Economia
July 17 2018
Tito Tito Boeri è diventato un problema. Così, da alcuni giorni il Presidente dell’Inps è al centro di infuocate polemiche, tanto che il Ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini ne ha chiesto ripetutamente le dimissioni anticipate.
Ma perché Boeri dà tanto fastidio? Il presidente dell’Inps nei giorni scorsi attraverso i numeri elaborati dal suo istituto, presentati ufficialmente nell’annuale relazione al Parlamento, ha smascherato tante delle bufale nascoste dietro agli slogan di governo.
I numeri dell’Inps danno fastidio alla retorica governativa fatta di slogan, hashtag, dirette Facebook senza possibilità di contraddittorio.
“Non c’è nessun modo di intimidire i dati, essi parlano da soli” così all’ennesima invettiva, Boeri ha risposto a Salvini facendo capire che senza i contributi degli immigrati oggi l’Inps non sarebbe in grado di pagare le pensioni agli italiani o che abolire la legge Fornero aumenterebbe il debito dell’ente di previdenza con danni per tutti gli italiani.
Insomma, dai numeri non si scappa e quando c’è da far quadrare i conti della previdenza italiana, gli slogan servono veramente a poco.
Apriti cielo! Mesi spesi a soffiare sul malcontento delle persone e poi arriva Boeri con i suoi numeretti a fare la contro narrazione governativa. Insomma, il presidente dell’Inps che cesserà il suo mandato nel 2019 è diventato il peggiore oppositore del governo. L’unico contro il quale i vicepremier si scagliano ogni giorno bocciandone l’operato.
Eppure, l’unica colpa di Boeri è di smontare con i numeri le promesse del governo e con i numeri della ragioneria si è scontrato anche Di Maio quando un incauto funzionario del Ministero dell’Economia ha fatto notare che con il decreto dignità andrebbero persi migliaia di posti di lavoro.
Oggi i numeri fanno paura, soprattutto alla retorica urlata al megafono. E ci troviamo all’ennesimo paradosso che alla politica si risponde con l’economia, perché la politica quella che sta all’opposizione ha rinunciato al suo ruolo e si è avvitata in una discussione, ancora una volta, troppo interna alle mura del proprio partito.
Così in trincea sono rimasti Boeri e la Ragioneria dello Stato a contenere la smania di chi i numeri certe volte sembra darli davvero.