Idrovolanti elettrici per collegare le isole: ecco Jetka, con stile Italiano volerà in Thailandia
L’idea è di quelle davvero innovative ma che impongono un cambio radicale nell’idea del trasporto aereo commerciale. Oggi costruire un idrovolante o un aeromobile anfibio che abbia la capacità di trasporto dei concorrenti con motori endotermici e la loro autonomia non è ancora possibile. Ma nulla vieta di realizzarne di elettrici che possano comunque servire per coprire brevissime distanze, tipicamente quelle per svolgere il compito di “Island hopper”, letteralmente saltellare tra le isole.
E poi nel tempo aggiornarli con maggiore autonomia. Questa l’idea avuta qualche anno fa da Jetka, una società svizzera guidata da George Alafinov che possiede conoscenze in materia di idrovolanti sviluppate in oltre vent’anni con i progetti La-8 a otto posti e il biposto leggero Borey. Jetka sta creando un moderno impianto di produzione e collaudo all’interno dello Swiss Aeropole Cluster, nel cantone di Vaud, in Svizzera, dove stanno per essere installati i reparti di progettazione, certificazione, logistica, manutenzione e vendita. E c’è già un cliente: al salone aerospaziale di Farnborough, Jekta e Seaplane Asia hanno firmato ieri un accordo per aggiungere 14 esemplari dell’idrovolante Pha-ze 100 alla flotta dell’ operatore del sud-est asiatico.
Con i suoi sistemi di propulsione elettrici e a idrogeno, l’aereo potrà svolgere compiti di collegamento rispettosi dell’ambiente con un vantaggio assoluto: per un idrovolante, mari e oceani sono piste di dimensioni infinite e dunque la sicurezza intrinseca è maggiore di un velivolo tradizionale. Non a caso la storia dell’aviazione vide gli idrovolanti diffondersi quando ancora i grandi aeroporti non esistevano. La cellula anfibia dello Pha-ze 100 è completamente in materiali compositi, è alimentata elettricamente, sarà certificata secondo gli standard dell’agenzia per la sicurezza aerea europea (Easa) e secondo quelli statunitensi della Faa per la categoria Cs/Far-23. La spinta è fornita da dieci motori elettrici alimentati con l’energia proveniente da batterie o da celle a combustibile a idrogeno, per un’autonomia di volo iniziale (a batterie) di un'ora con una riserva di 30 minuti. Quanto basta per un doppio viaggio per collegare Piombino all’isola d’Elba oppure l’aeroporto di Malpensa (il mezzo è anfibio con ruote retrattili) con il lago Maggiore, con un limite di onda di 1,2 metri, trasportando 19 passeggeri e due o tre membri dell’equipaggio. Intanto però una volta consegnati gli esemplari al cliente Seaplane Asia (che ha sede a Hong Kong), questo utilizzerà I Pha-ze 100 per voli sulle rotte tra Phuket e le isole circostanti della Thailandia, per i collegamenti tra Sihanoukville e le isole della Cambogia e per collegare destinazioni nell'Indonesia orientale.
Dennis Keller, ceo di Seaplane Asia, ha dichiarato: “Abbiamo seguito da vicino le prime fasi di diverse nuove piattaforme e sviluppi di aeromobili e siamo fiduciosi che il Pha-ze 100 sia tra le cellule più promettenti in grado di soddisfare le nostre varie esigenze affrontando al tempo stesso la sostenibilità attraverso le sue opzioni elettriche e a idrogeno. La sua capacità di operare in condizioni di mareggiate più agitate, i costi operativi ridotti, l’autonomia e le velocità di crociera e il design ampio e contemporaneo della cabina hanno supportato la nostra decisione di firmare questo accordo". George Alafinov, ceo di Jekta, ha aggiunto: “Siamo lieti di collaborare con Seaplane Asia per aprire la strada all’aviazione anfibia sostenibile in una regione che riteniamo abbia un potenziale incredibile per il nostro tipo di offerta. Le caratteristiche del nostro velivolo anfibio, tra cui i bassi costi energetici e di manutenzione, il rumore ridotto al minimo, nessun impatto ambientale e requisiti infrastrutturali limitati, si combinano per renderlo una piattaforma ottimale per l’uso di Seaplane Asia. Sappiamo che aggiungerà valore alla loro attività e che i loro clienti adoreranno l’esperienza di volo”. Si prevede che le prime cellule verranno consegnate nel 2030, con Jekta che fornirà anche supporto per la formazione e la manutenzione.
Al progetto, per la parte stile e interfaccia uomo-macchina, collabora anche uno studio Italiano, la società toscana Mb-Vision, specializzata in questo tipo di mobilità e già attore di spicco su progetti innovative come quello italo-sloveno per il primo aereo addestratore leggero elettrico certificate in Europa, il Pipistrel Velis, e altri progetti di velivoli a propulsion ibrida o con configurazioni innovative, come lo Idintos del 2013.
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