Calciomercato
September 02 2019
Il passaggio in prestito e in extremis dall'Inter al Psg ha chiuso mesi di veleni e tensioni con al centro l'ex capitano nerazzurro. Una soluzione nata nell'ultimo giorno di calciomercato dopo il lungo stallo che ha visto i protagonisti fermi sulle proprie posizioni; da una parte il club deciso nell'escludere l'argentino dal progetto, dall'altra Icardi determinato a restare a Milano per giocarsi le sue chances.
Le condizioni dell'accordo assomigliano a un compromesso: prestito con diritto di riscatto fissato a 70 milioni di euro e per il giocatore un contratto allungato di un anno con l'Inter (dal 2021 al 2022) e poi recepito dal Psg che gli verserà 7 milioni netti per la prossima stagione e gli ha fatto sottoscrivere un contratto più lungo a valore crescente che dal 2020 potrà raggiungere i 10 milioni in caso di riscatto.
Una soluzione di buonsenso che consente a tutte le parti della vicenda di minimizzare il danno di una storia bruttissima, con diverse zone grigie e che sarà possibile ricostruire nei dettagli soltanto allontanandosi dall'epicentro delle polemiche. Ha vinto qualcuno? No. Ma non tutti hanno perso e alla fine potrebbe anche essere uscita una soluzione in cui tutti ci hanno guadagnato qualcosa.
Di sicuro per il momento non ha perso Marotta che sulla fermezza nel caso Icardi ha costruito i primi mesi della sua direzione nell'Inter. Se doveva dare una lezione di indirizzo a tutto l'ambiente ci è riuscito (voto 8). Ha rischiato di restare incastrato nelle azioni di disturbo della Juventus, ma ne è uscito con grande esperienza e sangue freddo, da dirigente navigato qual è.
Non è riuscito a vendere l'ex capitano perché la formula del prestito rappresenta solo un risparmio così come Perisic e Nainggolan (voto 4 complessivo) e, dunque, dovrà nei prossimi mesi completare l'opera. La media dei voti è un 6 pieno, sufficienza abbondante considerata la difficoltà che si era creata, anche per responsabilità sua: aver annunciato pubblicamente l'esclusione di Icardi lo ha reso quasi invendibile. Steven Zhang (voto 7) aveva giurato che non l'avrebbe dato alla nemica Juventus e ha mantenuto la parola data.
Icardi merita un 6 meno. Ha buttato via un'estate senza quasi prepararsi, dopo la Coppa America sacrificata alla primavera di guerra di trincea. Ha avuto ragione nel prendersi un contratto molto più ricco in coda alla stagione peggiore della sua vita (un paradosso, voto 7), ma non è riuscito a ribaltare l'opinione pubblica contraria e a togliersi di dosso l'etichetta di calciatore scomodo. Non è andato alla Juventus e questo è un merito, nel senso che era sempre stato il suo punto di partenza e da lì non si è mosso.
Se sia accaduto per volontà o per mancanza dell'offerta decisiva lo scopriremo più avanti, di sicuro Paratici (voto 4,5) esce sconfitto dal confronto con Marotta. Ha tenuto libera la maglia numero 9, sognava di vendere Mandzukic, Higuain e Dybala (quest'ultimo al Psg) e invece sono rimasti tutti e a Parigi è andato proprio Icardi, l'oggetto dei sogni bianconeri.
Ha perso Wanda Nara (voto 4) che si prende i dividendi del guadagno del marito ma anche una dura lezione sul suo ruolo di moglie e agente. Tante critiche, anche nei modi, sono state maschiliste ed esagerate però è un fatto che sia stata lei a contribuire a incasinare la storia e che a lungo abbia dato la sensazione di non essere in grado di governarla. Un'annotazione: ha portato il suo assistito in una squadra che ha Di Maria, Neymar, Mbappé e Cavani... I soldi non sono (non dovrebbero essere) tutto.
Il voto più alto (un bell'8) lo prende il Psg di Leonardo che ha giocato su più tavoli ma alla fine ha puntato condizioni eccellenti per prendersi un attaccante classe '93 che ha già dimostrato il suo valore in Italia e, nella passata stagione, in Champions League. La valutazione del riscatto è al momento virtuale: se Icardi fa il fenomeno 70 milioni sono un prezzo adeguato, altrimenti i parigini avranno modo di riconsiderare l'affare e riparlarne con l'Inter.
Promosso Conte (voto 7) che ha appoggiato la posizione della società senza intestarsi la paternità del provvedimento. Promossi anche Ancelotti e De Laurentiis (voto 6,5) anche se si sono dovuti 'accontentare' di Llorente dopo aver corteggiato gli Icardis per settimane. E' la seconda volta dopo il 2016. Il proverbio dice che non c'è due senza tre.