Calcio
May 15 2021
Zlatan Ibrahimovic non giocherà l'Europeo con la maglia della Svezia. L'attaccante, che era tornato a vestire la maglia della nazionale nello scorso mese di marzo dopo cinque lunghi anni di esilio e incomprensioni, si è dovuto arrendere all'ultimo infortunio di una stagione tormentata, quello patito nel corso della sfida con la Juventus. Il ginocchio sinistro non ha mostrato lesioni tali da costringerlo a un intervento chirurgico, ma la diagnosi è stata comunque impietosa: sei settimane di terapia conservativa. Troppe per sperare di essere in campo il 14 giugno nel debutto contro la Spagna e senza nemmeno certezza di potersi rendere utile in tempi sufficienti.
A dare l'annuncio della rinuncia è stata la federazione svedese. Ibrahimovic ha avvertito il suo commissario tecnico alzando bandiera bianca, certamente deluso perché l'Europeo rappresentava l'ultima vetrina possibile con le Tre Corone e con questo spirito si era rituffato nell'ambiente della nazionale una volta appianati i dissidi con il tecnico Andersson.
IBRAHIMOVIC SI COMMUOVE PER IL RITORNO IN NAZIONALE [VIDEO]
Quello al ginocchio sinistro è il quinto problema fisico della stagione per Zlatan Ibrahimovic, cui si aggiunge il Covid che a settembre lo ha tenuto lontano dai campi di gioco per una ventina di giorni. In tutto ha saltato la metà esatta delle partite che hanno visto impegnato il Milan: 26 su 53. Troppe per considerarlo non un calciatore a rischio, anche considerata l'età (39 anni) e il fisico non più integro. La buona notizia è che il problema che gli nega l'Europeo non è allo stesso ginocchio che aveva fatto crac a Manchester facendo temere per la chiusura della carriera.
I guai di Ibrahimovic, dopo il Covid autunnale, sono cominciati a novembre con una lesione del bicipite femorale della coscia sinistra in trasferta a Napoli. Stop lunghissimo perché, quando era a un passo dal rientro a dicembre, lo svedese si è fatto male al polpaccio in allenamento è ha dovuto rinunciare al ritorno in campo, poi avvenuto all'inizio del 2021. A marzo sono stati gli adduttori a tradirlo costringendolo a guardare dalla tribuna il doppio confronto di Europa League contro il Manchester United (e non solo). Poi il ko allo Stadium nella notte più bella per il Milan, a un passo dalla qualificazione in Champions League anche senza il suo totem.