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Economia

Ikea, negli Stati Uniti il salario minimo aumenta fino a 17%

Ikea è pronta ad aumentare il salario minimo "in maniera da garantire ai suoi impiegati uno stipendio adeguato al costo della vita della città in cui risiedono". Quanto meno negli Stati Uniti.

Lo ha scoperto il Time , che ha raccontato come la succursale statunitense della multinazionale svedese abbia deciso di affidarsi al Living Wage Calculatorcon cui il Massachusetts Institute of Technology ha stimato il costo della vita per nucleo familiare nelle principali città americane per rimodellare i compensi di tutta la forza lavoro impiegata in America.

La scelta di Ikea, pur essendo stata accolta con grande entusiasmo da quando è diventato chiaro che gli aumenti in talune realtà avrebbero sfiorato il 20 per cento, non fa altro che confermare l'inutilità di promuovere l'idea di salario minimo nazionale (per non parlare di quello globale...), perché iniquo e discriminante.

La decisione di Ikea di esternalizzare il compito di stabilire quale dovrebbe essere il salario più adeguato nelle varie città crea senza dubbio un precedente importante, e dal momento che il Mit ha proposto cifre più che ragionevoli, c'é da sperare che questa collaborazione multinazionali-università possa contribuire al consolidamento di un compromesso accettabile per tutte le parti coinvolte nel dibattito su vizi e virtù di un salario minimo "dignitoso", dipendenti inclusi.

L'articolo originale: IKEA Is Going to Raise Minimum Wages in All its U.S. Stores

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