Ma resteranno quello che sono: una bellissima suggestione e nulla più.

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