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March 08 2021
L'amore, il sesso, le corna ma anche l'eterno dilemma pirandelliano dello sdoppiamento dell'io e un'immancabile omicidio, questa volta quello di uno strozzino. Ruota attorno a questi elementi Il metodo Catalanotti, in onda lunedì 8 marzo su Rai1: una puntata inedita e soprattutto storica visto che - salvo clamorosi colpi di scena - con questo episodio dopo vent'anni e trentasette film calerà per sempre il sipario su Il Commissario Montalbano. Ecco intanto tutto quello che c'è da sapere sul film tv con Luca Zingaretti, Sonia Bergamasco, Cesare Bocci e la new entry Greta Scarano.
Carmelo Catalanotti (Carlo Cartier) è stato assassinato con una pugnalata nel petto ma la strana compostezza della salma e l'assenza di sangue fa subito dubitare Montalbano (Luca Zingaretti): il commissario scopre subito che la vittima era uno strozzino, oltre che un originale artista di teatro, anima e fondatore della Trinacriarte, attivissima compagnia di teatro amatoriale di Vigàta. Ma la Trinacriarte non è una semplice filodrammatica: buona parte dei suoi soci sono letteralmente posseduti e addirittura invasati dalla passione per il teatro e Catalanotti era il guru del gruppo, un uomo geniale, ma anche crudele e sadico. Montalbano si rende conto che proprio nella sua concezione dell'arte tragica e nel suo personalissimo e inquietante Metodo c'è la soluzione del mistero della sua morte.
Ne Il metodo Catalanotti, il terz'ultimo romanzo della saga, ci sono tutti i temi cari ad Andrea Camilleri, compresa la tragedia e il «tragediare» proprio della cultura siciliana. Realtà e fantasia si mescolano, poi c'è la la vecchiaia e il suo eterno tentativo di ghermire la giovinezza, e ci sono soprattutto le trovate e gli aneddoti del geniale Camilleri, che pesca dal suo inesauribile bagaglio per disegnare dei personaggi indimenticabili. «Ma la più grande delle novità è la perdita di controllo del Commissario, travolto dalla passione per una giovane collega», anticipa Luca Zingaretti, che dell'episodio è anche il regista (è stato lui a prendere in mano la regia dopo la morte di Alberto Sironi, che ha diretto tutta la serie). «Salvo ci aveva abituato a pochi ma saldissimi punti fermi: l'amore per il suo lavoro, la devozione per Livia (Sonia Bergamasco), l'imprescindibile attaccamento alla sua terra. Ebbene: qui viene messo tutto in discussione. È disposto a lasciare tutto e tutti pur di poter godere della vicinanza e dell'amore di una ragazza interpretata dalla splendida Greta Scarano», aggiunge. A complicare il tutto ci si metterà l'incorreggibile Mimì Augello (Cesare Bocci): nel tentativo di sfuggire al marito cornuto della sua ennesima amante, si imbatterà in un cadavere, che sorprendentemente non riuscirà più a ritrovare.
Sono passati ventuno anni del 1999, quando andò in onda Il ladro di merendine, la prima puntata de Il Commissario Montalbano, creato dalla magica penna di Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti. In poco tempo è diventato un personaggio culto, ha sbancato gli ascolti e conquistato il mondo: è stata la prima serie italiana venduta all'estero (anche in Asia e in Iran) e trasmessa in oltre 65 Paesi ottenendo grande successo anche in territori molto diversi per audience, come Gran Bretagna e Stati Uniti. In Italia poi è un unicum straordinario, con 37 film e 200 prime serate (anche le repliche sono sbanca share) e ascolti in costante crescita fino alle punte superiori ai 12,9 milioni di spettatori con oltre il 45% di share dello scorso anno.
Ma dopo due decenni il ciclo si sta per chiudere e pare davvero per sempre. La morte di Andrea Camilleri prima e poi quelle del regista Alberto Sironi e dello scenografo Luciano Ricceri (l'inventore dei luoghi di Montalbano), hanno cambiato tutto e costretto la Rai e il produttore Carlo Degli Esposti a prendere in mano la situazione e decidere cosa fare in futuro. La regia degli ultimi tre episodi è stata affidata a Zingaretti, che ha dato continuità e valore aggiunto al progetto, ora ci sarebbero ancora due romanzi e dei racconti da cui trarre una puntata inedita che per adesso non si farà, come spiega Degli Esposti: «Il covid ci impedisce di tornare sul set con la tranquillità che ci ha contraddistinto in questi anni: ci sarà un momento, dopo il Covid, in cui prenderemo una decisione». Del resto Luca Zingaretti era stato chiaro: «Sono profondamente innamorato del personaggio ma non so se cedere il testimone e finire in bellezza o visto che siamo arrivati fino a qua fare gli ultimi cento metri, se fare un anno sabbatico o un congedo definitivo». Probabile dunque che il sipario cali per sempre sull'icona serie ma il produttore lascia aperto uno spiraglio: «Per me e per altri Montalbano è eterno, è prematuro davvero fare una previsione dipende da tante circostanze».