Lifestyle
March 05 2019
Icardi e la fascia da capitano dell'Inter: una storia lunga 1.269 giorni. Tanti ne sono passati dal 23 agosto 2015, il giorno in cui l'ha indossata per la prima volta a San Siro, al 13 febbraio 2019, quando un tweet della società ha annunciato il suo passaggio sul braccio di Handanovic aprendo un contenzioso che porterà alla fine del rapporto tra giocatore e club.
Tre anni, cinque mesi e 18 giorni in cui l'attaccante argentino ha spesso dimostrato di avere un rapporto speciale con quel pezzo di stoffa ereditato formalmente da Ranocchia ma, nella realtà, vissuto come raccolto dalle mani di Zanetti, l'uomo dei record.
Una scelta, quella di affidare a lui il simbolo più importante, che è stata oggetto di grandi critiche e polemiche e che spesso ha diviso - non unito - la tifoseria interista. Anche perc questo è utile ripercorrerla provando a raccogliere frammenti di un puzzle che ufficialmente non è mai stato composto del tutto.
Icardi ha indossato la fascia da capitano dell'Inter per la prima volta, da titolare e da leader designato, il 23 agosto 2015 in Inter-Atalanta, gara d'esordio del campionato. In panchina c'è RobertoMancini, subentrato nel novembre 2014 a Mazzarri. Nella stagione precedente il capitano è stato Ranocchia che, però, ha perso la certezza di essere titolare anche perché il mercato estivo ha portato la nuova coppia centrale formata da Miranda e Murillo.
Quello del difensore era stato un regno breve dopo l'era Zanetti, chiusasi formalmente con il termine della stagione 2013-2014. Quando Mancini sceglie Icardi, l'attaccante ha 22 anni e nelle tre annate in nerazzurro ha già segnato 36 reti (71 partite) imponendosi col passare dei mesi. Nella stagione precedente si è laureato capocannoniere a pari merito con Luca Toni: 22 gol.
Ha detto Mancini: "Non ho mai avuto problemi con lui, per me era un giocatore fondamentale e che poteva essere importante per la storia dell'Inter. C'era da scegliere il capitano e per questa ragione scelsi lui".
Anche perché l'Inter di quell'estate non abbondava di grandi personalità o grandi vecchi di spogliatoio. C'erano Handanovic (arrivato nel 2012 con un anno d'anticipo rispetto a Icardi), Guarin (2012), Medel (all'Inter dalla stagione prima) e poi il blocco degli ultimi acquistati sul mercato: Brozovic, Kondogbia, Miranda (fatto vice capitano), Murillo, Felipe Melo e Perisic. Insomma, un gruppo senza una vera e riconosciuta leadership in campo.
La vulgata accredita che la fascia di capitano fosse stata data a Icardi, in realtà, per convincerlo a restare all'Inter. La trattativa più dura per il suo contratto è dell'estate 2016, dunque un anno dopo la scelta di Mancini. Sbarca Suning, cambiano le possibilità del club dopo l'austerity di Thohir e Wanda Nara fa vivere al club e ai tifosi un luglio infernale tra messaggi social e incontri più o meno segreti.
E' l'estate delle offerte del Napoli orfano di Higuain e di un rinnovo che sarà poi firmato in ottobre alle cifre attuali: 5,3 milioni bonus compresi con scadenza 2021. Un'intesa che rende Icardi il terzo giocatore più pagato della Serie A dopo Higuain e De Rossi. Oggi è il nono e nel frattempo il suo bottino è salito a 122 reti segnate in 210 partite con un secondo titolo da capocannoniere messo in bacheca nel 2018: 29 gol come Immobile.
Affermare che la fascia abbia fatto parte della complessa trattativa di quei mesi è, dunque, difficile da supportare con i dati. E' vero, però, che Icardi ha sempre percepito quel "pezzo di stoffa" come una sorta di investitura anche a compensazione della scelta di non lasciare Milano rinunciando a valorizzare fino in fondo il suo potenziale di mercato che è superiore - per evidenti ragioni - allo stipendio che fin qui gli ha riconosciuto l'Inter.