Calciomercato
August 23 2019
Mauro Icardi lo ha scritto in tempi non sospetti: "Ho già espresso all'Inter la volontà di rimanere perché l'Inter è la mia famiglia. Il tempo dirà chi ha detto la verità. Forza Inter, sempre". Era il 17 maggio scorso. Nel frattempo la famiglia Inter si è allargata e lui è finito ai margini, sempre più distante dal progetto Conte. Non solo. Il club ha fatto di tutto per fargli sapere, anche pubblicamente, che lo vorrebbe lontano da Milano e lui ha vissuto un'estate da separato in casa.
Una posizione scomoda e probabilmente illogica, dannosa per se stesso e per una carriera che a 26 anni potrebbe proseguire altrove restituendogli il campo e quello che sa fare meglio, cioé segnare valanghe di gol.
Questa, però, è un'opinione che può essere condivisa o meno. Il punto è un altro. E' capire perché da mesi si continua a dare credito a ogni voce, spiffero, scenario o trattativa e quelle righe pubblicate su Instagram a maggio sono finite nel dimenticatoio. Come non esistessero. Come non fossero in fondo l'unica testimonianza diretta del pensiero di un calciatore che a tre mesi da quelle parole ha fin qui tenuto fede al proposito.
Al suono del gong del calciomercato (2 settembre) mancano ormai meno di dieci giorni. Saranno frenetici e decisivi. La logica porta a pensare che in qualche modo il nodo Icardi sarà sciolto, perché è difficile immaginare altri mesi da separato in casa, dannosi per se stesso e anche per il club.
Ma la domanda è: se il 3 settembre Icardi fosse ancora all'Inter, senza aver accettato alcuna offerta, non si sarebbe perso tempo a raccontare la vicenda cancellando il punto di partenza del diretto interessato? E, dunque, è così scontato che in caso di un eventuale accordo tra Inter e Juventus su un tavolo di trattativa, quello di Icardi andrebbe considerato un 'Sì' scontato?
Altre 200 ore per la risposta. Magari illogica e sorprendente ma finalmente definitiva.